Il nuovo Governo intende penalizzare gli agricoltori?
Nella bozza del Dl clima c’è paradossalmente anche un attacco senza precedenti all’agricoltura più green d’Europa che rischia di mettere fuori mercato il Made in Italy rispetto ai partner europei e di condannare all’abbandono e al dissesto idrogeologico gran parte del territorio nazionale.
È quanto denuncia il presidente della Coldiretti Ettore Prandini in riferimento al provvedimento del ministro dell’Ambiente Sergio Costa nel sottolineare che la proposta di riduzione dei sussidi ritenuti ambientalmente dannosi colpirebbe anche i carburanti per la pesca e per l’agricoltura.
Il gasolio è l’unico carburante utilizzabile al momento per i trattori e tassarlo non porterebbe alcun beneficio immediato in termini di utilizzo di energie alternative a favore delle quali dovrebbe invece essere sviluppato un programma di ricerca e di sperimentazione per i mezzi agricoli.
L’aumento dei costi del carburante ma anche la revisione della fiscalità sull’attività di allevamento costringerebbero semplicemente molti pescatori, agricoltori e allevatori a chiudere la propria attività con un devastante impatto ambientale soprattutto nelle aree interne più difficili.
Il risultato sarebbe solo la delocalizzazione delle fonti di approvvigionamento alimentare con un enorme costo ambientale legato all’aumento dei trasporti inquinanti su gomma dall’estero.
L’aumento delle tasse sull’attività di impresa in agricoltura e nella pesca contraddice inoltre gli obiettivi definiti nel programma di Governo e fa perdere competitività al sistema italiano rispetto ai concorrenti degli altri Paesi Europei che non sono colpiti dallo stesso inutile balzello.
L’agricoltura nazionale è la più green d’Europa con l’Italia che è l’unico Paese al mondo con 5155 prodotti alimentari tradizionali censiti, 297 specialità Dop/Igp riconosciute a livello comunitario e 415 vini Doc/Docg, ma è anche leader in Europa con quasi 60.000 aziende agricole biologiche e ha fatto la scelta di vietare la carne agli ormoni e le coltivazioni Ogm e a tutela dei primati nazionali della biodiversità.
Sull’argomento non si è ancora pronunciata Teresa Bellanova, ministro all’Agricoltura.
La Bellanova, essendo brindisina e avendo sbandierato ai quattro venti le sue origini da bracciante agricola, dovrebbe conoscere molto bene le difficoltà che sta attraversando il Salento con la xylella.
Sarebbe da stolti pretendere interventi immediati su una questione che si protrae da mesi visto che il Governo Conte II si è insediato da pochi giorni, ha giurato il 5 settembre, ma qualche segnale era lecito attenderselo.
Appena insediata dichiarò: “ Basta proclami, non è più tempo di propaganda ma di fatti concreti”.
Si sa che è favorevole al Ceta, il trattato di libero scambio tra Ue e Canada che ha eliminato i dazi e fatto crollare le nostre esportazioni, ma è anche per il cibo ogm, quello alterato geneticamente che massacra i nostri prodotti doc e dop.
È un’accanita sostenitrice dell’immigrazione africana e vorrebbe riempire i campi del Meridione di raccoglitori di pomodori provenienti dal continente nero, esattamente come i latifondisti e gli sfruttatori che, da ex bracciante e sindacalista, dovrebbe combattere.
Sostiene che gli italiani non vogliono più fare taluni lavori, particolarmente quelli dei campi, ma, dovrebbe sapere, che gli italiani sono gran lavoratori e non amano essere trattati da schiavi.
Forse sarebbe meglio che si occupasse di eliminare o ridurre lo schiavismo agricolo visto che ha frequentato per decenni la Cgil.
O forse conviene importare i giovanotti dei gommoni molto più disponibili a lavorare a due o tre euro l’ora.
Salvarico Malleone
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