Il complicato nodo della Tav con ripercussioni tortuose
Ora che l’analisi costi-benefici sulla Tav è stata pubblicata, sorge spontanea una domanda: e adesso, che si fa?
La risposta a questo interrogativo arriverà nei prossimi giorni, molto più probabilmente nei prossimi mesi. Al vaglio del governo, di base, ci sono due opzioni:proseguire con la costruzione dell’opera (in questi ultimi mesi è stata sospesa in attesa dei risultati) o decidere di fermare tutto.
Lega e Movimento 5 Stelle hanno idee differenti sulla linea ad alta velocità Torino Lione. Il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha ripetuto più volte che non si può dire no a tutto.
Il suo partito, inoltre, ha preso parte all’ultima manifestazione Sì Tav organizzata a Torino; Luigi Di Maio, invece, ha dichiarato che mandare avanti l’opera significa fare un favore “alle peggiori lobby” e che “fino a quando ci sarà il M5S al governo la Tav non ci sarà”.
Di Maio e Salvini potrebbero trovare un accordo come hanno sempre fatto finora o mettere una pietra sopra alla loro esperienza di governo e scegliere un futuro separato.
Per ora, si sa che il ministro dello Sviluppo economico ha disertato una riunione organizzata nel pomeriggio del 12 gennaio, in cui si sarebbe dovuto parlare anche della linea ad alta velocità.
L’analisi costi-benefici potrebbe non essere sufficiente a fermare l’opera, per ragioni diverse. Innanzitutto, il progetto della Tav coinvolge tre soggetti: Italia, Francia e Commissione europea.
Con entrambi i partner, il nostro paese ha già un rapporto molto conflittuale.
Parigi ha deciso di richiamare il suo ambasciatore mentre i commissari Ue non perdono occasione per punzecchiare Roma e ricordarle il suo enorme debito e gli impegni che ha preso per ridurlo.
Sospendere la Tav potrebbe esasperare questa situazione e aumentare l’isolamento dell’Italia: è un rischio non di poco conto, e tutto sommato non è certificato che l’esecutivo sia pronto a correrlo.
All’interno del paese, c’è poi una cospicua parte della popolazione che appoggia la linea ad alta velocità. Non solo.
Il progetto ha ottenuto consensi trasversali. Basta rammentare cosa è accaduto durante la recente manifestazione Sì Tav a Torino: hanno partecipato cittadini dell’hinterland torinese come pure diversi sindaci provenienti da tutta Italia, primi cittadini della Lega e del Pd.
Infine, non è da escludere che l’analisi stessa venga delegittimata poiché commissionata da un ministro vicino alle posizioni anti-Tav e redatta, in gran parte, da esperti che si sono sempre dichiarati contrari alla Tav.
i lavori del tunnel potrebbero anche essere sospesi definitivamente.
In questo caso, però, il governo dovrebbe annunciare la sua decisione e ottenere il parere favorevole del parlamento italiano.
Secondo il Corriere della Sera, l’Italia dovrebbe ricorrere ad un arbitrato internazionale regolato dalla Convenzione di Vienna: un trattato che disciplina le controversie sui trattati internazionali tra gli stati.
La Francia, infatti, non intende fare marcia indietro sul progetto.
L’arbitrato dovrebbe stabilire, in particolare, se l’Italia ha l’obbligo di restituire i finanziamenti che sono stati stanziati dalla Commissione europea, e se deve corrispondere una somma alla Francia come risarcimento.
Di Maio e Salvini appartengono a partiti ideologicamente differenti, con visioni e programmi a volte non convergenti. Per rafforzare gli intenti comuni, i due vicepremier hanno sottoscritto un accordo che è stato definito un contratto di governo.
Nel documento di impegno formale ma non vincolante, si fa riferimento generico alla revisione del progetto Tav.
Ciò non può essere interpretato come una prosecuzione, come desidera Salvini, né, al contrario, mandare tutto a monte come vorrebbero numerosi parlamentari del Movimento 5 Stelle. Pochi giorni fa Di Maio ha dichiarato proprio a proposito del progetto Alta Velocità che “in questo governo si arriva sempre ad un accordo”
Nel frattempo è accaduto che la consultazioni regionali abruzzesi hanno sconvolto i pentastellati con una pesante sconfitta che non può essere sottovalutata.
Per recuperare il terreno perduto, a parere di numerosi iscritti, bisognerebbe smettere di fare concessioni a Salvini e tornare ai valori fondanti del Movimento.
Tra questi, per l’appunto, vi è l’eliminazione della Tav.
Il ministro dell’Interno la pensa diversamente.
I sondaggi lo danno in salita e, in teoria, non ha più un estremo bisogno di avere l’appoggio del Movimento 5 Stelle per governare.
La Lega è al 32 per cento, Fratelli d’Italia al 3,6 e Forza Italia intorno al 10 per cento.
Insieme avrebbero la maggioranza, seppur risicata, e Salvini godrebbe, anche di più libertà d’azione.
Se nessuno dei due vicepremier decide di fare un passo indietro e rimangono rigidi sulle loro posizioni, il governo potrebbe anche essere giunto al capolinea.
Anselmo Faidit
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