Mediterraneo sempre mosso, gli Us avvertono i turchi
Se ne Mediterraneo centrale è un viavai di gommoni, di schiavisti, di ong politicizzate, nel Mare Nostrum dell’est si stanno accendendo focolai che potrebbero divampare velocemente.
Il motivo del contendere sono lo sfruttamento dei giacimenti di idrocarburi trovati al largo di Cipro.
La situazione politica e amministrati della terza isola del Mediterraneo è di quelle fortemente rischiose.
Nella parte settentrionale dal 1983 è stata proclamata la Repubblica Turca di Cipro del Nord ed è stata riconosciuta solamente dalla Turchia, occupa circa un terzo della superficie dell’isola con meno di 300mila abitanti.
La Repubblica di Cipro, di etnia greco-cipriota conta oltre 1.140mila residenti, nel 2004 è entrata a far parte dell’Unione Europea.
Il contenzioso in essere da oltre un secolo tra turchi e greci si è acuito ulteriormente nelle ultime settimane dopo che al largo dell’isola è stato scoperta una delle più importanti riserve di gas naturale al mondo.
Nelle opere di perforazione è impegnata la società americana ExxonMobil.
Al largo di Antalya è al lavoro la piattaforma turca di trivellazione il “Conquistatore” (Deep Sea Metro II).
Lo scorso 4 novembre il presidente ras turco Recep Tayyip Erdogan aveva definito “pirati” e “banditi” le multinazionali che volevano appropriarsi dei giacimenti ciprioti.
Visto il silenzio e l’inoperosità concreta di Bruxelles ci hanno pensato gli Stati Uniti a disconoscere alla Turchia i presunti diritti di trivellazione avanzati negli ultimi mesi.
Nei giorni scorsi il Dipartimento di Stato degli US ha diramato un comunicato sufficientemente chiaro: “Ogni attività illecita in questa parte del Mediterraneo posta in essere dalla Turchia deve cessare. Questi passi provocatori non fanno che aumentare le tensioni”.
Nella zona dei giacimenti vi sono ben quattro navi operative, ciò oltre ad essere illegale è una manifesta provocazione.
L’area interessata è interna alla Zona Economica Esclusiva, ZEE, di competenza del governo di Nicosia della Repubblica di Cipro.
Ovviamente il ras turco non è d’accordo e l’area dei giacimenti va riconosciuta alla Repubblica di Cipro e alla Repubblica Turca di Cipro.
A Bruxelles hanno approvato delle sanzioni contro Ankara ma queste hanno solo fatto sorridere Erdogan. Ora è intervenuto Donald Trump con piglio fermo.
Siamo appena agli inizi di quest’altro contenzioso.
Arnaud Daniels
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