Assalto quotidiano alle chiese europee, profanate e bruciate
Non appena sono circolate le immagini delle fiamme che hanno avvolto e distrutto il tetto e la guglia di Notre-Dame di Parigi in tanti hanno collegato la causa ad un attentato musulmano.
Trascorsa qualche ora le autorità francesi hanno comunicato che l’origine delle fiamme è stato dovuto ad un cortocircuito causato dai lavori di manutenzione in corso all’esterno della Cattedrale parigina.
Dopo i tanti attacchi subiti dalle chiese in questi ultimi periodi non ci sarebbe stato da meravigliarsi per l’incendio a Notre-Dame visto che pochi giorni prima era stato lanciato un allarme da parte dei vescovi francesi in merito ai tanti e troppi attacchi subiti dalle chiese d’oltralpe.
Chiese incendiate, profanate, saccheggiate.
Episodi spesso sottovalutati e taciuti da parte delle autorità e dei media.
Quasi sempre gli autori non vengono menzionati per seguire le norme del “politically correct” volute e imposte dalla sinistra.
Quelle volte in cui trapela il nome dell’autore di sicura origine musulmana i benpensanti gli offrono prontamente il salvagente delle attenuanti, del problema di salute mentale e della difficile integrazione.
Quasi nessuno scrive e parla dei crescenti attacchi contro i simboli cristiani. In Francia e in Germania c’è un eloquente silenzio riguardo allo scandalo delle profanazioni e sull’origine dei delinquenti.
Non una parola, nemmeno il minimo indizio che potrebbe in qualche modo indurre a sospettare dei delinquenti islamici.
Addirittura non sono i criminali che corrono il rischio di essere messi al bando, ma coloro che osano associare la profanazione dei simboli cristiani all’importazione degli immigrati. Vengono accusati di odio, di discorsi di incitamento all’odio e di razzismo.
In Francia, due chiese vengono profanate, in media, ogni giorno.
Nel 2018 sono stati registrati 1.063 attacchi ai danni delle chiese o dei simboli cristiani (crocifissi, icone, statue).
Questa cifra attesta un aumento del 17 per cento rispetto all’anno precedente (2017), quando si ebbero 878 attacchi, il che significa che il fenomeno è sempre più preoccupante.
Ecco qualche episodio recente
Vandali hanno saccheggiato la chiesa di Notre-Dame des Enfants, a Nîmes, e hanno usato degli escrementi umani per disegnare una croce su un muro; delle ostie consacrate sono state ritrovate all’esterno della chiesa, in un bidone della spazzatura.
A febbraio, la chiesa di Saint-Nicolas, a Houilles, è stata vandalizzata per ben tre volte; una statua del XIX secolo della Vergine Maria, il cui danno è considerato irreparabile, è stata letteralmente polverizzata, ha dichiarato il curato, inoltre una croce appesa a un muro è stata gettata sul pavimento.
Delinquenti musulmani hanno profanato e distrutto croci e statue nella Cattedrale di Saint-Alain, a Lavour, e hanno mutilato in modo beffardo le braccia di una statua di Cristo in croce, non paghi di ciò hanno bruciato una tovaglia d’altare.
Codardi musulmani hanno incendiato la chiesa di Saint-Sulpice, a Parigi, dopo la messa di mezzogiorno, domenica 17 marzo.
In tutto il territorio francese laddove aumenta il numero dei migranti musulmani si moltiplicano altresì gli attacchi contro le chiese.
Uno studio del gennaio 2017 ha rivelato che “gli attacchi islamisti contro i cristiani” sono aumentati del 38 per cento, passando da 273 assalti nel 2015 a 376 nel 2016; la maggior parte è stata eseguita durante il periodo natalizio e “molti degli attacchi sono avvenuti nelle chiese e in altri luoghi di culto”.
Esempio tipico quello accaduto nel 2014, un musulmano profanò l’antica chiesa di Saint-François de Sales e quella di Saint-Hippolyte, a Thonon-les-Bains.
