Fitch Ratings taglia le stime del Pil per l’Italia
La ripresa economica globale si rafforzerà e diventerà più certa a partire dalla metà del prossimo anno, quando saranno lanciati i vaccini contro il coronavirus e si inizierà ad abbandonare le attuali misure di distanziamento.
Lo afferma Fitch Ratings nel suo ultimo Global Economic Outlook, nel quale stima che il Pil mondiale scenderà del 3,7% nel 2020 e non del 4,4% previsto nel report di settembre.
E questo nonostante l’aspettativa di nuovi cali del Pil nel quarto trimestre nell’Eurozona e nel Regno Unito a seguito del recente inasprimento delle restrizioni per arginare i contagi.
“Il percorso di ripresa globale si sta rivelando più accidentato del previsto – osserva Brian Coulton, Chief Economist di Fitch Ratings – poiché la seconda ondata del virus richiede nuove restrizioni, ma le notizie sui vaccini sono molto positive per le prospettive economiche nei prossimi due anni”.
Fitch ha rivisto al rialzo le sue previsioni di crescita globale per il 2021 al 5,3% (dal 5,2%), con una crescita più forte durante il secondo semestre del 2021 in parte compensata dalla debolezza nei prossimi mesi.
Si prevede che il Pil degli Stati Uniti aumenterà del 4,5% (dal 4,0%) e della Cina dell’8,0% (dal 7,7%), ma la crescita della zona euro è ora prevista al 4,7% (dal 5,5%) poiché le nuove misure di blocco porteranno un conto salato alle attività economiche durante i mesi invernali.
Per l’Italia, l’agenzia di rating prevede un Pil in crescita del 4,5% nel 2021 (dal +5,4% stimato a settembre) e del 4,3% nel 2022 (nettamente superiore al 2,6% della stima precedente).
Nel report sottolinea come il rimbalzo registrato nel terzo trimestre del 2020 sia stato “sorprendente e molto più forte del previsto al 16,1%”, trainato da considerevoli guadagni nei consumi privati e nelle esportazioni.
Tuttavia, sottolinea Fitch, “ci aspettiamo che l’Italia subisca una doppia recessione nel quarto trimestre del 2020, insieme ad altri Paesi della zona euro per l’attuazione di restrizioni regionali.
È probabile – si legge nel report – che i settori dei servizi subiscano il peso maggiore del blocco, in particolare il settore dell’ospitalità.
Ma l’entità della contrazione dovrebbe essere inferiore al primo lockdown, visto che l’attività industriale ed edile non sono interessate dalle restrizioni”.
Raimondo Adimaro
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