Massoni SRI, nomi e fatti descritti da un addetto ai lavori
A febbraio 2019 dai tipi della Rotolito SpA di Seggiano di Pioltello è uscita l’edizione tascabile di “Massoni Società a responsabilità illimitata – La scoperta delle Ur-Lodges”, edito da Chiarelettere e firmato da Gioele Magaldi (Roma 14 luglio 1971).
Uno sforzo immane di 664 pagine che sono andate a supportare la prima edizione del novembre 2014, durato un quadriennio e conclusosi con delle rivelazioni che faranno discutere e dibattere a lungo.
Sono elencati i nomi dei potenti che hanno traghettato l’Occidente, l’economia e la finanza planetaria tra la seconda metà del XX secolo e la prima decade del XXI.
Nomi e circostanze dettagliate come mai nessuno aveva osato e concretizzato. L’autore in previsione dell’ovvio clamore che l’inchiostro avrebbe scatenato tiene a precisare che “abbiamo deciso di depositare presso appositi studi legali e notarili di Parigi, Londra e New York, ampio materiale in grado di fare la felicità di qualunque archivista e di qualunque storico di impostazione positivista”.
Ma queste pagine oltre a far germogliare la felicità in archivisti e storici potrebbero anche partorire rancori, invidie e rabbia per cui precisa che “qualora qualcuno dovesse mettere platealmente in discussione la validità o la veridicità di determinate analisi, osservazioni, conclusioni o testimonianze presenti in questo libro, lo sfideremo a pubblico contraddittorio convocando un’apposita conferenza stampa.
In quella occasione saremo in grado di produrre la documentazione puntuale e inoppugnabile relativa a tale o tal’altra contestazione, riservandoci anche di adire le vie legali per individuare eventuali lesioni della nostra onorabilità”.
Tali e tanti i personaggi famosi descritti che fa sorridere il pensiero dell’elenco degli iscritti alla P2 e lo scandalo scoppiato a seguito del ritrovamento quella mattina del 17 marzo 1981 a Castiglion Fibocchi, Arezzo, nella casa di Licio Gelli.
Altro sorriso quel 12 settembre 1978 allorquando comparve l’elenco di alti personaggi ecclesiastici diffuso dal giornalista Mino Pecorelli o per quelli diffusi da Panorama il 10 agosto 1976.
Gioele Magaldi va ben oltre i vescovi e i cardinali.
Il Capitolo 4 titola: Il massone e rosacroce Angelo Roncalli alias Papa Giovanni XXIII, il Concilio Vaticano II e il sogno di una moderna armonia tra esoterismo religioso ed esoterismo massonico in funzione di una rinnovata stagione di uguaglianza, fratellanza e libertà (1958-1968).
Giuseppe Angelo Roncalli (Sotto il Monte 1881-Città del Vaticano 1963) fu eletto Pontefice il 28 ottobre 1958 ed è stato canonizzato da Papa Francesco il 27 aprile 2014 insieme a Giovanni Paolo II.
A questo punto serva una breve presentazione dell’autore Gioele Magaldi. Riferiamo pari pari le frasi di Laura Maragnani la quale ha collaborato all’intero progetto editoriale e ha firmato il capitolo “Il potere in grembiulino”.
Ecco quanto annota la Maragnani. Iniziato a 26 anni a soli 34 anni era già “maestro venerabile” della ‘Monte Sion’ e 30° grado del rito scozzese antico e accettato. Il più giovane maestro venerabile d’Italia. Successivamente diviene “gran maestro” del movimento massonico d’opinione ‘Grande Oriente Democratico (God)’ nel contempo va in rotta di collisione con il ‘Grande Oriente d’Italia (Goi)’.
Contesta al Goi ed al suo gran maestro Gustavo Raffi taluni affarismi e affarucci, il deficit di democrazie, pluralismo e libertà interna. Viene dapprima ammonito, successivamente sospeso e alla fine espulso.
Non ce la fa ad ingoiare l’oltraggio e per sfregio si rivolge ad un tribunale civile con l’intento di lavare l’onta.
È la prima volta che un iscritto si rivolge ad un tribunale civile per sanare dissapori tra fratelli massoni. Il dossier viene affidato ad un giudice donna, ed è una beffa in quanto le donne nel Goi non sono ammesse.
Dopo una lunga serie di udienze il Tribunale impone a Palazzo Giustiniani di annullare l’espulsione, la sentenza è una vincita morale poiché Gustavo Raffi si è ritirato a vita privata e Magaldi non è più interessato a rientrare anzi nel 2010 ha fondato all’interno del Goi una corrente dissidente, il Grande Oriente Democratico (God).
