Il vino italiano fonte di reddito diffuso e orgoglio nazionale
Dal Vigneto Italia nascono opportunità di lavoro per 1,3 milioni di persone impegnate direttamente in campi, cantine e nella distribuzione commerciale, ma anche in attività connesse e di servizio, per un fatturato che è salito nel 2018 alla quota record di 11 miliardi, grazie alla crescita in valore di export (+3%) e consumi (+4%).
È quanto emerge da una analisi della Coldiretti presentata in occasione del Vinitaly di Verona che si apre a Casa Coldiretti con la prima mostra di tutte le terre dei vini Doc d’Italia che garantiscono ai vigneti quelle proprietà uniche ed irripetibili all’origine dei primati del vino tricolore.
L’esercito del vino spazia dai viticoltori agli addetti nelle cantine e nella distribuzione commerciale, ma anche in attività connesse, di servizio e nell’indotto che si sono estese negli ambiti più diversi.
Il mondo del vino coinvolge comparti che vanno dall’industria vetraria a quella dei tappi, dai trasporti alle assicurazioni, da quella degli accessori, come cavatappi e sciabole, dai vivai agli imballaggi, dalla ricerca e formazione alla divulgazione, dall’enoturismo alla cosmetica e al mercato del benessere, dall’editoria alla pubblicità, dai programmi software fino alle bioenergie ottenute dai residui di potatura e dai sottoprodotti della vinificazione (fecce, vinacce e raspi).
La raccolta di un grappolo alimenta opportunità di lavoro in ben 20 settori: 1) agricoltura, 2) industria trasformazione, 3) commercio/ristorazione, 4) vetro per bicchieri e bottiglie, 5) lavorazione del sughero per tappi, 6) trasporti, 7) assicurazioni/credito/finanza, 8) accessori come cavatappi, sciabole e etilometri, 9) vivaismo, 10) imballaggi come etichette e cartoni, 11) ricerca/formazione/divulgazione, 12) enoturismo, 13) cosmetica, 14) benessere/salute con l’enoterapia, 15) editoria, 16) pubblicità, 17) informatica, 18) bioenergie, 19) laboratori di analisi, 20) sostanze enologiche.
Un “circuito” che è alimentato anche dai record fatti registrare dall’export, salito nel 2018 a quota 6,2 miliardi di euro, e dai consumi interni che hanno raggiunto il valore di circa 4,8 miliardi.
Sul fronte delle esportazioni, nel 2018 rispetto all’anno precedente le vendite hanno avuto un incremento in valore del 4% negli Usa che si confermano il primo cliente, seguiti dalla Germania dove la crescita è stata anch’essa del 4% e dal Regno Unito dove l’export aumenta del 2%.
A preoccupare per il futuro sono però gli effetti della Brexit con l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea ma anche la guerra commerciale tra Cina e Stati Uniti.
Da segnalare la Francia con un aumento complessivo del 10% spinto dal successo delle bollicine Made in Italy che hanno visto un incremento delle vendite del 18% in terra transalpina.
Lo spumante è stato, del resto, il prodotto che ha fatto registrare la migliore performance di crescita all’estero dove le esportazioni hanno raggiunto il record di 1,51 miliardi di euro, con un aumento dell’11% rispetto all’anno precedente.
Nella classifica delle bollicine italiane più consumate nel mondo ci sono nell’ordine il Prosecco, l’Asti, il Trento Doc e il Franciacorta che ormai sfidano alla pari il prestigioso Champagne francese.
Per quanto riguarda le destinazioni, la classifica è guidata dal Regno Unito con circa 435 milioni di euro e un incremento del 6% nel 2018 ma rilevanti sono anche gli Stati Uniti con circa 334 milioni e un aumento del 13% in valore.
La produzione italiana nel 2018 è stata pari a circa 48,5 milioni di ettolitri, in aumento rispetto alla scorsa annata che per la grave siccità è stata tra le più scarse dal dopoguerra.
Si tratta di un risultato praticamente in linea con la media dell’ultimo decennio che garantisce all’Italia il primato mondiale davanti alla Francia, dove la produzione dovrebbe aggirarsi sui 46 milioni di ettolitri e alla Spagna con 41 milioni di ettolitri.
Dal punto di vista qualitativo sarà destinata per oltre il 70% dedicata a vini DOCG, DOC e IGT con 332 vini a denominazione di origine controllata (Doc), 73 vini a denominazione di origine controllata e garantita (Docg), e 118 vini a indicazione geografica tipica (Igt) riconosciuti in Italia e il restante 30 per cento per i vini da tavola.
Il vino italiano è il prodotto agroalimentare più esportato all’estero dove ormai sono stappate la maggioranza delle bottiglie Made in Italy, il settore è cresciuto scommettendo sulla sua identità, con una decisa svolta verso la qualità che rappresentano un modello di riferimento per la crescita dell’intero agroalimentare nazionale.
In sintesi il vino italiano genera questi dati: addetti 1,3 milioni, fatturato 11 miliardi (+3%), esportazioni 6,2 miliardi (+3%), produzione 48,5 milioni di ettolitri, qualità 70% della produzione per vino Docg, Doc e e Igt.
Claudia Treves
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