A Lampedusa sbarca una signora con paglietta e barboncino
Dai dati del Viminale aggiornati al 28 luglio 2020, dal 1° gennaio sono sbarcati 12.533 migranti di cui 4.537 tunisini, 507 algerini e 370 marocchini ovvero 5.414 provenienti dal Magreb, ossia il 43% dei giovanotti sbarcati.
Nello stesso periodo del 2019 ne giunsero 3.599 per cui vi è stato un incremento del 231%, mentre nel 2018 ne arrivarono 18.380.
Di sicuro questi giovanotti non scappano né dalla guerra e neppure dalla fame.
Il dramma maggiore è che tra costoro una buona percentuale risultano positivi al Covid-19 e visto che i vari centri di accoglienza sono dei colabrodo dopo qualche ora trascorsa all’interno della struttura si allontanano facendo perdere le loro tracce.
Sentendosi perfettamente tutelati da buonisti e cattocomunisti sono giunti alla Fase2.
Undici tunisini, 8 uomini e 3 donne, con un cane barboncino tenuto al guinzaglio, sono stati intercettati e trasbordati sul gommone della Guardia costiera mentre erano su un barchino al largo di Lampedusa. I migranti sono stati fatti sbarcare a molo Madonnina.
Erano «in pantaloncini, occhiali da sole e sigaretta in mano.
Le tre donne avevano con loro anche dei bagagli.
Il gruppo sembrava formato da vacanzieri, giovanotti desiderosi di trascorrere qualche giorno di vacanza sulla Penisola.
Prepariamoci quindi a trovare una sistemazione anche a cani e gatti al seguito.
Altri sette tunisini sono stati rintracciati, dalla Guardia di finanza, sugli scogli di Portu ‘Ntoni, accanto a Cala Croce.
I migranti sono riusciti ad arrivare sulla terraferma e stavano abbandonando il barchino che gli aveva consentito l’approdo quando sono stati avvistati ed è scattato l’allarme.
L’area di Portu ‘Ntoni e Cala Croce sono tradizionalmente affollate dai turisti.
Una nuova fuga in massa è avvenuta in una struttura di accoglienza in Sicilia.
Dopo il caso del Cara di Caltanissetta, oggi centinaia di migranti sono fuggiti da una tensostruttura della Protezione civile, allestita nella banchina di Porto Empedocle.
Polizia e carabinieri hanno avviato le ricerche dei fuggitivi.
Le forti preoccupazioni italiane per l’incremento degli arrivi via mare sono state condivise, così sostiene, dal ministro dell’Interno di Roma Luciana Lamorgese, che oggi a Tunisi ha incontrato il presidente del Paese nordafricano, Kais Saied.
Si tratta, spiega il Viminale di «flussi incontrollati» che creano «seri problemi legati alla sicurezza sanitaria nazionale che si riverberano inevitabilmente sulle comunità locali interessate dai centri di accoglienza, dai quali, tra l’altro, i migranti tunisini in particolare cercano di allontanarsi in ogni modo prima del termine del periodo di quarantena obbligatorio».
Il ministro ha quindi sottolineato che risulta «determinante l’azione della Tunisia» ed il presidente Said «ha dato rassicurazioni su una intensificazione dei controlli alle frontiere marittime per contrastare l’attività dei trafficanti di migranti».
Riccardo Dinoves
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