Albania presente! Europa leggi il discorso di Edi Rama
Il 7 marzo 1991 Brindisi fu invasa da 27mila albanesi fuggiti dalla fame e dal regime comunista, dopo decenni di violenze e sofferenze subite dalla dittatura rossa cominciarono ad assaporare l’odore della libertà e del benessere.
Si riversarono in massa sulle sponde opposte dell’Adriatico convinti che una soluzione sarebbe stata trovata e che un tozzo di pane l’avrebbero ricevuto.
Non furono respinti, furono accolti e si integrarono.
L’8 agosto dello stesso anno il mercantile Vlora partito da Durazzo si diresse verso il porto di Brindisi ma fu respinto e allora puntò la prua a nord e quando fu al largo del porto di Bari due rimorchiatori la agganciarono e la condussero sulla banchina. Sul mercantile erano in ventimila.
Mai più si sono viste scene bibliche di tali dimensioni sull’intero pianeta.
Il loro primo alloggio fu lo Stadio della Vittoria su quel campo di calcio divenuto simbolo del cambiamento globale.
La caduta del Muro e lo sgretolamento dell’Unione Sovietica aveva significato per decine di milioni di cittadini una nuova vita e una nuova speranza.
Gli albanesi sono divenuti parte integrante del tessuto sociale italiano e numerose nostre aziende hanno investito a Tirana, a Durazzo, a Valona e nell’entroterra.
Oggi il nostro Paese è stato invaso da un nemico invisibile che ha messo in ginocchio l’intera penisola.
L’Albania ha poco meno di tre milioni di abitanti, meno della provincia di Milano, non possiede miniere aurifere né pozzi di petrolio.
Però non hanno cancellato le immagini di marzo e agosto del 1991, anche loro sono stati aggrediti dal Covid-19, anche loro hanno contagiati e decessi seppure in numero ridotto, ma hanno saputo trovare la forza di venire in soccorso dell’Italia per quelle che sono le loro possibilità.
Non hanno dimenticato e vogliono ricambiare.
Dal 1991 al 1998, secondo le fonti ufficiali della Bundesbank, per la ricostruzione della Germania Est intervennero capitali esteri per 1.247 miliardi di euro, di questi 371 miliardi appartenevano a quei Paesi che avrebbero costituito l’EU. L’Italia versò alla Germania 39,6 miliardi. Come sovente accade i tedeschi, a seconda delle situazioni, soffrono di amnesia globale transitoria.
Ieri con un aereo dell’Air Albania è sbarcato un team di operatori sanitari per prestare servizio negli ospedali della Lombardia. Li ha accompagnati il premier Edi Rama che ha pronunciato un discorso che merita di essere riportato per intero.
“Lo so che a qualcuno qui in Albania sembrerà strano che trenta medici e infermieri della nostra piccola armata in tenuta bianca partano oggi per la linea del fuoco in Italia. So che trenta medici e infermieri non risolveranno il rapporto tra la forza micidiale del nemico invisibile e le forze in tenuta bianca che lo stanno combattendo sulla linea del fuoco da quella parte del mare. Ma so anche che laggiù è oramai casa nostra da quando l’Italia e le nostre sorelle e fratelli italiani ci hanno salvati, ospitati e adottati in casa loro quando l’Albania versava in dolori immensi. Noi stiamo combattendo lo stesso nemico invisibile e le risorse umane e logistiche della nostra guerra non sono illimitate, ma oggi noi non possiamo tenere le forze di riserva in attesa che siano chiamate, mentre in Italia, dove si stanno curando in ospedali di guerra anche albanesi feriti dal nemico, hanno un enorme bisogno di aiuto.
È vero che tutti sono rinchiusi dentro le loro frontiere, anche Paesi ricchissimi hanno girato la schiena agli altri, ma forse perché non siamo ricchi ma neanche privi di memoria, non ci possiamo permettere di non dimostrare all’Italia che gli albanesi e l’Albania non abbandonano mai l’amico in difficoltà. Questa è una guerra in cui nessuno può vincere da solo. E voi coraggiosi membri di questa Missione per la Vita state partendo per una guerra che è anche la nostra. Oggi noi siamo tutti italiani. E l’Italia la deve vincere questa guerra, anche per noi, per l’Europa e per il mondo intero. Che Dio vi benedica tutti”.
A Berlino e a Bruxelles in tanti dovrebbero leggere il discorso di Edi Rama, stamparlo e incorniciarlo per posizionarlo bene in vista sulle loro scrivanie in mogano. E dovrebbero rileggerselo spesso, molto spesso.
la Redazione
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