Pitti Uomo 95 chiude con segnali di speranza e ottimismo
Archiviata la 95ma edizione di Pitti Uomo con la mente si è già proiettati all’11 giugno giorno di inaugurazione della manifestazione numero 96.
Quella appena chiusa è stata un’edizione sotto l’egida dell’attesa visto che l’economia occidentale ancora non ha ripreso a marciare con la fanfara in testa.
Già i primi sintomi si erano avvertiti il giorno dell’inaugurazione a Palazzo Vecchio dove tra le personalità istituzionali ci sarebbe dovuto essere quantomeno un ministro.
Invece a rappresentare il governo da Roma era venuto Michele Geraci, sottosegretario allo Sviluppo economico, il quale proviene dal mondo accademico con cattedra finanziaria.
Ancora una volta il pianeta partitico prende le distanze da quello produttivo, in Italia non si ha voglia di comprendere che politica, produzione e finanza devono viaggiare sempre sullo stesso torpedone se si ha voglia di rafforzare le posizioni e crescere sopratutto oltre i confini nazionali.
Troppo spesso più che ad una fortezza volante possiamo essere paragonati ad un’armata brancaleone, con i nostri industriali che vengono abbandonati al proprio destino e alle proprie capacità senza il supporto adeguato della politica centrale e dell’alta finanza.
L’Uomo 95 ha avuto come tema di riferimento Pitti Box nel quale contenitore sono racchiuse idee e novità che mutano di stagione in stagione e che cambiano a seconda delle tendenze e delle proposte.
1.230 le aziende/brand che hanno esposto le loro collezioni, di cui 568 provenienti dall’estero e pari al 46%, su una superficie espositiva di circa 60.000 metri quadri.
La nazione ospite è stata il Portogallo, mentre per la seconda volta c’è stato un focus sulla moda di ricerca con Scandinavian Manifesto.
Il 2019 è l’anno celebrativo di Pitti Immagine che festeggia 30 anni di attività e per tale ragione è stato emesso un francobollo dedicato alla manifestazione.
Secondo gli studi effettuati dal Centro Studi di Confindustria Moda il fatturato 2018 dovrebbe chiudersi con un incoraggiante aumento dell’1,5%, superando la soglia di 9,4 miliardi di euro
Numeri che consentono alla moda maschile di concorrere con il 17,5% del turnover complessivo generato dalla filiera tessile-moda nazionale e al 27,9% della sola parte abbigliamento.
Ancora più incoraggianti i dati dell’export, dopo un 2017 chiuso a +5,2% ed un primo semestre 2018 leggermente più positivo, si è avuto un rallentamento a partire dall’estate per poi proseguire nel periodo autunnale, con una decelerazione a +3,9%.
Che l’economia italiana ancora non ha messo il turbo nel motore lo conferma anche Uomo 95 visto che il numero dei compratori nazionali ha fatto registrare un calo dell’8%.
Sono stati confermati i livelli del 2018 con oltre 9.000 compratori internazionali, per cui il totale generale dovrebbe essere di circa 24.000 presenze, con un numero complessivo di 36.000 visitatori.
Pitti Uomo oltre che vetrina di prodotti e di scambi diventa uno stimolo per espositori e negozianti ad impegnarsi sempre più per migliorare e crescere, senza badare eccessivamente a ciò che si ascolta e si legge visto che di cassandre in circolazione ve ne sono anche troppe.
Osservando i mercati esteri balza all’occhio il numero dei compratori tedeschi, sono oltre 800 ed i più presenti alla manifestazione, i quali sono il maggior punto dei riferimento della produzione italiana; una frenata da parte dei francesi con -11% e degli inglesi -5%, il temuto crollo della Brexit sino ad ora non lo si è avvertito e probabilmente non si avvertirà più.
Sostanziale conferma le presenze da Spagna e Olanda; performance positive per i numeri da Svizzera (+9%), Belgio (+6%), paesi Scandinavi, Grecia, Irlanda, Ucraina; guardando oltre l’Europa, il Giappone si conferma al secondo posto tra i mercati più importanti, anche se registra un leggero calo dei suoi buyer; in crescita invece Canada (+11%), Hong Kong (+10%), India e Taiwan.
Nei giorni di Pitti Uomo 95 hanno avuto grande partecipazione e risposte molto incoraggianti gli eventi speciali in calendario, sia quelli presentati da Pitti Immagine (la spettacolare sfilata di Y /Project nel Complesso di Santa Maria Novella, il debutto della applaudita collezione di Aldo Maria Camillo, l’happening tra arte e moda per i 30 anni di urban culture di Slam Jam al Museo Marino Marini, solo per citarne alcuni) sia quelli organizzati dalle aziende in Fortezza e in città.
Bruno Galante
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