Dopo l’invasione delle cavallette ecco le cimici e gli orsi
Le cavallette nelle campagne di Nuoro hanno provocato ingenti danni, ora con il caldo improvviso si sta verificando una vera invasione di sciami di cimici che si stanno moltiplicando nel nord Italia costringendo anche nei centri abitati i cittadini a barricarsi in casa con porte e finestre chiuse mentre nelle campagne si contano i danni provocati da questi insetti insaziabili che stanno colpendo meli, peri, kiwi, ma anche su peschi, ciliegi, albicocchi e piante da vivai con danni che possono arrivare fino al 40% dei raccolti nei terreni colpiti.
L’arrivo in Italia della “cimice marmorata asiatica”, particolarmente pericolosa per l’agricoltura perché prolifica con il deposito delle uova almeno due volte all’anno con 300-400 esemplari alla volta, con le punture rovinano i frutti rendendoli inutilizzabili, col rischio di compromettere seriamente parte del raccolto.
La situazione è difficile in tutto il Nord dal Friuli al Veneto, dalla Lombardia all’Emilia Romagna fino in Piemonte.
La diffusione improvvisa di questi insetti che non hanno nemici naturali è stata favorita dalle alte temperature.
La lotta in campagna per ora può avvenire solo attraverso protezioni fisiche con reti a difesa delle colture.
Per contrastare la proliferazione dell’insetto alieno è importante proseguire a marcia spedita con la ricerca per interventi a basso impatto ambientale, attività già avviata con importanti centri universitari.
La Commissione Agricoltura del Senato ha approvato all’unanimità ad aprile una risoluzione contro l’invasione della cimice asiatica che impegna il governo ad approvare rapidamente il decreto ministeriale per l’immissione di specie e popolazioni non autoctone di organismi antagonisti di insetti alieni nel territorio italiano e ad accelerare le altre fasi dell’iter per autorizzare l’uso della vespa samurai (Trissolcus japonicus), antagonista naturale della cimice.
Serve dare la massima priorità ad accelerare quanto più possibile le fasi dell’iter di autorizzazione in modo da consentire l’azione in campo contro la cimice asiatica già durante la campagna agricola 2019.
Se le cimici provocano vere stragi delle coltivazioni, per l’uomol’unico pericolo è quello di restare vittima del cattivo odore che gli insetti emanano se schiacciati.
Il nome scientifico è Halyomorpha halys, o cimice marmorata ed è un insetto originario dall’Asia orientale, in particolare da Taiwan, Cina, Giappone.
Gli studiosi la definiscono una varietà estremamente polifaga che si nutre di un`ampia varietà di specie coltivate e spontanee.
La cimice asiatica è solo l’ultimo dei parassiti alieni che con i cambiamenti climatici hanno invaso l’Italia, provocando all’agricoltura e alle grandi coltivazioni di soia e di mais nel Settentrione danni stimabili in oltre un miliardo.
Siamo di fronte ai drammatici effetti dei cambiamenti climatici che si manifestano con una tendenza al surriscaldamento accentuatasi negli ultima anni ma anche con il moltiplicarsi di eventi estremi, sfasamenti stagionali e precipitazioni brevi ed anche l’aumento dell’incidenza di infezioni fungine e dello sviluppo di insetti che colpiscono l’agricoltura.
Non solo cavallette e cimici asiatiche si sono abbattute sulla campagna, in Trentino lo scorso anno ci sono stati 157 incursioni di orsi con danni a strutture e mandrie e nel 2019 si sono moltiplicati gli assalti contro pecore, vitelli, mucche, asini, anche all’interno delle aziende agricole vicino agli alloggi degli agricoltori o nei pressi dei centri abitati.
La situazione è diventata insostenibile con casi di documentata aggressività che mettono in pericolo la tradizionale attività di alpeggio delle numerose malghe con danni economici ed ambientali incalcolabili.
È necessario creare condizioni effettive di sicurezza nello svolgimento del proprio lavoro agli allevatori che svolgono un ruolo essenziale di tutela paesaggistica e di presidio del territorio, il problema va affrontato ai massimi livelli con il Ministero dell’Ambiente per stabilire le misure da adottare a tutela delle comunità montane.
Del resto, questa situazione si somma ad una serie di problemi di sovrappopolamento di numerose altre specie, dai cinghiali ai caprioli, dai corvidi alle nutrie, per arrivare ai cormorani negli stagni nelle lagune, che moltiplicano in una situazione di assoluta mancanza di adeguate misure di programmazione un’insostenibile presenza ormai conflittuale con il lavoro agricolo.
Gli animali selvatici, che distruggono i raccolti agricoli e sterminano gli animali, causano incidenti stradali per un totale di danni stimato nei campi in quasi 100 milioni di euro all’anno, senza contare i casi in cui ci sono state purtroppo anche vittime.
Claudia Treves
Commenti
Dopo l’invasione delle cavallette ecco le cimici e gli orsi — Nessun commento
HTML tags allowed in your comment: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>