500 scienziati sostengono che non vi è emergenza climatica
“La gente soffre. La gente muore. Interi ecosistemi stanno collassando. Siamo all’inizio di un’estinzione di massa. E tutto quello di cui riuscite a parlare è il denaro e le favole di un’eterna crescita economia. Come osate!”, ha detto Greta Thunberg, la 16enne attivista svedese triste , alle Nazioni Unite qualche giorno fa.
Il climatologo Franco Prodi, fratello dell’ex premier Romano, a proposito dello sciopero degli studenti del 27 settembre ha dichiarato: “Non sono un negazionista, ma non sono convinto che l’allarme dell’Ipcc (Intergovemmental panel on climate change, ndr) dell’Onu sia fondato su una scienza solida”. Poi ha aggiunto: “Ho firmato una petizione, è indirizzata al Senato. Chiede di non fare allarmismi che non siano supportati dalla scienza”.
A proposito della giovincella scandinava ha aggiunto: “Non penso che uno scienziato debba prendere il verbo da una ragazzina. Bene che si susciti nei giovani la consapevolezza, ma non del disastro imminente per il riscaldamento globale. Le consiglierei di dirigere la sua passione verso obiettivi scientificamente più seri”. Sufficientemente chiaro.
Dello stesso parere sono 500 scienziati i quali scartano l’idea di un’emergenza climatica, alimentando il dibattito sui cambiamenti climatici. Il gruppo di scienziati e professionisti del clima e campi affini ha inviato una lettera, la European Climate Declaration, ad Antonio Guterres, segretario generale delle Nazioni Unite, dichiarando che “non c’è un’emergenza climatica”.
Il Prof. Olandese Guus Berkhout ha organizzato la dichiarazione. La lettera del gruppo avvisa l’ONU che “i modelli di divulgazione generale sul clima su cui si basa attualmente la politica internazionale sono inadeguati”.
Questa la traduzione della lettera indirizzata all’ONU, che inizia con una frase: “Non c’è un’emergenza climatica”.
“Una rete globale di oltre 500 competenti ed esperti scienziati e professionisti del clima e campi affini ha l’onore di rivolgere alle Vostre Eccellenze l’annessa European Climate Declaration, di cui i firmatari di questa lettera sono gli ambasciatori nazionali. I modelli di divulgazione generale sul clima su cui si basa attualmente la politica internazionale sono inadeguati. Quindi, è crudele quanto imprudente sostenere la perdita di trilioni di dollari sulla base dei risultati di modelli così imperfetti. Le attuali politiche sul clima minano inutilmente e gravemente il sistema economico, mettendo la vita a rischio nei Paesi a cui è negato l’accesso all’energia elettrica permanente e a basso costo.
Vi invitiamo a seguire una politica climatica basata sul rigore scientifico, sull’economia reale e sulla genuina preoccupazione per quanti sono danneggiati da tentativi di mitigazione costosi ma non necessari
Vi invitiamo anche ad organizzare con noi un meeting costruttivo di alto livello tra scienziati di livello mondiale di entrambi le parti del dibattito sul clima all’inizio del 2020. Tale meeting sarebbe in linea con i principi storicamente provati del rigore scientifico e della giustizia naturale secondo il quale entrambe le parti devono essere ascoltare in modo equo e completo. Audiatur et altera pars!
Gli ambasciatori della Dichiarazione europea sul clima:
Guus Berkhout, professore (Paesi Bassi); Richard Lindzen, professore (Stati Uniti); Reynald Du Berger, professore (Canada); Ingemar Nordin, professore (Svezia); Terry Dunleavy (Nuova Zelanda); Jim O’Brien (Irlanda); Viv Forbes (Australia); Alberto Prestininzi, professore (Italia); Jeffrey Foss, professore (Canada); Benoît Rittaud, docente (Francia); Morten Jødal (Norvegia); Fritz Varenholt, professore (Germania); Rob Lemeire (Belgio); Viconte Monkton of Brenchley (Regno Unito).
Una rete globale di 500 scienziati e professionisti ha preparato questo urgente messaggio. La scienza climatica dovrebbe essere meno politicizzata, mentre le politiche climatiche dovrebbero essere più scientifiche. Gli scienziati dovrebbero apertamente affrontare le incertezze e le esagerazioni nelle loro previsioni sul riscaldamento globale, mentre i politici dovrebbero valutare spassionatamente i reali benefici, così come i costi attesi dell’adattamento al riscaldamento globale, e i costi reali così come gli attesi benefici della mitigazione.
L’archivio geologico svela che il clima della Terra varia da quando esiste il pianeta, con fasi naturali fredde e calde. La Piccola Era Glaciale è terminata nel 1850. Quindi, non è una sorpresa se ora stiamo vivendo un periodo di riscaldamento.
Il mondo si è riscaldato almeno la metà del tasso inizialmente previsto e a meno della metà del tasso atteso sulla base di un netto forcing antropogenico e dello squilibrio radiativo. Ci dice che siamo lungi dal comprendere i cambiamenti climatici.
I modelli climatici hanno molte carenze e non sono remotamente plausibili come strumenti politici. Inoltre, molto probabilmente esagerano l’effetto dei gas serra, come la CO₂. In più, ignorano il fatto che arricchire l’atmosfera di CO₂ è benefico.
La CO₂ non è un inquinante. È essenziale per tutta la vita sulla Terra. La fotosintesi è una benedizione. Più CO₂ è benefica per la natura, rinverdendo la Terra: ulteriore CO₂ nell’aria ha promosso un aumento della biomassa vegetale globale. È buona anche per l’agricoltura, aumentando le rese delle colture nel mondo.
Non ci sono prove statistiche che il riscaldamento stia intensificando gli uragani, le alluvioni, le siccità e disastri naturali simili, o che li stia rendendo più frequenti. Tuttavia, le misure di mitigazione della CO₂ sono dannose quanto costose. Per esempio, le turbine eoliche uccidono uccelli e pipistrelli e le piantagioni di olio da palma distruggono la biodiversità delle foreste pluviali.
Non c’è un’emergenza climatica. Pertanto, non c’è motivo di panico e allarme. Siamo fortemente contrari alla dannosa e irrealistica politica di zero emissioni nette di CO₂ proposta per il 2050. Se emergeranno migliori approcci, avremo tutto il tempo per riflettere e adattarci. L’obiettivo della politica internazionale dovrebbe essere fornire energia sicura e a basso costo in ogni momento e in tutto il mondo”.
La lettera segue una petizione di oltre 90 scienziati italiani, pubblicata nel mese di giugno, che contesta l’affermazione che l’uomo causi il riscaldamento globale come teoria basata su modelli che non sono riusciti a prevedere adeguatamente i cambiamenti climatici.
Gli scienziati italiani hanno scritto:
“L’origine antropica del riscaldamento globale è una congettura non dimostrata, dedotta solo da alcuni modelli climatici, cioè complessi programmi al computer, chiamati General Circulation Models. Al contrario, la letteratura scientifica ha messo sempre più in evidenza l’esistenza di una variabilità climatica naturale che i modelli non sono in grado di riprodurre. Tale variabilità naturale spiega una parte consistente del riscaldamento globale osservato dal 1850. La responsabilità antropica del cambiamento climatico osservato nell’ultimo secolo è quindi ingiustificatamente esagerata e le previsioni catastrofiche non sono realistiche”.
Guglielmo d’Agulto
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