In attesa del XIII Congresso Mondiale delle Famiglie
Conto alla rovescia. Solo due giorni al prossimo 29 marzo 2019 e Verona, la città dell’amore, aprirà le sue porte al XIII Congresso Mondiale delle Famiglie o nella sua più internazionale accezione, al World Congress of Families (WCF), che si svolgerà nella città scaligera fino al 31 marzo.
Il WCF è la manifestazione voluta dall’Organizzazione Mondiale per la famiglia che ha lo scopo di promuovere e difendere la famiglia naturale, fondata sull’unione dell’uomo e della donna, quale unica entità familiare riconosciuta come la sola fondamentale della società. Il WCF ingloba il movimento antifemminista, antiaborto e i anti-LGBT, ovvero tutte le normative e leggi volte alla tutela dei diritti degli omosessuali, bisessuali e transgender.
Che dire? Tre giornate di manifestazione, fondate su simili principi e convinzioni, legati a una società che grida invece il cambiamento, che chiede il non convenzionale, non possono che suscitare pesanti conflitti di opinioni, critiche, polemiche da parte di coloro che non abbracciano questa corrente di respiro cattolico-conservatore volta a difendere solo ciò che secondo loro va preservato al di sopra di tutto: la famiglia naturale!
In un tempo come questo che sembra invece, almeno all’apparenza, essere ormai abbondantemente proiettato a un’apertura, alla diversità, al libero pensiero, il WCF e le sue battaglie, risultano essere ormai ingombranti, desueti e difficili da accettare da molti. Basti solo pensare che il Souterm Poverty Law Center, l’associazione americana no profit, ha definito il WCF come un “gruppo di odio”.
La tredicesima edizione del Congresso avrà illustri e importanti ospiti e protagonisti. Prenderanno parte capi di stato, associazioni, esponenti politici appartenenti alla destra integralista, radicale e cristiana che verranno da ogni parte del mondo.
Presenzieranno importanti esponenti del nostro governo Italiano: il ministro dell’Interno Matteo Salvini in compagnia del ministro per la Famiglia e la Disabilità Lorenzo Fontana e quello dell’istruzione Bussetti. Tra le altre figure di rilievo italiane citiamo Giorgia Meloni, Simone Pillon, senatore della Lega e Luca Zaia presidente della Regione Veneto. Ovviamente, figura che non potrà assolutamente mancare, come padrone di casa ad accogliere il Congresso, sarà il sindaco della città, Federico Sborina.
Questa edizione ha suscitato molte polemiche, più delle altre volte. In primis la posizione del governo non condivisa dalla maggioranza, di partecipare attivamente anche con la concessione del patrocino della Presidenza del Consiglio dei ministri, tolta poi da Conte a seguito dei feroci attacchi ricevuti. Ma ciò che ha generato molto rumore e polemiche è il fatto che questa edizione sarà veramente basata sulla grande protesta soprattutto sul fronte femminista.
In prima linea il movimento Non Una di Meno, ha riscosso tantissime adesioni tra sindacati, altre associazioni e movimenti italiani nonché internazionali. Ampio spazio al mondo femminile che chiederà a gran voce di fare valere i propri diritti! A fuggire dal pensiero bigotto e conservatore che vuole le donne rilegate nella figura di madre e moglie secondo gli stereotipi tradizionali e non lascia libertà di scelta! Le adesioni sono davvero state sorprendenti.
Ma ripercorriamo le origini di questo contestato evento. Il Congresso Mondiale della Famiglia nasce in America nel 1995. I padri del WCF furono Alan Carlson il quale ricopriva allora il ruolo di presidente del Centro per la Famiglia, Religione e Società, un gruppo di natura conservatrice che si opponeva a gran voce ad aborto, omosessualità e divorzio, e il sociologo sovietico Anatoli Antov. Dall’incontro e dalle loro condivise idee sull’istituzione della famiglia, nacque una Ong.
Tutto ebbe inizio con il profondo timore di un netto crollo demografico. L’americano e il russo sostenevano che l’abbassamento delle nascite fosse legato ai movimenti femministi, alla liberalizzazione sessuale e quindi crearono un movimento che avesse lo scopo di preservare la famiglia naturale costituita da uomo e donna uniti in matrimonio.
