Il coronavirus in Cina ha quasi azzerato l’inquinamento
Van Morrison invitava il suo ascoltatore a non demordere e a pensare che, prima o poi, nella vita si passa sempre a camminare sul bright side of the road, corrispettivo poetico del nostro proverbiale bicchiere mezzo pieno.
E paradossalmente, anche la crisi da coronavirus che sta paralizzando l’economia globale e alimentando paure fra le popolazioni, porta con sé un effetto collaterale positivo: il crollo delle emissioni inquinanti in Cina, come mostrano questi grafici.
Di fatto, il combinato di fabbriche che lavorano a ritmi che non superano il 30% della normale operatività e il traffico pressoché azzerato nel periodo di grandi spostamenti del Capodanno lunare ha garantito un netto miglioramento della qualità dell’aria.
Un effetto economico indiretto dell’epidemia, che ha comportato un taglio di emissioni di CO2 pari a 100 milioni di tonnellate metriche, una quantità vicina a quella generata dal Cile in un anno.
Peccato che, in moltissimi casi, i cittadini non possano beneficiarne a pieno, visto le esigenze di quarantena in vaste aree del Paese e che nella provincia epicentro dell’Hubei addirittura hanno assunto il profilo del coprifuoco assoluto, salvo le fugaci uscite settimanali per andare al supermarket e in farmacia.
A ulteriore conferma della fase “ecologica” della società cinese, ancorché forzata e imposta, vi è un grafico che compara il consumo quotidiano di carbone, il combustibile fossile più inquinante per antonomasia, nella sua media storica a 10 anni (2010-2019) con quella attuale.
Praticamente, nullo.
Insomma, per riuscire a convertire la Cina in nazione green è servita una pandemia.
E mentre l’interrogativo prospettico rimane quello legato alla variabile del quando e se mai sarà possibile arrivare a un punto di ragionevole mediazione, per ora occorre scegliere da quale parte della strada stare: quella luminosa dell’aria meno appestata di gas o quella oscura di un PIL cinese che per il primo trimestre Morgan Stanley vede al massimo al 3,5%?
Arnaud Daniels
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