Bonomi: O si fanno subito le riforme o l’Italia non ce la fa
“Sono molto preoccupato. Vedo una politica tutta ripiegata su sé stessa e sui suoi dividendi elettorali. E vedo una classe dirigente che sta vendendo ai cittadini una grande illusione: passata la pandemia, tutto torna come prima”.
Ma non è così. “O facciamo le riforme vere o il Paese muore”.
Così il Presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, in un colloquio con La Stampa.
“L’Italia ha bisogno di un’Operazione Verità. Bisogna dire davvero come stanno le cose. Questo è un momento tragico per tutti e non eravamo pronti ad affrontarlo. Possiamo uscirne, ma solo se approfittiamo di questa crisi drammatica per cambiare il Paese. Purtroppo, è esattamente quello che non sta accadendo”.
“Dopo il via libera al Fondo europeo da 750 miliardi – continua Bonomi – leggo le reazioni dei politici e ho l’impressione che, come al solito, ci sia la tendenza a fare credere agli italiani che finalmente abbiamo risolto tutti i nostri guai. Non è vero e la politica ha il dovere di dirlo”.
“La svolta decisa a Bruxelles è importante, ma la strada è ancora lunga e tortuosa”.
I 172 miliardi destinati all’Italia dal Fondo europeo, ammesso che restino tali dopo il negoziato tra gli Stati, non ci arriveranno direttamente in tasca.
“E non possiamo far credere alla gente che useremo quei soldi per fare spesa corrente, nella convinzione che ormai con la formula degli “aiuti a fondo perduto” siano saltati tutti i vincoli europei”.
“Viceversa – prosegue il Presidente – noi dovremo presentare alla Commissione un piano di riforme credibili e rigorose”.
Ammesso che a settembre riusciremo a proporre questo piano, le risorse arriveranno sulla base degli interventi che di volta in volta dimostreremo di aver avviato e implementato.
“E, conoscendo la politica italiana, proprio per questo mi preoccupo”.
“Per un certo periodo è giusto sostenere l’emergenza, anche con i sussidi al reddito che sono fondamentali. Ma intanto non bisogna credere che le risorse siano infinite e che l’Italia possa vivere solo di sussidi”.
“I posti di lavoro a rischio oscillano tra 700 mila e 1 milione, i licenziamenti sono bloccati per decreto ma non è una legge che può mantenere i posti di lavoro. Serve il mercato, serve la produzione, servono gli investimenti, servono i consumi e invece qui è tutto fermo”.
Secondo Bonomi “dovremmo avere una sola ossessione, la crescita, e dovremmo mettere in campo ora le misure necessarie a cambiare le strutture della nostra economia. Invece vedo un ceto politico senza visione e né strategie sul futuro del Paese”.
“Qui la posta in palio è l’Italia, che dobbiamo ricostruire e rilanciare tutti insieme”.
Bonomi sostiene che “in un’emergenza un popolo sta insieme” e che “le istituzioni devono dare il buon esempio”.
Purtroppo, questo non sta accadendo e da “cittadino imprenditore” Bonomi si dice molto perplesso e preoccupato. “Io chiedo un tavolo dove mettere insieme le energie migliori del Paese, sia nel pubblico che nel privato. La nostra priorità è rimettere in moto gli investimenti”.
Raimondo Adimaro
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