Se la palestra ti fa divenire schiavo di droghe e sozzure
Negli ultimi due mesi sono morti tre ragazzi e il sospetto è che la loro fine sia legata in tutti e tre i casi al doping. Si tratta di tre culturisti arrivati a importanti traguardi nel mondo delle gare di body building. L’ultimo giovane deceduto si chiamava Daniele Pozzi, aveva appena 23 anni.
Non sappiamo se anche lui abbia davvero fatto uso di queste “sostanze”, che da anni sono diventate popolari quanto i comuni integratori. Sappiamo quello che adesso ha deciso di raccontarci Rocco (il nome è di fantasia), un atleta apprezzato nel circuito delle gare di culturismo. Rocco conosceva bene Daniele e ha deciso di alzare il velo sul volto sporco di questo universo.
Rocco ha deciso di farlo dopo anni passati a ingurgitare dosi di anabolizzanti capaci di stendere un cavallo, per dire basta e lanciare un appello ai giovani atleti schiavi del doping.
Si è avvicinato al mondo delle gare mentre era preparatore atletico in una struttura italiana molto famosa. Fu organizzata una gara ‘open’ di bodybuilding con più categorie ed arrivò primo. La preparazione fu semplice e ‘natural’: per un mese eliminò i carboidrati, vivendo solo di pollo, uova sode e zucchine lesse. Fu una tortura arrivare al giorno della gara. Da quel momento non è più stato lo stesso, era entrato nella gabbia delle gare e delle preparazioni.
Per anni e anni non ha più visto null’altro. La forma fisica diviene più importante della spesa da fare per casa: unico obiettivo era quello di diventare un professionista di body building. Decide di prendere un preparatore rinomato e comincia a gareggiare in federazioni minori vincendo tutte le gare a cui partecipava. Ad ogni vittoria aumentava l’autoconsiderazione e la mia smania di prepararsi e gareggiare, sino a quando arriva alla serie A del bodybuilding, quella dei campioni veri.
Il primo anno, seguito da un ottimo preparatore, raggiunge importanti piazzamenti. Si avvicina alle prime sostanze con paura. Pesava 68 chili e aveva una qualità muscolare assurda, con la percentuale di grasso sotto al 3%. Orribile da vedere, sembrava un tossico.
Non si reggeva in piedi. Anche solo svegliarsi e alzarsi dal letto al mattino diveniva un’impresa. Il fegato e i reni erano a pezzi, ma continuava a imbottirsi di sostanze. Il preparatore lo stava allontanando dalla famiglia.
La prima volta che si è dopato è stato con delle pasticche di winstrol.
Non aveva idea dei dosaggi da usare e si affidava al preparatore, che lo trattava come un cavallo, con prescrizioni al limite e oltre. Poi aggiunge l’oxandrolone e successivamente gli ormoni tiroidei, i cosiddetti t3.
Ottiene una forma fisica pazzesca, il grasso sparisce, rimangono addosso solo muscoli. Col tempo la paura delle sostanze scompare e passato dalle pasticche a quelle iniettabili. Il preparatore gli procurava del trenbolone acetato, al quale aggiungeva winstrol e t3.
Al secondo e terzo anno di gare continuò interrottamente così: interrompeva per un paio di mesi e poi riprendeva subito per non perdere la condizione ottenuta in anni di sacrifici. Giunge al punto di iniettarsi mezza boccetta in un giorno solo, una quantità enorme. È il periodo in cui, pieno di sostanze, ottiene i migliori risultati della carriera agonistica.
Gli effetti? Trascorre notti in cui pensava di morire, con il testosterone che insieme al troppo caldo gli dava alla testa. Poco sonno, sempre nervoso, sudorazione continua, attacchi di panico ogni secondo: è uno dei peggiori momenti di tutta la sua vita. La chimica crea una dipendenza inconscia.
Recuperava tutto nell’ambiente delle gare ma comunque oggi nelle palestre si trova ogni cosa. Poi esistono talmente tanti venditori online che è diventato più difficile trovare alcuni integratori.
Ormai i ragazzi vivono solo per apparire, hanno idoli di venti anni che solo guardandoli si capisce quanto ne abbiano abusato. Non possono essere arrivati a quel punto solo con riso, pollo e verdure.
Adesso la moda sono i coaching on line: i ragazzi contattano gli atleti famosi per farsi seguire con schede di allenamento, diete, protocolli di chimica e di integrazione. Il trenbolone e il testosterone sono usati come se fossero proteine o creatina, è assurdo vederli massacrarsi così.
Gli dicono tanto non ti fa nulla, tanto stai basso di dosaggi, ma nessuno di loro è un dottore.
Vi è un coach online privo di scrupoli, molto conosciuto, ha un sacco di ragazzini al suo seguito che pendono dalle sue labbra ma sono carne da macello. Ne abusano, prendono dosi da cavalli. Vi sono ragazzi che buttano in corpo più di tre grammi a settimana di sostanze, come fossero caramelle, e tutto questo per cosa? Per la coppa di latta o per diventare l’atleta del giorno?
Neanche Arnold Schwarzenegger abusava tanto. Il bodybuilding è portare il proprio corpo all’estremo ma forse si è andati oltre. Forse anche troppo. Esistono giudici e preparatori corrotti, uomini e donne, anche molto giovani, che si barattano per una preparazione o per un piazzamento a una gara.
All’interno dei circuiti di body building tutti sanno.
Basta guardare il programma di una gara di alcune federazioni, per esempio alcune sono uscite dal Coni per essere esentate dai controlli antidoping. Hanno duemila categorie, per avere un numero di partecipanti sempre maggiore.
Tutto ruota attorno al denaro: chi si avvicina a questo mondo viene spremuto come un arancia. Tanti ragazzi hanno perso i sani valori sportivi e umani, si sono avvicinati al doping come se si trattasse di integratori.
Sono entrati in quel tunnel dal quale non si esce tanto facilmente.
Salvarico Malleone
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