Buone previsioni sarà vendemmia di quantità e qualità
Le vigne già pullulano di uomini e donne con le forbici in mano intente a raccogliere il grappolo maturo da deporre nella cesta.
Sinora le previsioni sono state rispettate, dovremmo beneficiare di una buona annata qualitativamente e quantitativamente ma stranamente ciò potrebbe non arrecare benefici.
La crisi che si è abbattuta su tutto il pianeta dalla primavera non ha consentito alle cantine di svuotarsi ed oggi le giacenze cominciano a divenire un problema preoccupante.
Gli stretti rapporti esistenti tra il comparto del vino e quello dell’Ho-Re-Ca e del turismo rischiano di aggravare ulteriormente i malfermi bilanci aziendali.
Per conoscere la realtà, comunque, bisogna attendere le giacenze totali di vino nelle cantine a fine anno e solo allora si potrà sapere con precisione il vistoso calo per quanto riguarda il mercato interno e per l’export.
Come spesso accade a soffrire maggiormente saranno le piccole e medie aziende, settore fragile e numeroso ed è a queste che il ministro Bellanova deve destinare incentivi e risorse se per davvero si vuole arginare la crisi ed offrire una stampella di sollievo.
In questo periodo di grave emergenza servono misure straordinarie, urgono finanziamenti per la promozione tenendo ben presente che nei prossimi due, tre anni sui mercati interni e internazionali ci sarà il caos più totale dato che le cantine dell’intero pianeta avranno la necessità di svuotare botti e silos stracolmi e si proietteranno sui mercati.
Sappiamo perfettamente che nei momenti di crisi molte regole e comportamenti sfuggono ai dettami della logica e della correttezza.
Nella fascia dei produttori di media dimensione si colloca la Tenuta Marino con i suoi vigneti posizionati al confine delle province di Matera, Potenza e Cosenza.
Paolo Marino è il responsabile marketing e commerciale.
“L’effetto Covid ha penalizzato il nostro settore e ne stiamo pagando le conseguenze. Con la chiusura di tantissimi ristoranti, alberghi, vinerie, il crollo è stato inevitabile. La crisi ha colpito tutte le regioni e, a mio parere, una percentuale rilevante non ce la farà a riaprire se si considera che la ripresa è lentissima e le aziende con qualche dipendente e con gli affitti sulle spalle fanno tantissima fatica”.
Qualche sollievo si è avuto dal turismo estivo.
“Le località balneari nonostante l’assenza pressoché totale di turismo straniero una boccata d’ossigeno l’hanno avuto da quello italiano, molti connazionali per ovvi motivi hanno preferito trascorrere le vacanze nella Penisola e non correre rischi superflui oltre i confini”.
Voi produttori di vini pregiati vi siete trovati di fronte ad una concorrenza che sembrava superata.
“In effetti dopo anni di crescita e di marketing per i prodotti Doc, Docg e Igt la crisi economica che attanaglia maggiormente le fasce con reddito medio ha rallentato i consumi di vini certificati e si sono spostate sui vini privi di etichette controllate che hanno un prezzo di vendita inferiore”.
Non rimane che l’export.
“Anche l’export è in sofferenza e questo 2020 sarà ricordato come il peggiore del dopoguerra. Qualche soddisfazione l’abbiamo ricevuta dai bianchi e, come mi raccontano amici e colleghi, anche dalle bollicine che con il caldo estivo hanno un consumo maggiore. Noi abbiamo programmato una produzione moderata di spumante e ci stiamo lavorando”.
Ma ora è tempo di vendemmia e le cantine sono pronte ad accogliere i nuovi grappoli.
bruno galante
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