Per riprendersi il settore degli immobili aspetterà il 2023
La crisi dovuta alla pandemia non ha risparmiato il settore degli immobili che hanno subito una flessione dalla quale per riprendersi ci vorranno anni.
Il mercato immobiliare si riprenderà, ma non prima del 2022-2023, è quanto emerge dal 3° Osservatorio sul Mercato Immobiliare 2020 di Nomisma sulle 13 maggiori città italiane.
Il report rileva come, dopo una ripresa del mercato nel mese di giugno per un ritorno all’acquisto di case post primo lockdown dovuto “all’illusoria aspettativa che il tracollo macroeconomico avrebbe avuto effetti modesti sui bilanci familiari”, l’andamento abbia registrato una frenata con la seconda ondata del virus.
Se inizialmente, infatti, il settore creditizio ha continuato a erogare mutui nonostante il quadro macro-economico consigliasse prudenza, solo nelle ultime settimane a seguito della seconda ondata virale gli istituti di credito hanno deciso di mutare orientamento adottando un approccio più attento e selettivo.
Le previsioni di Nomisma vedono un settore residenziale che si attesterà su volumi di compravendita inferiori di circa il 20% rispetto ai livelli del 2019 per quasi un triennio.
Due gli scenari ipotizzati: quello ‘Base‘, considerato scenario di riferimento, presuppone una ripresa lenta ma graduale dell’economia nel triennio 2021-2023, arrivando a recuperare quasi nella sua totalità il gap in termini di Pil rispetto ai livelli pre-Covid.
In questo scenario, a fine 2020 si calcolano 500mila case vendute (-17,1%).
La previsione ‘Hard‘, invece, individua un quadro più critico caratterizzato da una minore ripresa, che manterrà un gap di oltre 3 punti percentuali di Pil al termine del 2023 rispetto ai livelli precedenti la pandemia.
Con questa prospettiva le case vendute a fine anno sarebbero 491mila (-18,7%).
Pre-Covid si calcolavano compravendite pari a 612mila per il 2020.
Piero Vernigo
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