Il gigantesco giro finanziario che ruota attorno ai migranti
Ogni giorno si scopre un lapillo che si aggiunge alla composizione del gigantesco mosaico economico e finanziario denominato migrantes, generato da quanti si avventurano nel Mediterraneo alla ricerca di un eldorado inesistente.
I tanti che hanno sventolato la bandiera della carità, della fratellanza, dell’umanità e di altre fantasticherie lo hanno fatto principalmente per nascondere il business che scaturisce dai gommoni e dai suoi momentanei occupanti.
Un vorticoso giro di milioni di euro che si depositano sui conti correnti di pochi intrallazzatori con la maglietta rossa o biancorossa.
Nessuno di costoro ha voglia di parlare della drastica riduzione di cadaveri finiti in fondo al mare, vi è l’ordine di tacere sulla miriade di Ong legate alla sinistra e alle lobby mancine, se ne discute solo quando non se ne può fare a meno e per il minimo indispensabile.
Ora che il rubinetto delle laute elargizioni nazionali è stato ridimensionato si comincia a scoprire quell’altro ciclopico rubinetto gestito da Bruxelles.
All’indomani dell’approvazione in Consiglio dei ministri del Decreto Sicurezza bis, che tra le altre cose prevede sanzioni per le navi (anche di Ong)che non rispettano il divieto di ingresso nelle acque territoriali, spunta l’elenco delle Organizzazioni non governative finanziate dall’Unione europea.
L’elenco e gli importi sono contenuti in un report della Commissione europea che, finalmente, ha deciso di alzare il velo sui fondi di cui beneficiano questi enti.
È stato pubblicato un elenco di tutte le Ong finanziate ufficialmente dal DG Budget, il portafoglio del Direttorato Generale dell’Ue.
È un primo passo verso la trasparenza e la correttezza nei confronti di milioni di cittadini.
Partiamo dal totale. Per le Ong la Ue ha speso, nel 2017, un miliardo 427 milioni 431mila e 541 euro.
Questi rischiano però di essere solo una parte degli effettivi investimenti dell’Ue verso le Ong.
Difatti, ancora oggi, i database europei sono carichi di oltre 73.000 nomi di associazioni ed enti e non si è ancora trovato il modo di uniformare il sistema informatico per avere una certezza assoluta degli esborsi reali.
In altre parole: di fatto non si sa né chi è stato finanziato né per quale importo né l’esborso complessivo.
Nell’elenco delle Ong il primo posto spetta alla tedesca Max Plank, e non poteva essere diversamente visto lo strapotere esercitato dal cancelliere Merkel, che non è precisamente un’organizzazione caritatevole, ma si occupa di ricerca scientifica senza fini di lucro e per questo ha potuto accedere ai finanziamenti.
L’Istituto Max Plank ha ottenuto 164.485.070 euro.
Al secondo posto c’è il Danish Refugee Council con 108.805.541 milioni di euro.
Terzo posto per il Norvegian Refugee Council con 94.937.540.
Quindi solo tre organizzazioni hanno incassato dalla Ue qualcosa come 368 milioni 228mila e 151 euro, il 25,8% del totale degli stanziamenti.
Non si può dire che alle altre organizzazioni restino le briciole, ma quasi.
Quello che, infine, stupisce è che nell’elenco dei finanziamenti alle Ong non esistano associazioni italiane, almeno nelle prime 30 più sussidiate. L’Italia è comunque un Paese che spende una parte considerevole del proprio Pil in aiuti umanitari agli Stati in via di sviluppo.
Il Decreto Sicurezza bis, sebbene limato rispetto alla prima versione circolata, è stato approvato in Consiglio dei ministri l’11 giugno 2019.
Oltre al potenziamento degli agenti sotto copertura e delle intercettazioni per il contrasto al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, in materia di immigrazione il testo – che ora dovrà passare al vaglio del Parlamento – introduce multe da 10mila a 50mila euro per chi trasgredisce il divieto di ingresso nelle acque territoriali.
La sanzione amministrativa viene notificata al comandante e, se possibile, all’armatore e al proprietario della nave in questione: spesso, quando si tratta di imbarcazioni che trasportano migranti recuperati nel Mediterraneo, a gestirle sono proprio Organizzazioni non governative.
In caso di reiterata trasgressione è prevista la confisca della nave come sanzione accessoria.
Arnaud Daniels
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