Ieri volevano predicare bene e oggi razzolano male male
Vuoi mettere la differenza tra presentarsi a un incontro, un convegno, una manifestazione, in auto blu scuro ed arrivare a piedi come un cittadino qualunque?
E allora la differenza (di stipendio, di immagine, di tornaconto ecc.) dove sarebbe?
Una delle pochissime differenze tra ieri ed oggi è che oggi si sono infrante talune distanze formali come quelle che in passato ai personaggi di alto rango si anteponeva il “don” e nei nostri giorni, grazie alle confidenziali fb-tweet-instagram, si è passati direttamente ai confidenziali “Giggino”, “Matteuccio”, “Beppe” o “Peppino”.
Si sono cancellate alcune formalità.
La sostanza e la ciccia è rimasta tranquilla al suo posto, nessuno ha voluto spostarla di un centimetro. Il dolce continua a piacere.
Vi è stato un tempo in cui Beppe Grillo sul suo blog si lamentava del fatto che in Italia «300 politici» usano l’auto blu, mentre in altri «Paesi europei i ministri si spostano in bicicletta».
Scriveva che si deve togliere la scorta ai politici, si risparmierebbero 250 milioni.
C’è stato un tempo in cui Luigi Di Maio faceva campagna elettorale in treno, prendendosela con l’allora presidente del Consiglio Matteo Renzi che svolazzava in cielo con l’elicottero blu.
In quegli anni, ancora Di Maio, proponeva ai deputati della Camera di smetterla di usare le auto blu, ma di utilizzare invece il car sharing. In quegli anni Di Maio sedeva comodamente sui banchi dell’opposizione.
C’è stato un periodo in cui Riccardo Fraccaro, oggi sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri, si lamentava che, sebbene si fossero tagliate le auto blu, tuttavia si poteva fare di più.
Perché quando si tratta dei privilegi della casta, come nella canzone si può sempre “fare di più”.
Poi vi è stato un altro tempo in cui il neoeletto presidente della Camera, il pentastellato Roberto Fico, per non passare inosservato, si recava a Montecitorio in autobus, con tanto di fotografo e videoperatore al seguito, e per questo lo stuolo di ammiratori e di elettori lo celebravano sui canali del Movimento come il politico immacolato, colui che non gode di “nessun privilegio” e “nessun auto blu”,
C’è stato un tempo in cui la casta, i privilegiati, i rubastipendi erano sempre gli altri.
Era il tempo in cui il Parlamento sarebbe stato “aperto come una scatoletta di tonno” per scoprire “tutti gli inciuci, gli inciucetti e gli inciucioni: quando illumini un ladro il ladro non ruba più!”.
E tu avevi voglia a spiegare che era una bella illusione pensare che bastasse questo moralismo d’accatto per far quadrare i bilanci dello Stato.
Avevi voglia a sottolineare che un ministro o un presidente della Camera devono avere la scorta perché non rappresentano se stessi, ma lo Stato.
Avevi voglia a denunciare le battaglie demagogiche di un movimento che cavalcava l’antipolitica per creare consenso, ma poi non aveva una-ricetta-dicasi-una per rilanciare il paese.
E se l’aveva, queste erano un disastro all’insegna dello statalismo e del manipulitismo. Era incompetenza e incapacità ben mescolate in un unico shaker.
Quel tempo poi è finito e ne è venuto un altro.
Quello in cui il ministro della Difesa Elisabetta Trenta (quella dell’appartamento in centro ricevuto in affitto a pochi euro) non si vergogna di usare l’auto blu per scortare il xcane e non farlo affaticare eccessivamente e in cui il governo rinnova il parco macchine della Pubblica amministrazione arrivando a spendere 170 milioni di euro.
In questo caso, però, il silenzio è d’obbligo per le cinqueesse.
Bazzecole, solo bazzeccole.
E l’altro giorno quando i ministri cinquestelle sono arrivati in Piazza Santi Apostoli a Roma per la manifestazione contro i vitalizi a bordo delle famigerate auto blu?
Nessuno scandalo, ha scritto ieri Il Fatto in un articoletto posizionato pudicamente a pagina 10:
“Siccome parliamo dei ministri degli Esteri e della Giustizia, occorre ricordare che quelle non sono ‘auto blu’ nel senso della macchina con autista che porta a spasso il privilegiato, ma vetture, peraltro blindate, che fanno parte dei dispositivi di sicurezza previsti per i titolari di alcuni incarichi pubblici. Non sono benefit. Né gli interessati possono rinunciarvi completamente”.
C’è stato un tempo in cui per quel “completamente” il Fatto ti avrebbe sbattuto in prima pagina a nove colonne, Grillo ti avrebbe dileggiato in uno show, il Movimento intero avrebbe chiesto per te la galera.
Ma quello era il tempo in cui la casta era Mastella e la vecchia Dc, mica Di Maio.
Salvarico Malleone
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