Business di documenti rubati e identità false tra i clandestini
Furto d’identità e contrabbando di documenti per immigrati che sognano la Francia, la Germania, l’Inghilterra, l’Europa.
È una storia tutta francese quella che la settimana scorsa ha visto l’arresto di sette uomini e una donna che per anni hanno gestito il traffico di passaporti.
A Parigi e a Nizza la polizia dell’Ufficio centrale francese per la repressione dell’immigrazione irregolare (OCRIEST) ha convalidato la detenzione per sei della banda accusati di falsificazione, furto, associazione criminale e assistenza per “residenza illegale”.
Gli altri due sono ora sotto controllo giudiziario. Le prime rivelazioni dell’indagine riferiscono di circa 500 passaporti e documenti rubati, ma pare che si possa parlare di una cifra da moltiplicare per quattro.
Tutto inizia prima del 2016 nel 18° arrondissement di Parigi, al limite nord della città, sulla rive droite. Quello che, per intenderci, comprende l’antico comune di Montmartre.
In particolare, siamo al boulevard Barbès, che dal 2012 è stato inserito dal governo tra le 64 (quelle ufficiali) zone di sicurezza prioritaria.
Perché, come in tante altre zone del Paese, vi circolano armi ed è presidiato da militari per il rischio di terrorismo e radicalismo islamico.
È considerato il quartiere musulmano di Parigi, e là si forma la banda che per adesso, secondo le autorità, conta otto individui intenti a vendere documenti d’identità rubati per consentire il via vai di immigrati dalla Turchia e dalla Grecia.
Nel 2016 balza agli onori della cronaca l’arresto di due francesi – con falsi passaporti belgi – ai quali vengono sequestrati 130 carte d’identità francesi.
Le indagini si intensificano, ma fino allo scorso mese restava solo un pugno di mosche.
In autunno infatti uno dei due arrestati nel 2016, e nel frattempo rilasciato lo scorso giugno, effettua un bonifico a una russa residente a Parigi.
La donna, sconosciuta alle forze dell’ordine, si scopre essere in contatto con personaggi già segnalati alla polizia.
Le indagini continuano e si scopre che l’autore del bonifico è a capo di una squadra ben strutturata. Una cellula gerarchizzata dove i “soldati semplici” facevano da borseggiatori con sede a Barbès.
Per i ladri era una pacchia vista la quantità di cellulari e contanti rubati.
I documenti venivano poi consegnati ai capi per essere rivenduti.
In questi giorni sono state ritrovate 130 carte d’identità e passaporti all’ospedale Lariboisière.
E pare che in alcuni casi i documenti siano stati rivenduti anche due volte da un contraffattore che faceva base a Nizza.
Uno di quei professionisti in grado di cambiare la foto e il nome sul passaporto e rivenderlo a circa 500 euro.
La truffa organizzata ha prodotto guadagni stellari.
E dall’inchiesta emerge che un passaporto del genere, all’estero, spesso viene venduto anche per qualche migliaio di euro.
Quasi tutti i documenti d’identità sono stati inviati in Turchia e Grecia, da lì un traffico di immigrati irregolari per i quali alle frontiere nessuno mai ha avuto qualcosa da ridire.
Nell’ambito delle indagini è emerso, infatti, che le forze dell’ordine sono state in grado di intercettare un immigrato che tentava di ritornare in Francia con un passaporto rubato a Barbès diversi mesi prima.
Uno solo delle centinaia adesso in giro per la Francia, e per l’Europa probabilmente.
La nuova indagine estiva non rappresenta, però, niente di nuovo.
Anzi, finisce accanto ad altre inchieste per fatti simili di cui la Francia è stata vittima negli ultimi anni.
Nel 2017, non meno di 8.022 persone sono state smascherate in Francia perché circolavano con falsi documenti.
Quella volta, intercettati dalla polizia di frontiera, erano in possesso di permessi di soggiorno rubati, visti falsi e carte d’identità, passaporti, patenti di guida e documenti di stato civile contraffatti.
Dalle indagini emerse che 774 erano albanesi, 463 guineani, 417 algerini, 311 congolesi, la maggior parte dei sospetti erano immigrati clandestini.
A cavallo tra il 2017 e il 2018 sono stati sequestrati contemporaneamente 16.852 documenti falsi provenienti da tutto il mondo.
Guglielmo d’Agulto
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