In Africa sono stati colpiti 48 Paesi su 54, è allarme rosso
Cosa accadrebbe se il coronavirus si diffondesse massicciamente là dove anche lavarsi le mani può essere difficile e spesso un reparto di terapia intensiva è un miraggio?
Purtroppo sta accadendo, il cornavirus ha toccato quasi tutti i Paesi africani, 48 su 54. Oltre 5400 i contagi oltre 170 le vittime recensite.
La fascia più colpita è l’Africa del nord: Egitto, Algeria, Tunisia insieme al Sudafrica, Paese che registra più casi in assoluto e dove venerdì sono iniziati 21 giorni di confinamento.
Achim Steiner, amministratore del Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo (UNDP), ottolinea l’inadeguatezza delle strutture sanitarie (in Sud Sudan, ad esempio, non c’è neanche un reparto di terapia intensiva).
Per l’OMS la situazione in Africa è drammatica.
In Sudafrica, dove i casi sono più di 1300 preoccupano i tanti malati di AIDS. Oltre al Sudafrica anche il Rwanda è in confinamento, idem il Mozambico, il Botswana lo sarà da domani mentre in Kenya c’è il coprifuoco; e oltre 20 sono i Paesi africani che hanno chiuso le frontiere.
La Croce Rossa Internazionale lancia un allarme preoccupante: “Le guerre hanno distrutto gran parte degli ospedali”.
Il Comitato internazionale della Croce Rossa (Cicr) esprime preoccupazione per le regioni del continente colpite da conflitti visto che molti ospedali sono già stati danneggiati e si è a corto di acqua pulita e sapone necessari per combattere il virus.
Nel nord del Mali, il 93 per cento delle strutture sanitarie è già stato distrutto. In Burkina Faso la popolazione della città di Djibo (Sahel) è raddoppiata e il distanziamento sociale è quindi impossibile.
Nel frattempo le restrizioni ai viaggi introdotte da alcuni stati africani potrebbero arrestare i programmi di aiuto.
Claudia Treves
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