L’Algeria si impossessa del mare italiano e Roma tace
Gli algerini dichiarano guerra. E pubblicano i documenti dell’Onu che attestano la registrazione della zona economica esclusiva.
A fare da portavoce al governo algerino il sito filo governativo Algieriepart.
In un lungo articolo a firma del direttore rivolgono un durissimo attacco al sottoscritto accusato di aver scoperchiato la vicenda in chiave antiAlgeria.
Oltre all’attacco personale il fatto più rilevante è l’affermazione degli algerini: quel mare ormai è nostro.
All’attacco al sottoscritto risponderò più tardi.
Vediamo prima il testo della velina di palazzo pubblicata da Algieriepart è chiaro, dopo aver ripercorso la vicenda, afferma: “Infine, il 20 marzo 2018, l’ex presidente Bouteflika ha firmato il famoso decreto tanto criticato da Mauro Pili, che istituisce una zona economica esclusiva al largo della costa dell’Algeria. Ciò ha sicuramente conferito al nostro paese diritti sovrani su una larghezza della ZEE che sale a 200 miglia nautiche (370 km) oltre le linee di base da cui viene misurata la larghezza del mare territoriale. E in questa zona, l’Algeria gode della possibilità di esplorazione e sfruttamento, conservazione e gestione delle risorse naturali, biologiche o non biologiche, acque sovrastanti il fondo del mare, il fondo del mare e il loro sottosuolo , nonché altre attività volte all’esplorazione e allo sfruttamento dell’area a fini economici, come la produzione di energia da acqua, correnti e venti. L’Autorità internazionale dei fondali marini ha inoltre autorizzato gli Stati costieri a rivendicare una piattaforma continentale estesa, quando il margine continentale si estende oltre 200 miglia dalle linee di base, oltre il limite esterno della ZEE tradizionale e conferisce allo Stato costiero diritti sovrani sulla piattaforma continentale allo scopo di esplorare e sfruttare le sue risorse naturali fino a 350 miglia nautiche dalle linee di base. In cambio, lo Stato costiero deve contribuire a un sistema di ripartizione delle entrate derivanti dallo sfruttamento delle risorse minerarie oltre il limite di 200 miglia, gestito dall’Autorità internazionale dei fondali marini. Si noti che l’area rivendicata dall’Algeria si sovrappone anche a quella della Spagna, senza che ciò abbia dato fastidio al popolo iberico. La cosa più importante da notare è che tutte queste decisioni sono state prese nel pieno rispetto delle leggi e delle norme internazionali e soprattutto in considerazione della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare. Per questo l’Algeria ha un vantaggio di prim’ordine!”.
Affermazioni di una gravità inaudita, supportate da documenti ufficiali, chiaramente di fonte governativa, pubblicati integralmente.
Tutti passaggi che vengono attribuiti ad un ex ambasciatore algerino che sarebbe la vera mente dell’operazione ed oggi addirittura giudice nell’operazione internazionale.
E il sito algerino svela un elemento di una gravità inaudita.
Il vice presidente del Tribunale internazionale del mare è lo stesso ispiratore della strategia algerina.
Boualem Bouguetaia è, infatti, membro di spicco del Tribunale internazionale per il diritto del mare dal 1 ° ottobre 2008.
Vicepresidente del Tribunale il 2014 e il 2017, è stato rieletto il 1 ° ottobre 2017 in qualità del giudice del suddetto Tribunale per un mandato di nove anni che va dal 2017 al 2026.
Avvocato e dottore di Stato in diritto pubblico (diritto internazionale) dell’Università di Parigi I, Panthéon-Sorbonne nel 1979, Boualem Bouguetaia era anche membro del Comitato di redazione del preambolo della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto della mare tra il 1976 e il 1980.
Il sito algerino prosegue nella sua difesa dell’atto algerino:
“Quindi quali sono i motivi di questa incredibile controversia sarda che ha scosso tutta l’Italia per alcuni giorni e che riguarda la decisione presa da Algeri, ufficialmente e legalmente, per la delimitazione della sua area marittima internazionale, al punto di mettere il governo italiano in imbarazzo e dover dare spiegazioni?”.
Affermazioni sulla legalità dell’operazione che vengono supportate utilizzando le stesse vergognose parole del governo italiano.
“In effetti, il Segretario di Stato agli Affari Esteri, Manlio Di Stefano, si è espresso pochi giorni fa formulando chiaramente che l’Algeria stava agendo nel quadro della legalità internazionale: “Dichiarando la propria zona economica esclusiva, esercita solo un diritto previsto dalla Convenzione di Montego Bay, il principale riferimento internazionale nel campo del diritto internazionale del mare ”.
Prosegue il giornale algerino:
Allora perché sta succedendo tutto? Dati i diritti esclusivi di sfruttamento delle risorse che contiene, la ZEE è una questione geopolitica importante per molti paesi e una fonte di conflitto per il suo controllo.
Ricordiamo che l’Algeria ha scoperto nell’ottobre 2018 depositi di idrocarburi molto importanti al largo di Bejaia e Oran.
Il nostro Paese ha quindi affidato le major di Idrocarburi Eni e Total, in collaborazione con Sonatrach, l’esplorazione in zone “d’ora in poi territoriali” e questa dichiarazione di delimitazione della sua ZEE tende ad escludere tutti gli Stati interessati allo sfruttamento offshore delle risorse di questa zona.
E se nel Mediterraneo non vi è una distanza superiore a 400 miglia nautiche tra gli Stati uno di fronte all’altro, tutti gli elementi della ZEE possono ancora applicarsi ad esso, e questo è esattamente ciò che pone il problema Sardi.
Perché fu l’Algeria a creare e dichiarare esplicitamente la sua ZEE alle Nazioni Unite, in conformità con la legge del mare, mentre gli italiani non avevano agito.
Questo “legalmente” sancisce il primato degli interessi generali dell’Algeria, che ora si ritiene abbia un primato proprio nell’area, fino al limite di 12 miglia dalle coste della Sardegna!”.
Algeri ha fornito spiegazioni il 20 giugno 2019: “Il governo algerino rassicura il governo italiano della sua piena disponibilità a lavorare insieme, attraverso il dialogo, al fine di raggiungere una soluzione equa e reciprocamente vantaggiosa, sui limiti esterni della zona economica esclusiva Algeria e zona marittima italiana, conformemente all’articolo 74 della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare. ”
Conclude l’articolo algerino:
“Come si può vedere, la battaglia di una parte dell’Italia contro la decisione algerina di estendere i suoi limiti marittimi non ha una base legale, né costituisce una dichiarazione di guerra come suggerito da alcune macchine da stampa transalpine. L’altra osservazione che possiamo anche fare alla luce di questa vicenda, è che fidandosi delle sue reali capacità, l’Algeria può distinguersi e brillare. Meditare!”
Il messaggio algerino è chiaro: quelle acque le abbiamo occupate noi mentre voi dormivate.
Forse è il caso che qualcuno di questi dormiglioni, per non dire altro, al governo dell’Italia e della regione si svegli e reagisca da Stato e non da armata Brancaleone che riesce a farsi fregare il mare anche dall’Algeria!
Mauro Pili – Unidos
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