Altri 40 km di muro al confine tra Slovenia e Croazia
Nel mentre tutti sono impegnati ad indovinare come andrà a finire il totogoverno e chi sarà il prossimo presidente del Consiglio italiano, pochissimi sono stati coloro che hanno saputo della nuova iniziativa messa in atto contro i migranti via terra.
Il ministero dell’Interno della Slovenia, appoggiato dalla stragrande maggioranza degli sloveni, ha annunciato che a breve verrà eretto uno sbarramento di filo spinato di 40 km, che correrà lungo la frontiera con la Croazia.
Attualmente sono 180 km di barriere anti immigrati che presto diverranno 220.
A parere del ministero la costruzione di una nuova barriera di filo spinato renderà la Slovenia maggiormente protetta dall’invasione di immigrati clandestini che si avventurano sulla rotta balcanica per raggiungere l’Ue.
La decisione è stata adottata a seguito dei “dati allarmanti” sugli ingressi in Slovenia di stranieri irregolari avvenuti nei mesi scorsi, specie nel mese di luglio sarebbero riusciti a varcare i confini nazionali “migliaia di soggetti provenienti da Algeria, Afghanistan, Bangladesh, Marocco e Pakistan.
L’esecutivo di Lubiana non ha infatti fornito dettagli né sulla località di confine in cui inizieranno i lavori né sui tempi di realizzazione del progetto, tutto avverrà nella massima segretezza.
Secondo indiscrezioni diffuse dall’emittente nazionale Pop Tv e dall’agenzia di stampa Reuters la costruzione del nuovo muro comincerà in una zona compresa tra i villaggi di Zilje e Zunici, nel sud della Slovenia.
In base a un sondaggio condotto dalla stessa Pop Tv all’indomani delle dichiarazioni ministeriali, il piano governativo diretto a blindare i confini contro gli ingressi di clandestini sarebbe appoggiato dalla quasi totalità dei cittadini.
Netta contrarietà all’opera è stata invece manifestata nel frattempo dalle ong per i diritti umani e dai movimenti locali di sinistra, che hanno promesso di organizzare cortei di dissenso e di promuovere incursioni nei pressi dei cantieri per la costruzione dello sbarramento.
A favore dell’iniziativa si è schierato il sindaco di Gorizia Rodolfo Ziberna, alla guida di un’amministrazione di centro-destra, che ha dichiarato: “Esprimo apprezzamento per la decisione del governo sloveno di innalzare per altri 40 km un argine di filo spinato implementando ulteriormente anche il numero di mezzi blindati. Considerando che ci troviamo di fronte a un confine dell’Europa e non solo di un singolo Stato. Una situazione simile a quella del Mediterraneo, frontiera europea e non solo italiana. È proprio qui che vanno rafforzate le barriere fisiche, essendo snodo del passaggio dei richiedenti asilo e si comprendono perfettamente i timori della Slovenia di un nuovo e imponente flusso di persone gestito da reti criminali organizzate nel traffico di esseri umani. Riuscire a bloccare l’arrivo di migranti dalla Croazia rappresenta una priorità e il raggiungimento dio questo obiettivo avrà delle ripercussioni positive anche sui flussi verso il resto dell’Europa”.
Ma il sindaco Rodolfo Ziberna ha deciso di scrivere ai neopresidenti del Parlamento europeo, David Sassoli, e della Commissione europea, Ursula von Der Leyen: “Da sindaco di un territorio che ha vissuto l’esperienza del muro e anche di una presenza eccessiva e destabilizzante di richiedenti asilo, chiederò all’Unione europea di sostenere gli amici sloveni in questa iniziativa, perché solo così si potrà evitare l’erezione di propri e veri muri, lottando anche contro il vergognoso traffico di esseri umani di cui si parla ancora troppo poco”.
Un’iniziativa simile fosse stata attuata dall’amministrazione Trump sarebbe già scoppiata una rivoluzione informatica.
Riccardo Dinoves
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