Pitti Uomo 96 chiude in equilibrio e guarda al futuro
Il settore moda maschile nazionale continua a sorridere, il 2018 è andato in archivio con oltre 9,5 miliardi di euro, in crescita del 2,4% sull’anno precedente.
In questa maniera, la moda maschile concorre al 17,2% del turnover complessivamente generato dalla filiera tessile-moda nazionale e al 27,3% della sola parte abbigliamento.
Come riportato dalla nota diffusa dal Centro Studi di Confindustria Moda per Smi, “le prudenziali previsioni rilasciate in occasione della scorsa edizione di Pitti Uomo (gennaio 2019), quando si era stimata una dinamica pari al +1,5%, risultano, quindi, superate a consuntivo, grazie ad una moda maschile che si è dimostrata meno sensibile al deterioramento congiunturale. Proprio le esportazioni si sono del resto rivelate ben più vivaci di quanto in via cautelativa stimato in base al trend del commercio mondiale e, non di meno, le importazioni si sono mantenute su ritmi vigorosi”.
Le esportazioni, infatti, sono cresciute del 4,9% a circa 6,4 miliardi (sono esclusi i prodotti junior), con un’incidenza sul fatturato del 67,2%.
Le importazioni, invece, si sono attestate a quota 4,3 miliardi, in crescita dell’8,6%.
“Se si considera il mercato italiano nel corso del 2018 gli acquisti di moda maschile da parte delle famiglie residenti presentano un peggioramento del trend negativo. Le rilevazioni effettuate da Sita Ricerca per conto di Smi indicano una diminuzione del sell-out di moda maschile pari al -4,8% con riferimento all’anno solare, in deterioramento dunque rispetto al calo del -1,5% archiviato nel 2017”.
Martedì 11 giugno è partita la quattro giorni di Pitti Uomo giunta alla 96a edizione.
Nella Fortezza da Basso sono stati ospitati 1.220 marchi, di cui 549 esteri e 230 tra nomi nuovi e rientri, che sono stati distribuiti su 60mila metri quadrati di superficie espositiva.
Il tema di questa edizione è stato The Pitti Special Click, per il quale il Piazzale Centrale della Fortezza si è trasformato nel set design curato da Sergio Colantuoni. Nello specifico lo spazio espositivo ha ospitato il più grande allestimento mai realizzato a Pitti: una palafitta di 1000 metri quadrati sorto nel cuore della Fortezza, a creare un percorso circolare, un grande anello delimitato da grandi pertiche con bandiere che si muovono al vento.
“Abbiamo registrato una grande effervescenza in Fortezza da Basso e in città –ha dichiarato Raffaello Napoleone, amministratore delegato di Pitti Immagine – e questo è il primo evidente segnale dello spirito di un’intera industria che si rappresenta a Pitti Uomo e che crede nel futuro, muovendosi in sintonia con i grandi cambiamenti della comunicazione, del consumo e della distribuzione, investendo in ricerca, materiali e nuove tecnologie”.
Pitti Uomo ha confermato di essere il crocevia globale delle tendenze e delle novità portate dai numerosi imprenditori della moda maschile. il luogo da dove prende slancio la campagna vendite delle aziende, come pure l’occasione in cui si promuovono o si o lanciano nuovi progetti.
È il luogo ideale ove i compratori hanno la possibilità di scoprire nuovi brand, giovani designer, inediti progetti realizzati con approccio curatoriale.
L’anno in corso è una stagione difficile ed è noto: i principali indicatori dell’andamento del commercio internazionale indicano rallentamenti quasi ovunque, fenomeno che si verifica immancabilmente quando c’è una forte frenata dell’economia globale, a cominciare da paesi chiave come Cina e Germania.
Tutto ciò si riverbera in modi e misure non uniformi sui singoli settori e i singoli mercati, ma è certo che i consumi di moda in Europa sono molto poco dinamici, ci vogliono stimoli forti per scuotere compratori e consumatori.
Per quanto riguarda Pitti Uomo, grazie alla salda posizione di leadership, ha retto molto bene. Alcuni importanti mercati sono aumentati, come Francia, Turchia, Hong Kong, Belgio e Russia; altri hanno perso qualche punto percentuale, come Germania, Spagna, Giappone e Stati Uniti e Italia.
Oggi la distribuzione sta cambiando tanto, un compratore di una grande piattaforma online pesa quanto decine di boutique specializzate anni fa.
A conclusione di Pitti Uomo 96, i primi dati finali registrano un’affluenza di oltre 18.500 compratori, dei quali 8.200 circa esteri provenienti da quasi 100 paesi. Nella classifica dei primi 15 mercati esteri sempre in testa la Germania, seguita da Giappone, Spagna, Regno Unito, Olanda, Francia, Turchia, Stati Uniti, Svizzera, Cina, Belgio, Corea del Sud, Russia, Austria e Hong Kong.
Anche per questa edizione si sono superati i 30.000 visitatori in totale.
Bruno Galante
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