Anche a Betlemme è un Natale nell’oscurità
Per via delle restrizioni anti-Covid, nella Basilica della Natività di Betlemme, culla del mondo cristiano, la messa della Vigilia di Natale si è svolta con un numero limitato al massimo di fedeli e sacerdoti che hanno celebrato la funzione, cercando insieme un po’ di “luce” dopo un anno di “oscurità”, come ha detto Pierbattista Pizzaballa, capo della Chiesa latina in Terrasanta.
La pandemia ha imposto di modificare alcuni riti molto antichi della messa della Vigilia a Betlemme: nella cappella adiacente alla basilica, generalmente gremita di gente, le autorità religiose hanno consentito l’ingresso solo a pochi invitati. In città non c’era traccia di turisti, né degli abitanti locali.
Oltre ai pellegrini, alla funzione mancava anche il presidente dell’Autorità nazionale palestinese, Mahmoud Abas, che per tradizione partecipa ogni anno all’inizio della messa.
Tra i pochi ospiti che hanno partecipato, c’era l’ambasciatore Usa presso le Nazioni Unite, Kelly Craft e le sue guardie del corpo, tutti rigorosamente con le mascherine sul viso.
“Non possiamo stringerci la mano ma possiamo augurarci la pace”, ha detto Pizzaballa, nel momento in cui i fedeli si stringono solitamente la mano in chiesa per il segno della pace.
“Tutti si sentono nell’oscurità, stanchi, esausti, oppressi dal peso di questa pandemia che ha dirottato le nostre vite”, ha aggiunto il Patriarca latino.
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