Secondo un reportage (corredato di foto), l’uomo “ha rovesciato e frantumato due altari, i candelabri e i leggii, ha distrutto le statue, ha demolito un tabernacolo, ha piegato una croce di bronzo massiccio, ha sfondato una porta della sacrestia e ha perfino rotto alcune vetrate commemorative”.
Ha inoltre “calpestato” l’Eucarestia.
Altrettanto preoccupante è la situazione in Germania.
Quattro chiese sono state vandalizzate e/o incendiate solo a marzo.
In questo Paese è in corso una guerra strisciante contro tutto ciò che simboleggia il Cristianesimo: attacchi ai danni delle croci poste in cima alle montagne, delle statue sacre per strada, delle chiese e di recente anche dei cimiteri.
Ma a chi va attribuita la responsabilità di questi attacchi continui e sempre più numerosi contro le chiese europee?
Le croci vengono spezzate, gli altari distrutti, le Bibbie incendiate, le fonti battesimali rovesciate e le porte delle chiese imbrattate con espressioni islamiche del tipo ‘Allahu Akbar’.
Solo nelle Alpi e in Baviera sono state attaccate circa 200 chiese e molte croci sono state spezzate, la polizia è sommersa di segnalazioni di profanazioni di chiese.
Gli autori sono quasi sempre giovani rivoltosi con un background migratorio, descritti come giovani musulmani.
Nelle regioni europee con la presenza più consistente di maomettani, vi è un aumento concomitante di attacchi contro le chiese e i simboli cristiani.
Un episodio emblematico si è verificato nella parrocchia di Matthias-Claudius a Brema Neustadt dove una decina di pensionati da diversi anni utilizza la sala parrocchiale per incontrarsi e intrattenersi a giocare a carte.
Il 2 maggio 2018 i responsabili parrocchiani avevano organizzato una “giornata di benessere” per le madri musulmane.
Costoro avevano deciso di rimuovere il velo durante l’evento che coincideva con il pomeriggio dei pensionati.
La decisione adottata fu quella di estromettere gli uomini dall’intera area della chiesa.
Agli anziani giovanotti fu vietato di giocare persino nel seminterrato.
Così commentò l’accaduto Karl-Heinz Weber, 76 anni: “Noi cristiani siamo stati banditi dalla nostra comunità cristiana per un evento musulmano. Il nostro sfratto non ha nulla a che vedere con la tolleranza. Dobbiamo obbedire alle regole imposte dalle donne musulmane in una istituzione ecclesiastica. Ciò mi spaventa”.
Prima del Natale 2016, nella regione tedesca del Nord Reno-Westfalia, dove risiedono oltre un milione di islamici, una cinquantina di statue cristiane (tra cui quelle di Gesù) sono state decapitate e i crocifissi sono stati frantumati.
Nel 2016, poco dopo l’arrivo in Germania di un milione di migranti, per lo più musulmani, un quotidiano locale riportò che a Dülmen, una città con meno di 50 mila abitanti, “non passa giorno senza che le statue religiose siano attaccate nel centro urbano e nelle immediate vicinanze”.
Sono pochi coloro che scrivono e parlano dei crescenti attacchi contro i cristiani.
In Francia e in Germania regna un eloquente silenzio.
Non una parola, non un rigo.
Di questo passo saranno i cristiani ad essere messi al bando.
Nel mentre la Chiesa europea occidentale è bersagliata quotidianamente, una parte degli alti prelati si pone un solo obiettivo: preoccuparsi di quei giovanotti che salpano con potenti gommoni alla ricerca di un inesistente eldorado.
Tra poche settimane gli europei andranno alle urne per rinnovare il Parlamento di Strasburgo. L’auspicio è che i nuovi governanti pongano un freno al dilagare e all’invasione strisciante di un islam che rischia di soffocare la storia, la cultura, le tradizioni di popoli che hanno sempre bloccato l’invasione maomettana.
Riccardo Dinoves
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