Frattura di due falangi per un poliziotto al Cpr di Torino
Destò clamore nei giorni scorsi la visita che il deputato pd Ivan Scalfarotto fece nel penitenziario di Regina Coeli perché voleva rendersi conto personalmente delle condizioni degli americani ventenni, Finnegan Elder e Christian Gabriel Natale Hjorth, accusati dell’omicidio del vicebrigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega.
Scalfarotto forse voleva controllare se ai due giovanotti fosse stato torto un capello.
Tanta solerzia e tanta foga caritatevole.
In queste ore un poliziotto è stato ferito alla mano nel Cpr, Centro di Permanenza per i Rimpatri, di Torino, in corso Brunelleschi, gli hanno prescritto trenta giorni di prognosi.
Tre persone sono state arrestate dalla polizia.
La misura è scattata per due marocchini e un tunisino di 24, 31 e 33 anni: sono accusati di danneggiamento, resistenza a pubblico ufficiale e lesioni.
La rivolta di ieri è la terza nell’ultima settimana.
La prima è scoppiata nella notte tra giovedì 29 e venerdì 30 agosto, quando un gruppo di ospiti del Cpr ha dato fuoco ad alcune masserizie.
I disordini si sono ripetuti la notte tra venerdì 31 e sabato 1 settembre.
Questo è quanto ha scritto l’ispettore di Polizia sul suo profilo facebook. “Questa notte, per due ore, da solo e con un manipolo di Carabinieri (cinque), mi sono trovato a fronteggiare 158 ‘ospiti’ (perché così vanno chiamati), sotto una sassaiola pericolosissima durata un tempo interminabile, fino all’arrivo provvidenziale di tre squadre del Reparto Mobile e del loro funzionario… Questi Centri secondo il mio modesto parere hanno utilità pari a zero perché si lavora in un contesto di pseudo detenzione dove l’Autorità pre-costituita viene continuamente messa in discussione, dove le nostre funzioni vengono derise, prese in giro e prese a sputi (e nel caso di specie non è una metafora), dove il controllo dell’ordine pubblico è diventato una chimera impostato essenzialmente sull’opera di mediazione dei singoli ispettori impiegati di turno a rotazione, ma tutto ciò non può quasi mai trovare riscontro quando la controparte con la quale ti confronti è rappresentata da extracomunitari provocatori pluripregiudicati che aspettano mesi per essere rimpatriati, e nemmeno sempre!!!“.
Il poliziotto prosegue: “Per un po’ non voglio sentire parlare di comprensione, integrazione ed accoglienza… questo è il bilancio personale di una notte di guerriglia passata al Cpr di Torino, 30 giorni di prognosi, una bella frattura scomposta di due falangi con prospettazione di intervento chirurgico, due monconi malamente appesi che improvvisamente vanno in direzione opposta a quella che il tuo cervello vorrebbe fare… e mentre i “signori” della politica fanno il gioco delle poltrone, facendo a gara a chi di loro si rivela essere il più capriccioso, in questi Centri di Permanenza e Rimpatrio ad ogni turno si sfiora la tragedia e prima o poi – credetemi – qualcuno si farà male sul serio!!!“.
Infine l’agente ci ha tenuto a precisare: “Questi luoghi sono polveriere sempre pronte ad esplodere per effetto di un singolo che aizza il resto della feccia, così com’è capitato stanotte, ma nessuno dei nostri politici pare averne contezza, invece di venire sempre a controllare quali sono le loro condizioni di vivibilità, provate a verificare in quali condizioni lavoriamo tutti “Noi” che abbiamo giurato fedeltà alla Repubblica…!!! Scusate lo sfogo, ma stavolta ne ho proprio pieni i coglioni…!!!”.
Il 22 febbraio 2018 durante un corteo antifascista a Torino Lavinia Flavia Cassaro, 38enne maestra alle elementari dell’Istituto comprensivo Leonardo da Vinci, urlò ai poliziotti in servizio: “Dovete morire, mi fate schifo”.
Fortunatamente la maestra è stata licenziata.
Niccolò Rejetti
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