La campagna dell’odio rosso si allarga sempre più
Che la statua di Indro Montanelli collocata nei giardini di via Palestro (Milano) a lui dedicati fosse stata al centro delle polemiche in questi giorni è risaputo, ma quanto accaduto nelle ultime ore va ben oltre delle semplici rimostranze.
Per la seconda volta nella sua storia, iniziata con l’inaugurazione ufficiale il 22 maggio del 2006, è stata vandalizzata, questa volta da ignoti, che l’hanno imbrattata utilizzando una vernice rossa.
Il lavoro è stato poi completato con l’aggiunta della scritta “Razzista stupratore”, che campeggia in nero sul basamento poco sotto l’incisione del nome del giornalista originario di Fucecchio.
Il primo episodio del genere risale all’8 marzo dello scorso anno quando, in occasione dello svolgimento di una manifestazione femminista nel giorno della Festa della donna, il gruppo “Non una di meno” imbrattò la statua di Montanelli con una vernice rosa.
Più recenti, invece, le proteste dei “laici ed antifascisti” sentinelli, che ne avevano chiesto la rimozione in un post pubblicato su Facebook, spingendo anche per un cambio di intitolazione dei giardini di via Palestro.
“A Milano ci sono un parco e una statua dedicati a Indro Montanelli, che fino alla fine dei suoi giorni ha rivendicato con orgoglio il fatto di aver comprato e sposato una bambina eritrea di dodici anni perché gli facesse da schiava sessuale, durante l’aggressione del regime fascista all’Etiopia”, avevano attaccato gli attivisti.
“Noi riteniamo che sia ora di dire basta a questa offesa alla città e ai suoi valori democratici e antirazzisti e richiamiamo l’intero consiglio a valutare l’ipotesi di rimozione della statua, per intitolare i Giardini Pubblici a qualcuno che sia più degno di rappresentare la storia e la memoria della nostra città Medaglia d’Oro della Resistenza“
.
Proposte che, specie sull’onda delle polemiche sorte dopo la morte di George Floyd, richiamata anche dagli stessi Sentinelli, avevano trovato l’immediato consenso di alcuni consiglieri comunali del Pd
“Le motivazioni della richiesta di rimuovere la statua le riconosco come valide perché quella è stata una brutta pagina della nostra storia”, aveva detto Diana De Marchi, “vanno indagate le motivazioni che hanno portato all’intitolazione e valutare se siano ancora valide oggi. Da parte mia, farò in modo che se ne discuta”
.
Almeno quattro i barattoli di vernice svuotati sulla statua di Montanelli e lasciati sul posto dai vandali unitamente ad alcuni sacchetti di carta.
Preoccupazione per la vicenda e per il crescente clima di tensione è stata espressa in serata dal presidente della regione Attilio Fontana.
“Proprio non ci siamo. L’odio, la cattiveria e l’astio sono sempre più dominanti sul confronto civile e democratico. C’è da preoccuparsi seriamente”, ha commentato il governatore, come riportato da Agi.
la Redazione
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