Le agromafie creano un mega business di 24,5 miliardi
Un business di 24,5 miliardi. È il conto aggiornato del giro d’affari delle agromafie secondo quanto emerge dal 6° rapporto elaborato da Coldiretti, Eurispes e Osservatorio sulla criminalità nell’agroalimentare.
E se si aggiunge l’italian sounding, ha spiegato il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, si arriva a un valore che supera i 130 miliardi, tre volte quello dell’export del nostro agroalimentare.
Le agromafie sono diventate complesse e raffinate e vanno combattute con un sistema punitivo più adeguato come quello previsto dalla proposta di riforma dei reati agroalimentari presentata dalla Commissione presieduta da Giancarlo Caselli, presidente del comitato scientifico dell’Osservatorio Agromafie della Coldiretti.
Prandini ha chiesto dunque l’immediata calendarizzazione della legge sui reati agroalimentari, mentre occorre che il lavoro dell’Osservatorio si svolga anche a livello Ue perché l’Europa non è esente da contaminazioni.
A livello nazionale poi è necessaria un’evoluzione del ministero che dovrà diventare dell’Agroalimentare.
La Coldiretti ha accolto positivamente la legge sulle etichette ma “ora occorrono subito i decreti applicativi”.
Oltre all’etichetta è necessario anche eliminare il segreto sui flussi commerciali per rendere così trasparente l’elenco delle imprese che importano le materie prime dall’estero.
Come nel caso del triplo concentrato di pomodoro.
Nel 2017-2018 si è registrato un balzo del 58% delle frodi che hanno coinvolto molti prodotti, dal vino al pomodoro, fino allo zucchero che finora non era stato mai toccato e che in un anno ha segnato una crescita del 30% per finire alle carni (+101%).
Strangolare le aziende significa mettere in moto un meccanismo che consente alla malavita di inserirsi in quelle situazioni in difficoltà.
Una sfida importante si gioca poi sulle infrastrutture e in particolare sull’alta velocità non per i passeggeri, ma per le merci che oggi viaggiano tutte su gomma e sono pertanto poco competitive. Occorre un progetto infrastrutturale per il Paese, perché anche i porti vocati agli arrivi di container non sono collegati con le rotaie.
E a stretto giro è arrivata la dichiarazione d’impegno del vice premier e ministro dell’Interno, Matteo Salvini, favorevole a una normativa severa da cui le aziende perbene non hanno nulla da temere.
Salvini ha rilanciato anche sull’etichetta che non deve essere “un bollino di pochi millimetri, deve essere una etichetta grande posta sul fronte delle confezioni che consenta di sapere tutto del prodotto. Per esempio la data del pesce, oggi so da dove viene ma non quando è stato pescato. È un diritto alla salute”.
Secondo Salvini, che ha ricordato le numerose aziende confiscate alla mafia, la malavita si combatte anche “con un sistema infrastrutturale veloce ed efficiente in particolare nel Mezzogiorno”.
E infine un riconoscimento al ruolo strategico dell’agricoltura che per l’Italia è come il petrolio per l’Arabia Saudita.
Giancarlo Caselli ha ribadito la necessità della riforma del diritto penale agroalimentare “bisogna colmare la voragine della normativa vigente in cui si infila di tutto, mafia compresa”. Se dunque la nuova legge tarderà ancora “a perdere saranno i cittadini”.
Caselli ha anche ha evidenziato il ruolo centrale della Gdo nello schiacciamento dei prezzi verso il basso e ha sollecitato l’intervento del Governo per affrancare l’agroalimentare.
Per Nicola Morra, presidente della Commissione Parlamentare Antimafia, bisogna bloccare le aste on line al doppio e triplo ribasso che sconvolgono il mercato dei prodotti agroalimentari italiani.
Il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, ha detto di aver rispettato l’impegno preso al Forum di Cernobbio sulla nuova legge del diritto fallimentare.
È stato infatti inserito un quadro normativo a misura delle esigenze dell’imprenditore agricolo con una procedura semplificata della liquidazione controllata e con una procedura d’allerta di fronte alla crisi.
Bonafede ha anche annunciato la prossima istituzione di un tavolo per monitorare gli effetti della legge di contrasto al caporalato e ha garantito l’impegno a lavorare con l’Osservatorio Coldiretti per portare avanti la nuova riforma.
Per il Procuratore Antimafia e Antiterrorismo, Federico De Raho, serve centralità nelle analisi e nella strategia di contrasto alla malavita: “La mafia – ha detto – distrugge i nostri mercati”. E ha aggiunto che “i prezzi dei prodotti agricoli vengono fissati da potentati economici”.
L’impresa sana lavora ancora e i marchi italiani sono i migliori al mondo, ma sono necessari interventi multidisciplinari e banche dati che possano colloquiare.
Approvare la legge Caselli è stato l’appello del Procuratore nazionale Anticorruzione, Raffaele Cantone, che ha dichiarato “liberarsi dalle mafie è un fatto economico” e ha fatto riferimento ai guasti dei mercati di Vittoria in Sicilia e di Fondi nel Lazio ”vicende dei mercati che sono quelle dei Comuni”.
Un riferimento poi alle mense scolastiche e degli ospedali dove si rilevano sempre di più situazioni a rischio:” Serve un quadro di riferimento con regole chiare”.
Avviare subito in Aula la legge Caselli è l’invito arrivato da David Ermini, vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura, secondo cui questa deve essere una priorità per il Governo e per tutte le forze politiche.
Un’altra proposta è l’istituzione di una procura nazionale e procure distrettuali specializzate in reati agroalimentari.
Arnaud Daniels
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