5 anni fa assassini dell’Isis colpirono al cuore Parigi
Ognuno nel mondo occidentale ricordano cosa faceva quella sera d’autunno di 5 anni fa, il 13 novembre del 2015, quando una volta calata la notte l’Isis attaccava Parigi; per i francesi un dramma che ha fatto da spartiacque nella storia recente.
Gli attentati, uno dietro l’altro, il panico, il senso d’impotenza e la carneficina.
La prima bomba esplose allo stade de France a Saint Denis (sobborghi di Parigi) durante un’amichevole Francia-Germania, presente anche l’allora presidente François Hollande, portato via quando la situazione si delinea.
3 uomini a cui viene impedito l’accesso al match si fanno esplodere fuori dallo stadio, muore un passante.
Quasi negli stessi minuti un secondo gruppo di terroristi francesi semina il panico tra il decimo e l’undicesimo arrondissement scaricando mitragliate su bar e ristoranti, colpiti Le Carillon, Le petit Cambodge, Casa Nostra, La Bellequipe e Comptoire Voltaire.
È un venerdì e sono appena le 21.30 i locali sono affollati come lo è il Bataclan, dove si tiene un concerto che una squadra di jihadisti trasforma in carneficina.
Imbracciate armi da guerra tre terroristi fanno irruzione al Bataclan durante il concerto degli Eagles of Death Metal, 20 minuti da incubo a cui solo l’irruzione della polizia metterà fine uccidendo i tre.
Il nome del locale farà presto il giro del mondo così come le storie delle giovani vittime: 90 compresa un’italiana, Valeria Solesin, studentessa alla Sorbona.
Vorremmo essere lì, con quelle persone che hanno visto cose orribili, per dire loro che la nostra lotta sarà senza pietà. I terroristi che sono capaci di simili atrocità devono sapere che affronteranno una Francia determinata e unita.
In tutto i morti sono 137 inclusi 7 terroristi,413 i feriti. 5 anni dopo, gli imputati destinati alla Corte d’assise sono 20, di questi 14 assicurati alla giustizia e sei su cui pende un mandato d’arresto, 5 introvabili, forse morti in guerra in Siria.
Il processo comincerà a gennaio tra i membri del commando esecutivo solo uno è ancora in vita e andrà davanti al giudice, è un franco belga Salah Abdeslam.
L’accusa ha ricostruito i fatti in un’ordinanza di 348 pagine senza contare gli annessi, 1750 le parti civili per un processo monstre a presenti e contumaci.
Raimondo Adimaro
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