Per Leah Sharibu sarà un Natale ancora da schiava
Leah Sharibu è viva, ma salvo miracoli passerà il suo secondo Natale nelle mani di Boko Haram. I terroristi non la liberano perché non si è convertita all’islam e perché probabilmente l’hanno sposata a un loro comandante.
Questo è il pensiero del reverendo Gideon Para-Mallam, missionario, pastore protestante, ambasciatore della Ifes (International Fellowship of Evangelical Students), tutore e portavoce della famiglia di Leah Sharibu. La 16enne nigeriana è stata rapita il 19 febbraio 2018 a Dapchi, Nigeria, dagli islamisti insieme ad oltre 100 ragazze.
Ma lei è l’unica a non essere stata liberata perché cristiana, prigioniera contro la sua volontà.
Si trova in cattività ormai da 669 giorni e sappiamo che i terroristi la usano come schiava sessuale. Il governo federale continua a non fare niente per liberarla.
È difficile rispondere perché qualunque cosa uno dica, va verificata e quando si tratta di un gruppo letale come Boko Haram non è facile avere certezze.
Leah è ancora in prigionia perché si è rifiutata di abiurare la sua fede cristiana e non si è convertita all’islam, come ordinatole dai terroristi di Boko Haram.
È interessante notare che la fazione di Boko Haram, chiamata Iswap, ritiene che i musulmani non vadano attaccati e critica l’altra fazione terroristica per avere ucciso sia cristiani che musulmani negli anni scorsi.
Quindi adesso tendono a non tenere come prigionieri i musulmani, ma solo i cristiani.
È un miracolo che Leah, Alice, Grace e molte altre siano ancora vive.
A meno che non succeda un miracolo e Leah venga liberata prima di Natale, il 25 dicembre rappresenterà il giorno numero 674 in prigionia. Sarà il suo secondo Natale passato in cattività.
I politici europei che tanto si attivano per i migranti del Mediterraneo che sono alla ricerca dell’eldorado immaginario, girano la testa dall’altra parte di fronte a realtà come quella di Leah, dei tanti cristiani ancora nelle mani di Boko Haram.
Per l’organizzazione terroristica musulmana della Nigeria la sedicenne Leah è diventata una prigioniera importante e la vogliono usare come pedina di scambio.
La persecuzione dei cristiani in Nigeria è reale.
Sia nei circoli ufficiali, che in quelli non ufficiali, si nega ancora oggi che ci sia in Nigeria una persecuzione in atto contro i cristiani.
E questo è insopportabile. Boko Haram agisce apertamente e in modo esplicito.
L’Italia e l’Europa pensano ad altro.
Claudia Treves
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