Non appena cade il Governo la Borsa sale in media del 5%
Pare di essere tornati alla Prima Repubblica, ai governi estivi, ai governi della durata di qualche settimana o mese. Caduto lo strampalato accordo giallo-verde per delle motivazioni ancora non chiare ma sopratutto realizzato da un partito, la Lega, in costante crescita nei sondaggi.
A presiedere quell’accordo un neofita che giammai si era occupato di politica: Giuseppe Conte. Premier che sarà ricordato più per la ramanzina parlamentare esternata nei confronti di Matteo Salvini, gesto che gli è servito per ottenere un secondo mandato governativo.
Suoi sponsor principali sono Emmanuel Macron e Angela Merkel ai quali si è aggiunto, marginalmente Donald Trump che ha voluto ricompensare il presidente francese per i vantaggi ottenuti al recente G7 di Biarritz.
Ora che, pare, la composizione del nuovo esecutivo sia in dirittura d’arrivo cerchiamo di osservare cosa accade al mondo della finanza nei momenti in cui la politica annaspa.
Può essere interessante fare un’analisi statistica di Piazza Affari per smontare alcuni luoghi comuni.
La prima domanda è se l’Italia priva di un Governo per la Borsa rappresenta un mercato senza bussola e gli investitori (italiani e stranieri) preferiscono stare alla larga da Piazza Affari?
Le cose non stanno in realtà come molti sarebbero indotti a pensare e un’analisi statistica condotta da SoldiExpert SCF, società di consulenza finanziaria indipendente, dimostra che in base all’andamento di Piazza Affari dal 1973 (fine del primo governo Andreotti) a oggi le crisi di Governo fanno dal punto di vista statistico bene alla Borsa italiana.
Mediamente dalla caduta o fine dell’esecutivo all’insediamento del nuovo, l’indice Comit tende a salire mediamente del +5,28% (l’indice Comit ha il vantaggio di essere una delle serie storiche più lunghe del nostro listino e tiene conto anche dei dividendi staccati, fornendo quindi un rendimento “total return”).
Gli investitori sperano che l’esecutivo futuro sia migliore del precedente ed è significativo che su 38 Governi che si sono succeduti in 46 anni (mediamente uno ogni 14 mesi) nell’86,5% delle volte Piazza Affari sia salita durante il periodo di transizione dal vecchio al nuovo.
Naturalmente ogni crisi di governo è figlia del suo tempo e delle condizioni economiche e finanziarie specifiche dell’epoca, sia a livello nazionale che internazionale, e sono esistite anche crisi o cambi di Governo che hanno lasciato il segno meno sul listino italiano.
Fra le peggiori, la caduta del Governo Forlani nel maggio 1981 (a seguito dello scandalo della loggia P2) a cui succedette dopo un mese il I Governo Spadolini (e la Borsa italiana perse il 14,5%).
Il periodo più positivo senza un Governo pieno è stato nel 1994 precedentemente all’ascesa del I Governo Berlusconi: le attese nei 118 giorni dopo le dimissioni del premier Ciampi erano evidentemente altissime e la Borsa salì del 34,2%.
In realtà il Berlusconi I, in sella dal maggio 1994 al dicembre 1994 (cadde in seguito alla decisione dell’allora segretario della Lega Umberto Bossi di revocare l’appoggio all’esecutivo), non fu particolarmente fortunato per Piazza Affari che perse il 21,4%.
Al Berlusconi IV (dal maggio 2008 al novembre 2011) va il palmares del Governo in carica con la peggiore performance: Piazza Affari registrò un pesantissimo -40,5%.
A seguito della Grande Crisi che dagli Stati Uniti si è propagata in tutto il mondo ma con un effetto più pesante per l’Italia che da allora borsisticamente non si è più ripresa, restando ben lontana dai massimi mentre tutte le altre borse mondiali raggiungevano nuovi record.
La medaglia d’oro, con un anno da incorniciare per la Borsa italiana campione del mondo (il 1985), va senza dubbio al Governo Craxi I dall’agosto 1983 al giugno 1986 con un rialzo da Borsa emergente: +274,5%.
Di rilievo, quando fu in carica, anche la performance di Piazza Affari durante il Governo Prodi I dal maggio 1996 all’ottobre 1998 con un +70% che arrivò prima della caduta perfino al +160% e che fu sfiduciato dal passaggio all’opposizione di Rifondazione Comunista di Fausto Bertinotti.
Il fenomeno che in assenza di Governo i mercati azionari non crollano ma addirittura si rafforzano, come spesso paventato invece da alcuni esperti o dal senso comune, non è solo stato osservato in questi anni in Italia ma anche in altri Paesi e questo apparente paradosso lo abbiamo visto in Belgio (con una crisi di governo durata 541 giorni) e Spagna (oltre un anno) che hanno addirittura avuto il periodo più forte di crescita dell’economia senza governi effettivi in carica ma solo “provvisori”.
Alcuni economisti spiegano che questo fenomeno da una parte è dovuto anche al fatto che la maggior parte delle politiche di governo oramai viene deciso fuori dai paesi sovrani ovvero da Bruxelles e Francoforte e lo spazio di manovra non è poi così largo come i politici in campagna elettorale vogliono far credere.
E l’assenza di un governo c’è chi provocatoriamente ritiene che per un Paese come l’Italia sia quasi un toccasana visto che decenni di provvedimenti economici “salvifici” hanno solo provocato fino a oggi un innalzamento del rapporto debito pubblico/Pil ai massimi livelli mondiali e una delle performance dell’economia fra le più deboli di tutti i Paesi occidentali.
Raimondo Adimaro
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