Francia e Spagna si accorgono che il sistema Italia funziona
I dati ufficiali del ministero dell’Interno dicono che nel 2014 sono sbarcati sulle coste italiane 170.100 migranti provenienti da varie regioni africane e mediorientali, nel 2015 ne sono arrivati 153.842, nel 2016 erano 181.436 e poi con le prime sconfitte delle urne il pd ha compreso che gli italiani non ce la facevano più a sostenere questi giovanotti nullafacenti e facili preda della malavita ed ha iniziato a bloccare gli sbarchi forsennati e così nel 2017 sono diventati 119.369.
Le urne mandano a casa la sinistra e con Matteo Salvini i gommoni che partono dalle coste libiche sono sempre meno e così nel 2018 sono 23.370 i migranti che bisogna accogliere.
Dal 1 gennaio al 25 febbraio 2019 il numero si assottiglia ulteriormente e gli sbarcati sono appena 262 contro i circa 6mila dello stesso periodo 2018.
L’agenzia europea Frontex attribuisce una medaglia importate al governo italiano sottolineando come “nel 2018 la rotta del Mediterraneo centrale” verso l’Italia “ha visto il numero più basso di migranti arrivati dal 2012.
Il numero di partenze dalla Libia è diminuito dell’87% rispetto al 2017, e quelle dall’Algeria sono calate di circa la metà. Le partenze dalla Tunisia sono rimaste più o meno immutate. Gli ingressi per l’intera Ue, per il 2018, sono stati 150.114″.
Funziona quindi il sistema dei “porti chiusi” varato da Salvini così come dà i suoi frutti il blocco alle navi delle Ong e il rafforzamento delle capacità della Guardia Costiera libica.
L’Italia sta rafforzando ulteriormente l’intesa con la Libia per migliorare le capacità di Tripoli di contrastare l’immigrazione clandestina, di effettuare i soccorsi dei migranti in mare e di controllare le frontiere. Le misure sono state concordate in una riunione che si è svolta nei giorni scorsi a Tripoli tra i vertici della Marina e della Guardia Costiera libica da un lato e i rappresentanti del Viminale, della Guardia di Finanza, della Guardia Costiera e della Marina Militare italiana dall’altro.
Il programma prevede la consegna di altre 4 motovedette oltre alle 10 consegnate, la realizzazione di un Centro di controllo marittimo e un cantiere nautico per effettuare la manutenzione delle imbarcazioni, l’attivazione di sistemi di comunicazione e controllo lungo la fascia costiera.
Per gli interventi ci sono a disposizione 45 milioni di euro: 10 arrivano dall’Ue e 35 dai paesi del cosiddetto gruppo di Visegrad (Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia) che supportano gli sforzi italiani mirati a evitare gli sbarchi di immigrati clandestini sul suolo europeo. I progetti prevedono, come in passato, la formazione in ogni settore del personale amministrazioni libiche.
L’ultimo intervento della Guardia Costiera libica risale al 21 febbraio con il salvataggio di 113 migranti, tra cui 88 uomini, 19 donne e 6 bambini a bordo di un gommone 40 miglia a nord-est di Khoms.
“I migranti recuperati sono di differenti nazionalità africane”, ha reso noto il portavoce della Guardia Costiera citando Mali, Sudan, Sierra Leone, Camerun, Sudafrica, Guinea e Somalia.
“Durante l’operazione di soccorso la motovedetta “Qamins“, è “andata in panne” e per portare i migranti a Khoms è dovuto intervenire un rimorchiatore.
I migranti sono approdati a Khoms “verso le quattro” di stamattina e hanno ricevuto “aiuti medici e umanitari” prima di essere trasferiti a “un centro di accoglienza a Tripoli”.
Equipaggiare e appoggiare le forze navali libicheè stato un successo riconosciuto all’Italia da tutti, inclusi i francesi che hanno deciso di donare quest’anno alla Guardia Costiera libica 6 gommoni a scafo semi-rigido di tipo Rafale. Prodotti dal gruppo Sillinger specializzato in equipaggiamenti per le forze speciali, i gommoni militari di 12 metri verranno prima consegnati in tre lotti alla Marina francese a Tolone, tra maggio e novembre e poi consegnati alla Libia.
La decisione della Francia di fornire sei imbarcazioni alla Marina militare libica, segue l’esempio italiano, è considerata “un passo supplementare nella cooperazione europea con la Libia per rafforzare il controllo delle frontiere, a costo di condizioni di detenzione abiette peri migranti” secondo Micheal Neuman, di Medici senza frontiere.
Curioso che invece di operare con maggiore intensità in Libiaper migliorare le condizioni di accoglienza dei migranti respinti dai libici e in attesa di rimpatrio nei centri di detenzioni, MSF con altre Ong e le agenzie dell’ONU deplorino gli sforzi italiani per impedire gli sbarchi e puntino invece a riaprire i flussi di migranti illegali.
Resta il fatto che ogni critica all’attuale situazione manifestata dalle lobby dei soccorsi e dell’accoglienza costituisce la migliore prova che la ricetta italiana applicata prima dal ministro Marco Minniti poi, con maggiore decisione e intensità, da Matteo Salvini, mette in difficoltà tutti coloro che a vario titolo si sono finora arricchiti con i traffici di esseri umani.
Dopo averla tanto contestata, il governo socialista di Madrid sembra ora voler imitare (a ridosso delle elezioni politiche spagnole) quella che potremmo definire la “italian way” nei confronti dell’immigrazione italiana.
Nelle scorse settimane il governo spagnolo ha bloccato le imbarcazioni delle Ong nei porti adducendo insufficienze negli equipaggiamenti di soccorso, ora un accordo tra il governo di Madrid e quello marocchino permetterà alla Guardia costiera spagnola di riportare ‘ direttamente in Marocco una parte dei migranti soccorsi nello Stretto di Gibilterra.
Fino ad ora i naufraghi nello Stretto o nel Mare di Alboran venivano trasferiti in un porto spagnolo, anche quando il luogo di salvataggio era più vicino ai porti marocchini.
L’accordo rientra nella strategia dell’esecutivo di Madrid, già in campagna elettorale, di controllare maggiormente i flussi migratori e limitare l’emorragia di consenso.
Se fino a ieri i respingimenti erano un “gesto inumano” oggi piacciono anche ai socialisti di Sanchez se sono utili a restare al governo. Più o meno la stessa cosa che fece il pd dopo aver preso una batosta elettorale alle amministrative parziali del giugno 2017.
In seguito a quella sconfitta Minniti ebbe mano libera nel frenare i flussi ed aiutare i libici a bloccare gommoni e barconi anche se l’iniziativa non salvò il PD, responsabile di aver fatto sbarcare in Italia quasi 700 mila clandestini in 5 anni, dal rovinoso crollo di consensi alle politiche del marzo 2018.
Arnaud Daniels
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