La nascita del WCF non ebbe assolutamente radici politiche né legate alla chiesa. Di fatto gli ecclesiastici e i politici entrarono in gioco solo in un momento successivo quando cercarono ovviamente anche interventi da parte delle istituzioni per difendere ciò che secondo la loro idea era la famiglia basata su principi legati alla loro idea di moralità.
Il primo congresso del WCF ha avuto luogo a Praga nel 1997 e in seguito in numerose altre importanti città del mondo con cadenze non annuali sino al 2012, anno in cui si ebbe una svolta poiché da allora i Congressi iniziarono a svolgersi ogni dodici mesi. Numerosi sostegni vennero dalle reti locali molto importanti che furono in grado di influenzare quei governi legati ad idee femministe, omofobe e contrarie a unioni che non fossero fondate sul rapporto uomo donna.
Mancano poche ore, ma di fatto cosa ci aspettiamo da queste tre giornate a Verona? Ma soprattutto perché è stato scelto la città veneta per ospitare la Giornata Mondiale delle Famiglie? Molti avevano già preventivato che il prossimo teatro per la rappresentazione del WCF sarebbe stato Verona. Un’importante riflessione va fatta.
Verona ha, negli ultimi anni intensificato la propria cultura orientata a destra grazie anche all’intervento di integralisti cattolici collegati alle locali amministrazioni. Nel 1995 diventa la prima e unica città Italiana che approva la mozione conto gli omosessuali e transessuali arrivando a non recepire regolamentazioni varate a livello Europeo nel 1994.
Lo scorso ottobre viene approvata la mozione 434 che definisce “Verona città per la vita”. Un progetto che ha trovato linfa nei finanziamenti pubblici a favore delle associazioni anti-abortiste.
La scelta della città veneta non è avvenuta per caso, accoglienza e appoggio sono sicuramente ingredienti che hanno favorito e determinato la decisione di ospitare la tredicesima edizione del WCF. Ormai manca poco e la curiosità su come si svolgeranno le tre giornate è veramente tanta.
Dall’altra parte della barricata pronte e agguerrite le associazioni femministe e il Movimento non Una di Meno. Il corteo che hanno organizzato avrà luogo sabato 30 marzo con partenza dalla stazione Porta Nuova. Sono stati eliminati tutti i simboli riconoscibili, niente marchi distintivi. Sventoleranno bandiere, foulard e bavagli a rivestire le persone dipinti di quel colore fucsia che è diventato il colore simbolo del movimento femminista a livello mondiale.
L’agitata battaglia delle attiviste femministe, si concluderà poi domenica 31 con lo svolgimento dell’Assemblea Internazionale che a partire dalle nove della mattina ospiterà come protagonista non solo Marta Dillon, membro dell’associazione Non Una di Meno Argentina ma anche le attiviste dei movimenti del mondo: francesi, olandesi, irlandesi, croati e polacchi. Donne che difendono la loro ideologia, donne che urlano la loro sete di libertà, emancipazione e rispetto.
Mondo conservatore o mondo ribelle e in evoluzione? Ciò che è importante è il rispetto delle persone come individui in grado di poter scegliere in ampia libertà come vivere la propria vita, il proprio concetto di famiglia, sessualità, scelte di vita. Non vi è il bene o il male, non vi è il sacro e il profano. Esiste e deve esistere di fondo la libertà di pensiero e di azione nel rispetto del genere umano.
Una donna può scegliere se tenere un figlio oppure no ed essere madre? Sì, certamente può farlo! Altrettanto rispettabile è chi ha un’idea conservatrice. L’amore tra due individui e il concetto di famiglia è in un cliché o piuttosto è il calore, la stabilità e la sicurezza non necessariamente circoscritti nelle figure tradizionali di un uomo e una donna? Ognuno ha la sua risposta dentro sé stesso. E ogni risposta di per sé, è meritevole di essere rispettata.
Pronti dunque a partire per l’ennesima edizione del WCF confidando che da queste giornate possa scaturire sempre qualcosa di costruttivo e buono, che possa portare cambiamento seppur nel pensiero e nella riflessione. Non è facile dirlo su temi tanto delicati e spesso portatori di lotte, polemiche e accese battaglie.
C’è da auspicare che il pensiero dominante in quanti parteciperanno alla manifestazione sia rispetto per la vita e nel contempo rispetto per la libertà.
Raffaella Aquilina
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