Maggiori controlli sui prodotti agricoli d’importazione
Il presidente della Commissione Agricoltura Ue si è formalmente impegnato, davanti alle 60 rappresentanze del Copa-Cogeca, a cambiare i presupposti del Ceta, l’astensione dell’Italia dopo la dura presa di posizione della Coldiretti contro l’import di riso previsto nell’accordo col Vietnam, la cancellazione dell’ologramma di Stato (legato al codice doganale) sui prodotti agroalimentari, già approvato in Commissione.
Sono solo alcuni esempi che confermano l’autorevole ruolo di rappresentanza della Coldiretti evidenziato dal presidente Ettore Prandini, in occasione dell’assemblea nazionale dei presidenti, alla presenza del segretario generale Vincenzo Gesmundo.
Un messaggio: quando la Coldiretti si muove sostenendo posizioni giuste per gli agricoltori e i consumatori la politica ne prende atto.
Prandini ha sottolineato come l’apertura delle frontiere al riso del Vietnam vanificherebbe i risultati ottenuti con lo stesso prodotto della Birmania dove il riso viene realizzato sfruttando i bambini e utilizzando fitosanitari pericolosi per la salute.
Stessa opposizione nei confronti dell’Accordo Mercosur soprattutto per quanto riguarda i rischi per le derrate zootecniche (sono recenti gli scandali che hanno riguardato polli e carni rosse del Brasile) e lo zucchero.
Da qui l’invito di Prandini a continuare a osare perché anche “se le nostre azioni sembrano solitarie non è così noi abbiamo come alleati i cittadini consumatori”.
La Coldiretti ha lamentato le attuali difficoltà politiche che rischiano di penalizzare l’Italia nelle scelte europee.
Altri paesi stanno tessendo rapporti e non solo per i commissari, ma anche per i gabinetti dei commissari che devono seguire i protocolli.
In prima linea per la Coldiretti c’è infatti l’etichetta con l’indicazione dell’origine che va difesa a Bruxelles.
Un altro nervo scoperto è quello della trasparenza dei flussi di importazione con un ministero della Salute che frena sulla cancellazione del “segreto di Stato” sui prodotti che arrivano dall’estero e che finiscono nei cicli di produzione delle industrie italiane.
Una battaglia che la Coldiretti è pronta a condurre fino in fondo.
Cosi come tra i dossier aperti con la Ue c’è l’etichetta a semaforo nutriscore che Coldiretti intende contrastare con una proposta da presentare a Bruxelles sull’esclusione per Dop e Igp per tenere conto che si tratta di prodotti non modificabili perché realizzati in base a rigidi disciplinari.
Nella lista delle incompiute ci sono anche altri capitoli strategici.
Per esempio la fauna selvatica, un problema che le aziende associate vivono sulla loro pelle.
Tante denunce, per ora nessuna risposta giusta, ma nessuna intenzione di fermarsi.
Gli animali degli allevamenti non valgono meno di orsi e lupi e dunque non siamo disposti a mettere in discussione il nostro sistema produttivo per ambientalisti e animalisti.
Anche perché i primi veri ambientalisti sono gli agricoltori che tra l’altro non vengono neppure risarciti per i danni provocati dalla fauna selvatica.
Un altro problema è legato al trattamento del compost agricolo come un rifiuto, mentre in Olanda da anni è gestito come sostanza organica.
L’utilizzo del compost e digestato come fertilizzante potrebbe svolgere un’azione positiva per l’ambiente anche per la capacità di trattenere l’acqua in un Paese dove da 50 anni non si realizzano bacini di accumulo e solo il 10% dell’acqua viene trattenuto.
E senza acqua non si può produrre cibo di qualità.
Anselmo Faidit
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