“Il vero potere è massone”. Sentenzia con assoluta certezza. “Non esiste alcuna chance per chi non sia personalmente libero muratore o supportato da liberi muratori di accedere ai posti di potere più ambiti e decisivi …
Il mondo moderno è stato costruito dalla massoneria sconfiggendo le antiche aristocrazie ecclesiastiche e del sangue. E oggi i suoi membri più eminenti ne controllano e gestiscono il controllo per finalità benemerite o esecrabili”.
La sfilza dei nomi è talmente estesa ed elitaria che di tanto in tanto sorge il dubbio sulla veridicità. Sono talmente tanti che riesce difficile memorizzarli tutti o annotarli pagina dopo pagina.
La stragrande maggioranza dei massoni sono domiciliati oltre le Alpi, ma la pattuglia dei paesani si presenta robusta e quasi obesa.
A partire da Giorgio Napolitano divenuto muratore nell’aprile 1978 a 53 anni, durante il suo primo viaggio negli Usa, affiliato alla Ur-Lodge ‘Three Architects’. Tra l’altro, fa sapere Gioele Magaldi, anche il padre di Giorgio, l’avvocato Giovanni, era un muratore, ovvero c’è poco da meravigliarsi.
Altri muratori sono stati Luigi Einaudi, Giuseppe Saragat, Francesco Cossiga e Carlo Azeglio Ciampi, anch’essi Presidenti della Repubblica.
Di Silvio Berlusconi massone si hanno notizie da decenni, visto che il suo nominativo compare nell’elenco degli iscritti alla Loggia P2 di Licio Gelli, Gioele, invece, ci rivela che è “il fondatore di una Ur-Lodge ‘fatta in casa’ (Drake’s Lodge / Loggia Draconis / Loggia del Drago: istituita sin dal 1992-93).
Ci racconta poco di Massimo D’Alema “affiliato alla ‘Pan-Europa’ e alla ‘Compass Star-Rose/Rosa-Stella Ventorum’” e che “… furono elevati alle massime cariche politiche istituzionali, al pari di massoni più caserecci, provinciali e mediterranei
come Massimo D’Alema e Silvio Berlusconi, pur sempre utili ad accelerare il declino politico-economico dell’Italia, ma mai ammessi nei sancta sanctorum dell’aristocrazia latomistica sovranazionale”.
Un tantino più al cianuro il commento nei confronti di Matteo Renzi da lui definito “burattino fiorentino”. Ecco cosa riporta nel nono capitolo: “L’attuale premier in realtà vorrebbe tanto essere incluso – come membro alla pari – in quei salotti buoni dell’aristocrazia massonica reazionaria … Il problema è che la sua domanda di affiliazione non è stata ancora accolta. I vari Mario Draghi, Giorgio Napolitano, Angela Merkel, Jens Weidman ecc. non si fidano di Renzi wannabe (aspirante, ndr) massone, così come non si sono mai fidati del libero muratore Silvio Berlusconi. Questi e altri esponenti degli ambienti latomistici più elitari e selettivi hanno sempre nutrito diffidenza e insofferenza verso Berlusconi, considerandolo un parvenu del mondo del potere: troppo borderline, ingombrante, imbarazzante e individualista. E analogo sentimento di perplessità nutrono nei riguardi di Renzi, considerato un narcisista, uno spregiudicato e indisciplinato arrivista … dall’altro ne temono l’indisciplina e i potenziali voltafaccia, considerandolo smodatamente ambizioso e capace persino, se gli convenisse, di passare un giorno armi e bagagli con il network massonico progressista”.
Ancor più tossico e stroncante il parere su Enrico Letta il quale aveva preceduto Matteo Renzi a Palazzo Chigi, scrive Magaldi: “Dichiariamo e riconosciamo ufficialmente e pubblicamente che Enrico Letta è quasi un perfetto paramassone. … Abbiamo dunque a che fare con un individuo che, proprio in virtù della propria mediocrità intellettuale, dell’assenza di idee che non siano del tutto banali, conformiste e rabberciate nel solco del pensiero politico ed economico mainstream, del proprio carattere diplomatico, servile e opportunista, è stato da anni prescelto come uno dei più promettenti allievi paramassoni per l’Italia, da parte di coloro che fanno ‘girare la ruota’ in Europa, in Occidente e nel mondo, da qualche decennio”.
Descrizioni e commenti come quelli del passato remoto quando nei laboratori fotografici esisteva solo il bianco ed il nero e la quadricomia domiciliava solo nelle menti più fantasiose.
Anselmo Faidit
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