Chiude Pitti Uomo 97 con il sistema Moda in affanno
Cala il sipario alla Fortezza da Basso di Firenze su Pitti Uomo 97 e con la mente si è già al 16 giugno prossimo, giorno di apertura della 98ma edizione.
L’appuntamento con la moda appena concluso non ha regalato, e non poteva farlo in alcuna maniera se si vanno a scorrere le situazioni politiche, economiche e sociali del nostro Paese e del globo intero.
I dati appena diffusi dagli organizzatori denunciano una leggera flessione principalmente sul mercato interno e poi su alcune aree geografiche interessate da contrasti internazionali.
1203 espositori, di cui 540 esteri (circa il 45 percento), con 265 tra brand nuovi e rientri, per quattro giorni, da martedì 7 a venerdì 10, hanno esposto le loro collezioni ai 21.400 compratori, 8.300 erano esteri ossia il 39 percento.
Numeri che sono inferiori del 10 percento se confrontati con la manifestazione di gennaio 2019, Pitti 95, calo fisiologico e risaputo sul quale incide notevolmente il calo degli italiani.
Negli ultimi dieci hanno abbassato il bandone oltre 60mila attività commerciali, ovvero il 12 percento del totale, mentre vi è una crescita disordinata di alloggi e ristorazione.
A tali handicap occorre aggiungere le date infelici di apertura che sono coincise con l’avvio dei saldi su tutto il territorio nazionale e la stretta vicinanza alle festività natalizie.
In sostanza per essere presenti il primo giorno bisognava partire il lunedì dell’Epifania, il risultato è stato che martedì 7 i corridoi erano pressocché deserti.
Esito facilmente prevedibile, si è recuperato mercoledì e giovedì mentre venerdì è dedicato ai pochi ritardatari e a mezzo giorno molti stand sono già smontati.
Il prossimo gennaio il calendario internazionale dovrebbe slittare di una settimana e sarà un bene per tutti.
Tutte presenti le boutique più rinomate, i grandi magazzini dello shopping internazionale, le piattaforme di fascia alta dell’e-commerce.
Confermati i mercati esteri più importanti: Germania, Giappone, Olanda, Regno Unito, Spagna, Turchia, Francia, Svizzera, Belgio, Stati Uniti, Russia, Corea, Cina, Austria, Grecia, Portogallo, Svezia, Danimarca, Canada, Cina-Hong Kong.
la Redazione
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