La cattedrale Notre-Dame de Paris brucia ma non crolla
Sembra che a Parigi non sia concessa la pace.
Dopo i sanguinari e terribili avvenimenti che l’hanno messa in ginocchio negli ultimi anni, lo scorso lunedì 15 aprile, un devastante incendio ha aggredito e distrutto in gran parte, la meraviglia che era la cattedrale di Notre-Dame, simbolo di Parigi e cornice del cuore della Cité, anima pulsante parigina.
“Paris en Feu!!”, Parigi va in fiamme!
Con questa affermazione, che faceva da contorno all’immagine sui social della cattedrale in fiamme, alle ore 20:00 di lunedì, prendevamo coscienza di ciò che stava accadendo a Parigi.
L’apocalisse sembrava arrivata nel vedere il rosso infuocato delle fiamme che si insidiavano contornando la chiesa e ardendo con implacabile velocità.
Una tragedia sviluppatasi proprio nel primo giorno delle celebrazioni della settimana Santa precedente la Pasqua.
L’incendio che ha distrutto il simbolo gotico europeo forse più importante, pare sia iniziato dalle impalcature che contornavano la chiesa al fine di lavori di restauro intorno alle 19 di sera.
Una data oramai indimenticabile per tanti.
Una nube di fumo ha immediatamente messo in allarme alcuni fedeli presenti all’interno della struttura dove si celebrava una messa.
Le fiamme hanno rapidamente avvolto la famosa guglia e il tetto fino a provocarne il crollo alle 20.
Un dramma per Parigi e per il mondo che assisteva in diretta, tramite le televisioni e i social network, alla caduta di una colonna portante di arte, cultura, religione da oltre 800 anni.
I parigini, attoniti e sommessi, con il cuore stretto in una morsa nel vedere i pezzi di qualcosa di così prezioso cadere giù nel vuoto come brandelli di anima.
Notre-Dame: l’opera d’arte che con il maestoso rosone, le sue guglie, con le sue statue dalle forme e volti quasi inquietanti è stata da sempre e sarà per sempre la musa ispiratrice di scrittori, scenografi, poeti e per tutti coloro che fotografandola ne dipingevano e ne esaltavano la bellezza, ieri ha ceduto.
I vigili del fuoco con pompe e auto-gru non hanno risparmiato le forze ma i tentativi di domare il divampare del rogo sono stati pressoché vani.
Il versante nord è stato arginato solo molte ore dopo.
Il comandante dei pompieri di Parigi, Jean-Claude Gallet, ha annunciato che i campanili sono stati salvati e che il loro impegno era rivolto a raffreddare il più possibile la struttura per evitare ulteriore danno.
Ma è solo alle quattro della scorsa notte che Gabriel Plus, portavoce della polizia, annuncia la rincuorante comunicazione che l’incendio è sotto controllo e che solo alcune fiamme sono ancora da domare.
Il lavoro di tutti, forze dell’ordine e pompieri, un impegno durato tutta una notte e ancora continua e continuerà per riuscire a preservare il più possibile il simbolo senza tempo della città più struggente e romantica del mondo.
Ma cosa ha effettivamente scatenato questo cataclisma?
È stata aperta un’inchiesta. Questo è quanto ha affermato la procura di Parigi.
La tragedia non ha fortunatamente provocato morti o feriti fatta eccezione di un vigile del fuoco il quale versa in gravi condizioni.
Solo uno dei 500 eroi presenti per combattere e domare le inesorabili fiamme.
Non sarebbe stato possibile sfruttare i Canadair perché, come spiegato dai vigili del fuoco, l’acqua proveniente dall’alto, in questi casi, sarebbe fautrice di danni ancor maggiori.
E, altra notizia entusiasmante è quella del bene di inestimabile valore come il Cristo con la Corona di Spine è fortunatamente intatto.
Quasi a sancire un miracolo per una città così colpita da innumerevoli perdite.
Gli inquirenti, al momento, hanno escluso che il tutto possa essere stato provocato da atti vandalici, criminali e ancor di più da atti terroristici.
Questo ultimo caso era quello maggiormente ipotizzato e sul quale erano girate numerose voci.
Ciò che verrà seguita come pista è certamente quella di un incendio provocato in maniera del tutto accidentale, creato sulle impalcature che erano state posizionate per il progetto di restauro esterno della cattedrale in corso d’opera dal 2018.
Le indagini saranno lunghe e travagliate e, come ha affermato la procura di Parigi, ci vorrà molto tempo per riuscire a risalire alle vere e reali ragioni che hanno provocato il disastro che ha messo in ginocchio Notre Dame.
Un disastro che inizialmente non si pensava avrebbe lasciato salvo nemmeno un frammento della struttura.
Essendo il rogo partito dal tetto proprio dove si svolgevano i lavori di restauro, verranno sentiti e interrogati quanti partecipano al progetto, le aziende coinvolte, tecnici e maestranze.
Ma, si sa, i francesi sono un popolo combattivo e soprattutto, amano profondamente il loro paese.
I parigini ancor più battaglieri, non si fermeranno di fronte a questa tragedia ma si rialzeranno.
Dal giorno dopo, il sindaco Anne Hidalgo ha evacuato la zona e il presidente francese Macron non solo ha rinviato il suo discorso alla nazione ma ha annunciato che l’intenzione sarà proprio quella di ricostruire Notre-Dame tutti insieme! Queste le sue parole.
Ripristinarne la bellezza come atto di riconoscimento per quanti, tantissimi, hanno lavorato per domare fiamme e per ridare gloria e onore a un simbolo di cristianità Europea.
La cattedrale di Notre-Dame, sorge nel cuore di Parigi, è con San Pietro una delle chiese più famose al mondo e in assoluto, il monumento storico più visitato in Europa con circa 14 milioni dim visitatori.
Dal 1991 fa parte del patrimonio mondiale dell’Unesco.
Macron ha appunto affermato che Parigi, il suo spirito combattivo, riporterà la luce e la bellezza della cattedrale gotica.
Questo i francesi si aspettano ma questo è anche ciò che la storia merita.
La conservazione di ciò che è stato e sarà sempre a testimonianza di un passato sempre presente nelle nostre città con i loro monumenti, con le loro opere d’arte pregne di storia.
Raffaella Aquilina
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