Pronto l’ospedale al Portello di Milano, fatti non parole
“Orgoglio lombardo, Regione, la nostra, che costruisce speranza”. Così Giulio Gallera, assessore al Welfare della regione Lombardia, commenta l’inaugurazione di stamani dell’ospedale al Portello di Rho Fiera Milano.
Allo tsunami del Covid-19 che sta travolgendo in maniera inesorabile il nostro Paese, la Lombardia reagisce con grande forza offrendo la costruzione di un ospedale in soli dieci giorni.
In pieno rispetto dei tempi, i padiglioni 1 e 2 di Fieramilanocity , sono stati oggi inaugurati.
L’ospedale Fiera ospiterà duecento pazienti e sarà gestito dal Policlinico di Milano.
Sono stati oltre milleduecento i donatori che hanno contribuito alla realizzazione: in totale sono stati raccolti ben 21 milioni di euro.
Saranno impiegati duecento medici, cinquecento infermieri e altre duecento figure professionali.
I primi ad aprire saranno otto reparti con cinquantatre letti per la terapia intensiva, in una seconda fase verrà aperto il padiglione sottostante con centoquattro letti ed in una terza fase il padiglione 2 con altri quarantotto posti, per un totale di duecento posti letto.
Non è stato realizzato un semplice ospedale da campo, bensì un vero e proprio ospedale specialistico.
Un ringraziamento speciale da parte di Enrico Pezzali, presidente della fondazione Fiera di Milano, va alle cinquecento persone che hanno lavorato con turni h24, senza mai fermarsi.
Alla realizzazione ha contribuito anche il Gruppo Sapio di Monza, fornendo gli impianti di distribuzione, l’ossigeno ed altri gas medicali per la terapia intensiva.
Al grande incontro di stamattina hanno orgogliosamente partecipato il presidente della Fondazione Fiera, Pezzali, il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, il vicepresidente della Regione, Fabrizio Sala, e gli assessori Giulio Gallera e Davide Camparini, grazie al quale oltretutto i letti che si trovavano in Turchia, si trovano ora all’ospedale al Portello.
Assente giustificato Guido Bertolaso, il regista che il presidente della Regione, Attilio Fontana, ha voluto al suo fianco in questa battaglia al coronavirus e che è tuttora ricoverato al San Raffaele.
Insomma, un grande progetto, questo, che grazie all’enorme impegno ed alla collaborazione di tutti, non è rimasto solo su carta, ma è diventata una vera e propria struttura specialistica che offre tanta speranza a tutti coloro che colpiti dall’invisibile mostro del Coronavirus non riescono più a respirare.
Giulia Carena
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