Ad aprile il settore alberghiero ha registrato -96,4%
Abbiamo impiegato lustri per far apprezzare il Made in Italy nei quattro punti cardinali, gli imprenditori italiani hanno profuso impegno e investimenti considerevoli per far apprezzare le eccellenze nazionali ovunque.
In queste angosciosa situazione il Governo ha commesso strafalcioni e leggerezze a ritmo industriale sin dal primo giorno, il 31 gennaio è datata la prima Delibera emessa dal Consiglio dei Ministri con la quale si dichiara lo stato di emergenza su tutto il territorio nazionale.
A distanza di oltre tre mesi vi sono ancora ospedali e residenze sanitarie assistenziali, le Rsa, che non hanno ricevuto il dpi, dispositivo di protezione individuale, da utilizzare durante l’assistenza ai pazienti.
Vi sono settori chiusi da diverse settimane e sull’orlo del baratro e dal Governo ancora non arrivano risposte concrete ed iniziative a sostegno delle migliaia di aziende che rischiano di non riaprire.
Difficile stabilire se si tratta di incompetenza, incapacità o superficialità.
L’ultimo grido d’allarme l’ha lanciato Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi, che ha presentato alla Commissione X del Senato gli ultimi dati dell’osservatorio Federalberghi, che monitora mensilmente un campione di circa duemila alberghi.
Nella sua consueta chiarezza e sinteticità ha precisato che “L’impatto del Covid-19 sul sistema dell’ospitalità italiana è stato devastante”.
Federalberghi ha rilevato a marzo un vero e proprio tracollo delle presenze negli esercizi ricettivi (-92,3% per gli stranieri e -85,9% per gli italiani).
Ad aprile il mercato si è completamente fermato (-99,1% per gli stranieri e -96,4% per gli italiani).
Ad aprile, nel comparto ricettivo sono andati persi circa 106 mila posti di lavoro stagionali.
Se si guarda all’intero settore turismo, i posti di lavoro stagionali a rischio per l’estate 2020 sono quasi 500mila. Una volta terminata la cassa integrazione, dovranno purtroppo attendersi conseguenze anche sui contratti a tempo indeterminato.
Bocca ha poi voluto segnalare che “Tutto questo comporterà nel 2020 la perdita di oltre 305 milioni di presenze (-71,2% rispetto al 2018), con un calo di fatturato del settore ricettivo pari a quasi 17 miliardi di euro (-71,4%).”
“Tutti gli imprenditori del settore si stanno domandando come e quando potranno ripartire. Ci sono anche molti che si domandano se sia il caso di riaprire. Noi ovviamente lottiamo con i denti perché vogliamo riaprire, ma potremo farlo solo se i provvedimenti in itinere, opportunamente modificati, e quelli che verranno, forniranno alle imprese il sostegno e le certezze necessarie, perché le imprese da sole non ce la fanno.”
“Occorre un cambio di passo. Per evitare il tracollo del settore, chiediamo interventi urgenti volti a sostenere le imprese del turismo” ha concluso Bocca.
Tra le misure indicate come prioritarie vi sono aiuti diretti per le imprese che hanno subito un calo di fatturato, tutele specifiche per le imprese in affitto, interventi sulle imposte locali e nazionali, potenziamento ed accelerazione dell’erogazione del credito, proroga della cassa integrazione ed esonero dalla responsabilità per le imprese che applicano i protocolli anticontagio.
Raimondo Adimaro
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