Andrea Dovizioso vince in Austria e riapre il campionato
Con un gran colpo di reni e di fegato il Dovi si aggiudica il Gran Premio d’Austria ed accende un barlume di speranza per il titolo MotoGp 2019.
Mancano altri 8 circuiti ed il distacco tra Andrea e Marc Marquez è notevole, lo spagnolo è a 230 punti con il pilota della Ducati che insegue a 172.
Recuperare 58 lunghezze al campione del mondo non è né facile e neppure semplice visto che sinora di Gran Premi se ne è aggiudicati ben sei oltre a quattro secondi posti.
Qualora ve ne fosse stato bisogno il forlivese ha ribadito a chiare lettere di possedere le peculiarità per entrare nell’olimpo dei fuoriclasse.
In Austria si è assistito ad una battaglia intrisa di coraggio e di tecnica, battaglia che si è conclusa all’ultimo giro e all’ultima curva del Red Bull Ring di Spielberg.
Scene che meritano di essere inserite negli annali delle due ruote un successo che rimarrà nella mente e nel cuore dei tifosi per moltissimo tempo.
Al di là dei 25 punti che vengono assegnati per il podio più alto, ma ci sono traguardi che hanno un peso specifico maggiore e che rimangono impressi nella mente degli stessi piloti, dei tecnici e addetti ai lavori, ma soprattutto rimangono ben nitidi nella memoria di milioni di appassionati.
Il totale delle vittorie in MotoGp del Dovi sono in tutto 14.
Inizia ad essere consistente il bottino di successi dell’alfiere italiano nella classe regina, dietro soltanto nella classifica degli italiani più vincenti a due mostri sacri come Agostini e Rossi.
inque di questi 14 successi sono arrivati al fotofinish contro l’alieno Marc Marquez.
Andrea è l’unico che può vantare un bilancio positivo negli scontri diretti per la vittoria con Marc, nei 14 Gran Premi in cui i due hanno lottato per la vittoria la spartizione è stata pari, 7 a testa.
Ogni traguardo ha una sua storia ma quello dello Spielberg probabilmente è la più gratificante di tutte.
Gratificante perché ottenuta contro il miglior Marquez di sempre, sconfiggerlo è sempre un piacere ma batterlo all’ultimo giro e giusto all’ultima curva dopo un duello durato tutta la corsa, ti riempie di adrenalina.
Il Cabroncito è ormai diventato una macchina praticamente perfetta, un marziano nato e creato per dominare in lungo e in largo questa disciplina, e nel tempo migliora sempre di più.
Vero, nel 2014 aveva vinto tutte le prime dieci gare stagionali, ma questo Marc sembra ancora più forte di quello di 5 anni fa a livello di maturità, talento e dominio sugli avversari.
Se poi ci aggiungiamo l’ormai perfetto connubio moto-pilota, ecco che abbiamo il rider praticamente imbattibile.
Imbattibile per tutti fatta eccezione di Andrea.
Vi è chi ha paragonato il sorpasso dello Spielberg a quello di Valentino su Lorenzo nel 2009 sul circuito di Barcellona.
Quello forse rimane inarrivabile, dato che si trattava di due moto identiche, su due gomme identiche, in un punto della pista veramente impossibile come l’ultima curva del circuito catalano.
Questo non è a quel livello: l’ultima curva di Spielberg è adatta a queste manovre, lo dimostra anche il tentativo di sorpasso di Marquez su Dovi proprio due anni fa.
Inoltre i due piloti erano su gomme differenti (Marquez con la media e Dovi con la soft), oltre ad essere su due moto diverse.
Di sicuro questo è il sorpasso più adrenalinico della carriera di Andrea il quale così ha commentato l’epica vittoria d’Austria.
“In che posto è nella mia classifica delle vittorie? Questa se la gioca, forse è al numero uno perché non avevamo la velocità, per la strategia aggressiva. E l’ho fatta, come quella di Marquez del resto. Lui è uscito male alla curva 3 e io ho risposto alla 4. Dopo è subentrata tutta una strategia, ma abbiamo lavorato bene”.
L’appuntamento è per il 25 in Inghilterra a Silverstone.
Bruno Galante
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