Come si inventa un social media network
Essere l’ideatore di un social media network è il sogno segreto di tanti aspiranti imprenditori. Fabio Caragliano, 34enne di Santo Stefano Ticino, provincia di Milano, può dire di esserci riuscito.
Lui, infatti, ha realizzato Talentwolf.co, una piattaforma professionale molto specifica e interamente dedicata al mondo degli head hunter: i professionisti che si occupano della selezione dei migliori candidati a una posizione lavorativa per conto delle aziende.
“Con Talentwolf volevo creare una sorta di TripAdvisor del reclutamento”, spiega Caragliano “la piattaforma ha tre tipi di iscrizione: head hunter o reclutatore, azienda e candidato. Proprio come TripAdvisor, funziona con un sistema di recensioni e voti che le aziende e i candidati possono lasciare a un head hunter con il quale hanno avuto a che fare”.
La storia di Talentwolf inizia nel 2018, quando Caragliano lavorava ancora in Australia, a Sidney, dove ha vissuto per 6 anni.
Nella terra dei Canguri ha dapprima arricchito il suo bagaglio di esperienze nel settore del digital marketing, dopodiché è approdato a un’azienda di selezione del personale che si chiama People2people.
“L’esperienza vissuta in Australia mi ha permesso di rendermi conto di molte cose”, prosegue Caragliano, “per esempio, che molti candidati mandano il proprio curriculum alle persone sbagliate. Quindi mi sono chiesto: deve pur esserci un modo per venire a contatto con i professionisti giusti. E come faccio a fidarmi dell’head hunter che ho davanti? La mia risposta è stata Talentwolf”.
Caragliano ha mosso i primi passi in totale autonomia, utilizzando WordPress per mettere a punto la prima versione di Talentwolf.
Oggi, però, per potenziare il suo progetto su una piattaforma completamente personalizzata, si fa aiutare da una squadra di sviluppatori australiani.
Al suo fianco ha avuto fin dal principio un co-fondatore, Mark Smith, che è rimasto molto colpito dall’idea e ha da subito appoggiato il progetto come investitore.
La piattaforma oggi conta oltre 5mila utenti tra head hunter, aziende e persone che cercano lavoro. Essendo nata in Australia, è proprio lì che ha raccolto più adesioni.
Ora, però, il suo fondatore è tornato in Italia. Da casa cura lo sviluppo europeo del suo progetto e al momento pare non ci siano altri siti simili, almeno nel nostro continente: “Siamo ancora in fase di startup”, spiega il fondatore di Talentwolf, “sto continuando a lavorare come professionista esterno e, nel frattempo, curo lo sviluppo del progetto. Me ne occupo ogni giorno fino a mezzanotte, anche nei week end. Lavoro circa 15 ore al giorno, e lo considero un ottimo investimento”.
Il progetto, al di là dell’estrema specificità, presenta aspetti innovativi per un social professionale: “La differenziazione più forte è che, oltre a offrire una directory dei reclutatori presenti nel mercato suddivisi per città, specializzazione e visualizzazione delle loro recensioni, permette anche il contatto diretto tramite chat in seguito all’iscrizione, senza alcun costo”.
Su Talentwolf è possibile, per tutte le agenzie, far iscrivere i propri reclutatori gratuitamente e creare un profilo pubblico.
Inoltre, per dare forma a una pagina profilo più ampia e personalizzata esiste un’iscrizione premium, dove si può inserire un proprio video di presentazione, lavorare sul proprio brand, usufruire di strumenti più efficaci per amplificare la propria presenza online ed essere più facilmente rintracciabile da aziende e professionisti che ricercano lavoro. “Nelle prossime versioni, vogliamo dare ai candidati e alle aziende la possibilità di rilasciare recensioni su ogni reclutatore, anche se questo non ha ancora una sua pagina profilo. A nostro avviso, darà una grossa spinta alle iscrizioni”.
Inoltre, c’è un’ulteriore novità: “Abbiamo appena sviluppato un widget per far visualizzare su siti di agenzie di reclutamento le recensioni ricevute dal selezionatore sul proprio profilo di Talentwolf”.
Una volta completata la prima fase del progetto, il passo successivo sarà cercare nuovi investitori per fare lo scatto definitivo. “Viviamo in un’epoca in cui le referenze sono diventate indispensabili”, è la conclusione del fondatore della piattaforma, “dieci anni fa tutti avevano timore di TripAdvisor, ora esserci è quasi obbligatorio. Lo stesso accadrà nel mondo del business, perché tutti dovranno mettersi in gioco online e con il proprio brand”.
Anselmo Faidit
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