Lo Stato acquista olio extra vergine d’oliva dall’estero
Lo Stato Italiano, tramite Agea, acquista quasi 8 milioni di euro di olio extravergine d’oliva comunitario ed extracomunitario calpestando i produttori olivicoli italiani già penalizzati dal lockdown e disprezzando il diritto alla qualità che anche gli indigenti dovrebbero avere.
È quanto denuncia l’associazione RESTART, incubatore di imprese agricole nato dalla straordinaria esperienza dei gilet arancioni dell’agricoltura nel 2019.
In particolare, dopo l’annuncio della Ministra Bellanova di aver stanziato risorse per contribuire al rilancio della filiera olivicola italiana, Agea ha chiuso un’asta al ribasso da 7.980.000 euro per l’acquisto di un olio extravergine d’oliva, da destinare agli indigenti, senza richiedere l’esclusiva origine italiana, la tracciabilità e le certificazioni di qualità tipiche dei prodotti Dop e Igp.
Una beffa per i produttori olivicoli italiani, alla luce del fatto che la stessa Agea, per gli acquisti di prosciutti e formaggi, aveva esplicitamente richiesto in gara prodotti Dop.
“Gli olivicoltori italiani vengono calpestati dallo Stato che spende 8 milioni di euro per un olio certamente non italiano: non esiste, nè sul mercato nè nella logica, un olio extravergine d’oliva realmente italiano che costi meno di 3,2 euro al litro, base d’asta al ribasso imposta da Agea”, denuncia il portavoce dell’associazione RESTART, Onofrio Spagnoletti Zeuli.
“Siamo molto amareggiati e sorpresi da questo bando estivo che affossa la produzione olivicola italiana invece di proteggerla e sostenerla in questo momento di ripresa dopo il lockdown e che favorisce invece le aziende che importano olio dal mondo senza valorizzare mai il Made in Italy – spiega Onofrio Spagnoletti Zeuli –. È molto grave il fatto che non venga richiesta l’origine italiana del prodotto e non vengano tutelate le eccellenze olearie Dop e Igp del nostro Paese”.
“Perché gli olivicoltori non meritano di essere difesi al pari dei produttori di prosciutto, di Parmigiano Reggiano o Grana Padano? Perché dare agli indigenti un olio comunitario, o peggio extracomunitario, senza tracciabilità e sicurezza alimentare, invece di un buon prodotto italiano certificato, medicina naturale riconosciuta in tutto il mondo?”, continua Spagnoletti Zeuli.
“Chiediamo al Ministro Bellanova, che nelle scorse settimane aveva sottolineato come questa misura potesse dare ossigeno ai produttori italiani, di intervenire e porre rimedio contro questa stortura della burocrazia che calpesta ancora una volta gli olivicoltori italiani”, conclude il portavoce dell’associazione RESTART.
Claudia Treves
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