Migliaia di lavoratori guadagnano meno di 10.000 euro l’anno
Al Sud ci sono lavoratori che guadagnano meno di quanto prenderebbero con il reddito di cittadinanza?
La risposta è sì, anche se meno di quel 45% indicato dal presidente dell’Inps Tito Boeri in audizione al Senato.
Questo è quanto risulta da un esame dei dati dello stesso Istat.
Non si tratta qui di capire gli effetti più o meno positivi del reddito di cittadinanza, ma di mettere a fuoco le dimensioni di quel fenomeno che gli anglosassoni definiscono working poor, ovvero persone che lavorano ma ricevono uno stipendio che non le fa uscire dalla povertà.
In sintesi, una persona con reddito zero che dovesse ricevere il sussidio voluto dal M5S guadagnerebbe 780 euro al mese, in un anno, si tratterebbe di 9.360 euro.
A questo punto la domanda ovvia è: davvero ci sono lavoratori che guadagnano meno di questa somma?
La risposta, laconica, è sì.
Con l’obiettivo di analizzare meglio il fenomeno si è fatto ricorso ai dati accessibili dell’Inps.
In particolare quelli contenuti nell’Osservatorio sui lavoratori dipendenti, suddivisi per classe di retribuzione.
La scelta è stata quella di concentrarsi sui lavoratori che percepiscono fino a 5mila euro e tra 5mila e 9.999.
Cifra leggermente superiore a quella garantita dal reddito di cittadinanza, è vero, purtroppo questi sono i dati a disposizione.
Inoltre si è scelto di escludere gli stagionali e di concentrarsi solo su coloro che nel 2017 hanno lavorato per l’intero anno, sia con contratto a tempo indeterminato che determinato.
Quindi, su base regionale, si è calcolata l’incidenza di coloro che hanno guadagnato meno di 9.999 ogni diecimila lavoratori dipendenti.
Come si può notare, il fenomeno interessa in misura maggiore le regioni del Meridione.
Il record in Calabria, dove 1.122 lavoratori dipendenti ogni 10mila guadagnano meno di 9.999 euro l’anno. In percentuale, si tratta dell’11,22%.
Significa un lavoratore ogni nove.
Ma anche in Emilia-Romagna, dove si registra l’incidenza più bassa d’Italia, pari a 253,9 lavoratori ogni 10mila, siamo ad un dipendente su 40.
È possibile concentrarsi sui soli lavoratori con contratto a tempo determinato. E notare come l’incidenza di quanti guadagnano meno di 9.999 euro l’anno sia un problema diffuso in tutta Italia. Eccezione fatta per la Valle d’Aosta, nel resto del Paese almeno il 5% di loro ha un reddito inferiore ai 10mila euro annui.
Il record spetta sempre alla Calabria, con 1.741 dipendenti ogni 10mila.
Male anche il Molise con 1.576.
Ma anche nella ricca Lombardia 736 dipendenti su 10mila con contratto a tempo determinato guadagnano meno di 9.999 euro l’anno.
Dati che dimostrano una volta di più la correlazione tra il precariato, che riduce le garanzie per il lavoratore, ed un reddito più basso.
Per quanto qui la questione sia più generale.
Forse in misura minore rispetto a quanto indicato da Boeri, ma resta il problema di una fetta di persone che, pur lavorando, non riescono a guadagnare più di 10mila euro all’anno.
Sono le contraddizioni del nostro Paese, ad uno delle migliaia di giovanotti sbarcati illegalmente sulle nostre spiagge il ministero del Tesoro elargiva 35 euro al giorno ossia oltre 1.000 al mese.
Decine di migliaia di dipendenti, specie giovani, che dalla mattina alla sera sono impegnati in fabbrica o in ufficio si vedono retribuiti mensilmente con importi minori dei loro coetanei che bighellonano per le strade e le piazze delle nostre città.
Riccardo Dinoves
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