Lucrezia Bisignani preferisce aiutarli in Africa e non in mare
C’è chi preferisce aiutare i giovanotti, che spendono migliaia di euro per attraversare su gommoni comandati da contrabbandieri e trafficanti di uomini, donne e bambini, nel Mediterraneo, ce ne sono tantissimi altri, invece, i quali sanno benissimo che gli africani vanno aiutati nei loro paesi.
“Ho viaggiato per il mondo, eppure sono sempre tornata in Africa. Qualcosa mi diceva di rimanere, di capire. Di trovare un modo per contribuire a modellare e influenzare il futuro di questo continente”.
Con questo nobile proposito, Lucrezia Bisignani, classe 1991, in arte “Lulu”, ha fondato Kukua, una società di edutainment (termine che deriva dalla crasi delle parole education e entertainment), che grazie a un personaggio animato di nome Sema, insegna ai bambini africani e leggere, scrivere e fare calcoli matematici sullo smartphone.
Il suo interesse per il continente africano, la sua voglia di avere un impatto positivo nel mondo e la sua passione per l’intrattenimento risalgono a quando era solo una bambina.
Visitò l’Africa per un viaggio con la sua famiglia, per la prima volta, all’età di sette anni e da allora il continente nero è entrato a far parte della sua vita.
Fu dopo aver conseguito la laurea alla Singularity university della Silicon Valley che Lucrezia decise di dedicarsi a un progetto per aiutare i bambini africani.
Nel periodo in cui era a San Francisco, ora vive tra Nairobi e Londra, ha studiato come sfruttare l’ascesa esponenziale della tecnologia mobile e della tv, per creare soluzioni scalabili in grado di dare un contributo alla lotta contro i grandi problemi del Pianeta.
Nel 2014, all’inizio dell’avventura di Kukua, Lucrezia ha svolto per sei mesi delle ricerche sul campo, vivendo nelle baraccopoli di aree rurali in Gambia, Kenya e Sud Africa, confrontandosi con i genitori e testando alcuni strumenti di alfabetizzazione con i bambini e famiglie che guadagnano meno di 2 dollari al giorno.
“Mi sono resa conto che ai bambini africani mancava una figura ispiratrice a cui guardare. La mission di Kukua è quella di diventare la principale società di edutainment in Africa e nel mondo”, dice Lucrezia.
“Pensiamola come la Disney dell’apprendimento. Un po’ come lo sono Peppa Pig, che vale 2 miliardi di dollari e Dora the Explorer, un franchising da 11 miliardi”.
Proprio per questo scopo è nata Sema, la prima eroina dei cartoni animati africani.
“Nel 2018 Netflix ha annunciato che la prima serie africana originale, Black Panther ha battuto ogni record incassando più di Iron Man, Thor e il primo Capitan America messi insieme. Lo stesso anno, abbiamo dato vita a Sema. Si tratta di un personaggio nato da un processo creativo molto complesso, frutto di una vasta ricerca sulle tendenze afro-futuristiche e di supereroi; ispira coraggio, ambizione e felicità nei giovani”.
Il metodo di apprendimento sviluppato da Kukua, proprio grazie a Sema, si può declinare in prodotti per la tv, app, libri, prodotti di consumo (tramite licenze e merchandising), film e social. “Abbiamo già lanciato una suite di app dedicate con contenuti educativi. Abbiamo registrato 40mila download solo in Kenya e i bambini utilizzano le nostre tre soluzioni per imparare l’alfabeto”.
Lucrezia può anche contare su un team stellare.
Vanessa Ford è entrata in Kukua dopo aver diretto film d’animazione alla Weinstein Company di Londra; Claudia Lloyd è stata quattro volte vincitrice del Bafta (British academy of film and television arts) ed è autrice di successi internazionali come Charlie e Lola, Mr. Bean e il più grande successo di animazione africano, Tinga Tinga Tales.
Infine Marielle Henault, che ha lavorato in precedenza per Walt Disney e Warner Brothers seguendo i più grandi franchise del mondo come Harry Potter e Hannah Montana, ora dirige il franchise di Sema.
Con queste premesse non sembra nemmeno irraggiungibile il sogno di Lucrezia di fare di Kukua un Unicorno (una startup con una valutazione da più di 1 miliardo di dollari) a impatto sociale.
“La generazione attuale di bambini africani ha il potenziale per far emergere un gruppo di leader straordinari, ingegneri, imprenditori, insegnanti…e qualsiasi altra cosa sognino di diventare”.
Raimondo Adimaro
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