Si parte con la Fase 2 tra dissensi e controversie
A partire dal 4 maggio, l’Italia tenta di riprendersi dopo quasi due mesi di lockdown.
Attraverso la fase 2, si preparano a tornare al lavoro 4,4 milioni di lavoratori, mentre 2,7 saranno ancora costretti nelle proprie dimore.
Via libera alla ripresa della manifattura (tessile, moda, auto, mobili), costruzioni e commercio all’ingrosso delle relative filiere.
Scatta inoltre la possibilità di far visita a coniugi, conviventi, partner delle unioni civili, parenti fino al sesto grado, affini fino al quarto gradocome i cugini del coniuge e a persone legate da uno stabile legame affettivo, come i fidanzati, ma non gli amici.
Si riparte ma a macchia di leopardo, tra proteste e fai-da-te delle regioni.
Certo è che l’Italia decide di rimettersi delicatamente in moto, in giorni in cui ahimè, l’aumento dei contagi resta stabile, ed i decessi sono in lenta decrescita.
Dai dati del contagio relativi alla settimana corrente, si capirà meglio se dal 18 maggio si potranno riaprire ulteriori attività e se al contrario, in singole aree del Paese dovrà tornare il lockdown.
L’obiettivo comune risulta comunque quello di ridurre al minimo l’ampiezza delle possibili ondate epidemiche, anche in considerazione del fatto che i soggetti suscettibili sono ancora in grande maggioranza nella popolazione italiana.
Va inoltre sottolineata la necessità di studi e di misure da prendere adattati ai singoli territori, non potendosi trattare tutta la popolazione come se fosse ben mescolata.
Checché se ne dica, la popolazione italiana sta nel complesso dimostrando di aver assorbito in modo adeguato l’imposizione delle regole proposte da DPCM, mostrandosi ben disposta alla collaborazione ed al rispetto delle norme vigenti.
Ecco così che l’Italia, in uno nei momenti di sua maggiore crisi, si sta manifestando a livello europeo molto ligia alle direttive che arrivano dalle istituzioni, a dispetto di tutti coloro che sono soliti etichettarci come popolazione caratterizzata da uno spirito eccessivamente liberale, nichilista, indisciplinato e disorganizzato.
Certo è che soprattutto dal punto di vista psicologico, la Fase 2 deve essere compresa da tutti noi come un ulteriore lasso di tempo di convivenza e tentata sopravvivenza al virus.
Non si deve assolutamente approfittare di questa lenta riapertura, poiché il virulento nemico invisibile, qual è il Covid-19, è ancora in circolazione e soltanto la presa di coscienza da parte di ciascuno di noi del pericolo di contagio ancora incombente, può aiutarci, se non a sconfiggerlo, perlomeno ad arginarne i drammatici effetti e le relative conseguenze.
Giulia Carena
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