Governo macchietta, Putin ha fatto liberare i 18 marinai
Pippi Conte & Giggino Di Maio sono andati, con aereo di Stato, in Libia a stringere la mano al generale Khalifa Haftar, subito dopo hanno annunciato la liberazione dei 18 marinai prigionieri dei libici.
Figuraccia globale dato che Haftar non è stato riconosciuto come capo della Libia da nessuna diplomazia internazionale, ed è a capo di un governo illegittimo.
Altra figuraccia quella di andare a Bengasi con al seguito lo stuolo di yesman con tanto di microfoni e videocamere, invece di attendere all’aeroporto di Ciampino come sempre avviene.
È stato pagato l’ovvio riscatto ma nessuno ha mai chiesto ai governanti che genere di riscmarinai
prigionieri
atto è stato pagato e a quanto ammonta l’importo.
Altra figuraccia, nessun esponente del Governo si è fatto trovare a Mazara del Vallo nel momento in cui i due motopesca sono attraccati nel porto trapanese.
Ma la colossale figura da chiodi l’hanno fatta nel momento in cui Silvio Berlusconi ha dichiarato telefonicamente che ad intervenire per il rilascio dei marinai è stato Vladimir Putin.
I motopesca Antartide e Medinea con a bordo i 18 pescatori (otto italiani, sei tunisini, due indonesiani e due senegalesi), dopo 108 giorni di prigionia sono state accolte dal suono delle sirene del porto e ad attendere i pescatori c’erano i loro famigliari.
I due pescherecci, scortati da nave Margottini della Marina militare sono approdati presso la banchina “Ruggero II”.
“Ci dicano se possiamo continuare a lavorare o se dobbiamo tirare i remi in barca”, ha tuonato il sindaco di Mazara del Vallo, Salvatore Quinci, mentre attendeva al porto l’arrivo dei pescatori.
Quinci chiede all’Unione Europea di risolvere questione dei confini marittimi della Libia.
A Mazara, spiega Quinci, “la pesca garantisce 600 posti di lavoro e altre migliaia nell’indotto. L’Ue si faccia protagonista di una svolta che ridisegni le politiche economiche del Mediterraneo”.
“È stato Putin con le sue telefonate ad Haftar a farli liberare, questa è la verità di quello che è successo”, ha sostenuto il fondatore di Forza Italia, Silvio Berlusconi, nel corso di una telefonata in vivavoce con Marco Marrone, l’armatore del Medinea, uno dei due pescherecci rientrati a Mazara del Vallo con i 18 pescatori bloccati in Libia per oltre cento giorni.
“Non bisogna dirlo però; poi si dice che lui è un sostenitore di Haftar, ma non vuole che si dica”, ha aggiunto Berlusconi.
La telefonata era stata organizzata dal presidente della Regione Sicilia, Gianfranco Miccichè, presente all’arrivo dei motopesca Antartide e Medinea.
Era il primo settembre, oltre cento giorni fa. Per 108 lunghi giorni diciotto pescatori – otto tunisini, sei italiani, due indonesiani e due senegalesi – sono stati trattenuti in Libia.
Erano a bordo di due pescherecci di Mazara del Vallo, “Antartide” e “Medinea”, sequestrati dalle motovedette libiche.
L’accusa avanzata dalle autorità di quel Paese, è di avere violato le acque territoriali, pescando all’interno di quella che ritengono essere un’area di loro pertinenza, in base a una convenzione che prevede l’estensione della Zee (zona economica esclusiva) da 12 a 74 miglia.
Nei giorni seguenti al sequestro le milizie di Haftar hanno contestato, in modo infondato, anche il traffico di droga. Inoltre, nel corso delle trattative sarebbe stata avanzata la richiesta di uno ‘scambio di prigionieri’, chiedendo l’estradizione di quattro calciatori libici condannati in Italia come scafisti di una traversata in cui morirono 49 migranti.
I familiari hanno protestato più volte a Mazara, in piazza, davanti alla casa del ministro alla Giustizia, a Montecitorio, incatenandosi, chiedendo anche l’intervento dei corpi speciali, e si riteneva possibile una soluzione proprio a ridosso del Natale.
Il 16 dicembre il ministro per gli Affari esteri, Luigi Di Maio, assicurava che il governo italiano ce la sta “mettendo tutta” per riportare a casa i pescatori di Mazara imprigionati dalle autorità libiche: “Non ho dimenticato in questo momento difficile i nostri pescatori in Libia e voglio dire che ce la stiamo mettendo tutta e stiamo continuando a lavorare”.
Sino a questo momento nessuna smentita è pervenuta da parte del Governo alle dichiarazioni di Berlusconi.
la Redazione
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