Gli infermieri, spina dorsale di qualsiasi sistema sanitario
Sempre in prima linea senza arretrare di un millimetro, a costo di soccombere e di rinunciare al bene più prezioso.
Tutto il personale sanitario in questi giorni sta dimostrando per intero le proprie capacità professionali e l’attaccamento al camice bianco.
Eroi ai quali va il massimo riconoscimento planetario per il coraggio dimostrato nell’affrontare il comune invisibile nemico.
Ricorre il 7 aprile la giornata mondiale della Sanità e mai come in questo momento dobbiamo stringerci attorno a medici, infermieri e quanti lavorano nel comparto sanitario.
“La pandemia di Covid-19 sottolinea l’urgente necessità di rafforzare la forza lavoro sanitaria globale. Un nuovo rapporto, The State of the World’s Nursing 2020, fornisce uno sguardo approfondito sulla componente più grande della forza lavoro sanitaria. I risultati evidenziano importanti lacune nella forza lavoro infermieristica e aree prioritarie per gli investimenti nell’istruzione infermieristica, nei posti di lavoro e nella leadership per rafforzare l’assistenza infermieristica in tutto il mondo e migliorare la salute per tutti”.
Parla chiaro l’OMS nella giornata mondiale della Salute (il 7 aprile di ogni anno): i governi devono investire in una massiccia accelerazione dell’istruzione infermieristica, nella creazione di posti di lavoro infermieristici e nella leadership. Senza infermieri i paesi non possono vincere la battaglia contro i focolai, o raggiungere una copertura sanitaria universale e gli obiettivi di sviluppo sostenibile.
È altrettanto semplice il pensiero del direttore generale OMS, Tedros Adhanom Ghebreyesus: “’Gli infermieri sono la spina dorsale di qualsiasi sistema sanitario. Oggi, molti di loro si trovano in prima linea nella battaglia contro Covid-19”.
L’OMS ha presentato per la giornata della salute un suo rapporto sullo stato dell’infermieristica nel mondo, “un chiaro promemoria del ruolo unico che svolgono questi professionisti e un campanello d’allarme per assicurare che ottengano il sostegno di cui hanno bisogno per mantenere sano il mondo”, aggiunge il DG OMS-
Il 2020 è anche l’anno interazionale dell’infermiere, in coincidenza con i 200 anni dalla nascita di Florence Nightingale, considerata la “madre” dell’infermieristica moderna, il 12 maggio 1820.
“Io uso il termine nursing come stimolo di miglioramento”, scriveva Nightingale e “noi come Federazione nazionale degli ordini degli infermieri in Italia l’abbiamo presa in parola – dichiara Barbara Mangiacavalli, presidente della Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (FNOPI) – facendo crescere la professione, migliorandone la struttura professionale e la qualità e ridefinendone le responsabilità a vantaggio dei pazienti e del sistema del welfare che si rende garante di assistenza e orientamento alla salute per l’intera collettività nazionale”.
“Il nostro fine – spiega – è assistere i pazienti, individuarne le necessità ed essergli vicini, incidere nel processo organizzativo e decisionale del sistema e dare risposte mirate alle contingenze economiche e ai bisogni che emergono dall’attuale scenario demografico ed epidemiologico. E nella pandemia lo stiamo dimostrando: tra gli infermieri c’è il maggior numero di operatori sanitari positivi a Covid (circa il 52%). Tra gli infermieri c’è chi muore di Covid per assistere ed essere vicino ai pazienti, ma lo fa comunque senza il minimo tentennamento. Tra gli infermieri il principio è uno solo: prendersi cura, perché il loro obiettivo assoluto è la salute di tutti”.
Secondo il rapporto OMS tra il 2013 e il 2018 il numero di infermieri nel mondo è aumentato di 4,7 milioni.
Ma questo lascia ancora una carenza globale di 5,9 milioni. In Italia ne mancano almeno 53mila, soprattutto sul territorio, dove anche con Covid si stanno dimostrando le problematicità maggiori.
“Ci rendiamo conto – aggiunge Mangiacavalli – della difficoltà di reperire personale e nessuno più degli infermieri ha coscienza della gravità e dell’emergenza in cui ci troviamo ed è per questo che, anche con la risposta di quasi 10mila professionisti alla call della Protezione civile per una task force di 500 infermieri da destinare alle aree più colpite, abbiamo dimostrato la volontarietà della nostra azione, della disponibilità e del nostro intervento. Un primo contingente di 81 infermieri è già partito, destinato in Emilia-Romagna, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Trento e Valle d’Aosta, ma le carenze vanno risolte a monte e non è possibile doverle rincorrere durante un’emergenza così”.
Piero Vernigo
Commenti
Gli infermieri, spina dorsale di qualsiasi sistema sanitario — Nessun commento
HTML tags allowed in your comment: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>