Bisogna ripartire, a rischio 8mila punti vendita moda
Le norme imposte dal governo per il contenimento del contagio del Covid 19 hanno momentaneamente paralizzato l’industria della moda, bloccando milioni di euro dietro le serrande di negozi chiusi.
Quale sarà il futuro delle piccole aziende, dei negozi e degli artigiani nel settore della moda, che noi tutti siamo sempre stati soliti vedere ed ammirare lungo le vie delle nostre città?
La prima produttrice di moda di lusso al mondo, nonché la seconda industria del Paese, la moda, corre ai ripari e si prepara a fronteggiare l’enorme crisi causata dalla diffusione del Covid-19.
Quarantena e distanze sociali obbligheranno ad accelerare le sfilate virtuali, gli showroom digitali, il commercio livestream ed infine gli ultimi strumenti del design 3D.
Occorre a questo proposito rendere l’innovazione tecnologica un investimento a lungo termine, riconoscendone il ruolo fondamentale per il futuro del settore.
Nel nostro Paese più che mai, su 10 vetrine, 6 appartengono al settore della moda, vetrine queste, che animano ed illuminano le città e che rappresentano quel momento di svago che tutti noi ci permettiamo, qual è lo shopping.
L’Italia, la creatrice e la fruitrice del buon gusto, che si esplica tra i tanti ambiti in quello del fashion, si trova così ad avere milioni di posti di lavoro e centinaia di aziende a rischio.
Per le imprese moda si azzerano i fatturati, negozi chiusi, merce invenduta nei magazzini.
“Questa crisi rischia di fagocitare 15 miliardi di euro di consumi nel solo settore moda e 8 mila punti vendita, con un totale di 21.500 addetti.”
È l’allarme lanciato dal presidente di Federazione Moda Italia – Confcommercio, Renato Borghi. “Auspichiamo che da questa crisi globale possa scaturire anche un rinnovato modello di filiera, per adattare i tempi della moda all’attuale livello slow del consumo.”
Continua il presidente.
“La stabilità finanziaria del nostro Paese è messa fortemente a repentaglio, ecco perché sarà importante ripartire il più presto possibile, non appena i dati di diffusione del contagio lo consentiranno, mantenendo l’impegno dei negozi a garantire la salute collettiva ed il distanziamento sociale all’ interno e all’ esterno dei punti vendita.”
La F.M.I (Federazione Moda Italia) costituisce il sistema di rappresentanza unitario nazionale dei soggetti imprenditoriali che esercitano l’attività del commercio al dettaglio e all’ingrosso del settore Moda.
Le stime di F.M.I. fanno prevedere un calo di almeno 50 per cento dei guadagni delle piccole aziende, e di conseguenza le associazionichiedono esenzioni dei canoni d’ affitto e agevolazioni fiscali.
Parlare di Moda significa parlare dell’Italia, dei prestigiosi marchi made in Italy riconosciuti in tutto il mondo… Parlare di moda significa parlare di raffinatezza, di gusto, che gli italiani in primis sanno sposare.
Parlare di moda significa parlare di quei negozi illuminati lungo le vie che ci permettono di prenderci il tempo necessario per ovviare ai nostri problemi quotidiani.
Auspichiamo noi tutti, attraverso l’aiuto dei nostri commercianti di piccole-medie imprese, di mantenere alto e di primaria importanza il ruolo a livello mondiale che l’industria della moda italiana presiede.
Giulia Carena
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