Prepararsi a ripartire con più professionalità e tecnologia
La tradizione dell’alta sartoria napoletana ha consolidate radici risalenti al Trecento allorquando nella chiesa di Sant’Egidio al Mercato fu costituita la Confraternita dei Sartori, correva l’anno 1351 e sul Golfo regnava Giovanna I di Napoli.
Per secoli la sartoria partenopea ha vestito le principali corti europee, arrivando ai nostri giorni i laboratori napoletani hanno contribuito in maniera notevole a diffondere il Made in Italy sul pianeta.
Tra le numerose eccellenze artigianali un posto di rilievo lo occupa la Sartoria A. Isacco fondata da Antonio Isacco sul finire degli anni Sessanta, oggi a gestire l’atelier provvede Raffaele Isacco il quale ultimato gli studi liceali e con in tasca la laurea in Giurisprudenza conseguita presso l’ateneo Federico II preferisce seguire le orme paterne e non interrompere la tradizione familiare piuttosto che frequentare le aule giudiziarie.
Il 2020 è appena stato archiviato e la mente è proiettata sulle difficoltà da superare per ricollocarsi sulle posizioni acquisite. Il comparto moda è una delle colonne portanti dell’economia nazionale ed ha sofferto terribilmente per la pandemia ed il blockdown.
Sono state cancellate tutte le manifestazioni fieristiche internazionali da marzo 2020 a chissà quando. Firenze, Milano, Parigi, Londra, New York hanno dovuto sospendere sfilate ed iniziative subendo danni incalcolabili che difficilmente verranno recuperati.
“Le tragedie vissute nell’anno appena passato devono servirci come insegnamento per riflettere e meditare, dobbiamo ricordarci più spesso che siamo di passaggio e dobbiamo imparare a rispettare maggiormente noi stessi e gli altri. Sono un cattolico praticante, non bigotto, e credo che non rispettare la volontà del Creatore si ritorca contro di noi”.
Sono giornate buie e tristi, ma passeranno.
“Quelle aziende che hanno dato precedenza alla professionalità, all’organizzazione, alla tecnologia, recupereranno senza alcun timore. Ora è il momento di serrare le fila e riorganizzarsi per farsi trovare pronti quando la burrasca sarà passata. Necessita uno sforzo maggiore per incrementare la professionalità e anteporre la qualità alla quantità”.
Le crisi servono anche per una dovuta selezione visto che negli ultimi periodi vi è stato un proliferare di pseudo imprenditori che hanno deteriorato il mercato.
“In effetti si notava immediatamente l’impronta dell’improvvisazione, della faciloneria, della superficialità. I venditori di fumo sono destinati a scomparire e a inventarsi un’altra attività.
Il lockdown ha fatto scoprire numerose peculiarità territoriali, tanta gente non sapeva che nella sua città, nella sua regione vi erano delle realtà produttive di eccelso prestigio. Per troppo tempo ci siamo fatti trasportare dal consumismo sfrenato e di bassa lega”.
Il Covid ha fatto approfondire a molti la conoscenza di internet e dell’informatica.
“Oggi è divenuto uno strumento quotidiano indispensabile, uno strumento tecnologico necessario sia sul lavoro che nel tempo libero. Si tratta solo di utilizzarlo in maniera adeguata e con profitto, io rimango, però, nella convinzione che il contatto umano è insostituibile e del quale non ne potremo mai fare a meno. Internet ha eliminato le distanze e le barriere, ora si può mostrare un tessuto, un colore, un modello, a un cliente di Tokyo, di New York, Mosca, in tempo reale e accettare la richiesta. Ma a me piace guardare negli occhi il cliente, avvertire le sue sensazioni, comprendere dallo sguardo se il dettaglio è di suo gradimento, mi piace studiare la sua personalità per servirlo meglio e accontentare il suo desiderio, devo metterlo completamente a suo agio”.
Grossi aiuti dalla politica non se sono pervenuti.
“Deputati e senatori li abbiamo eletti noi, sono l’espressione del nostro voto, eventualmente tocca a noi fare il mea culpa, anche se va detto che negli ultimi dieci anni chi ha governato l’Italia non è stato scelto dal popolo. Molte aziende vivono momenti tragici e nonostante ciò proseguono a pagare tasse e balzelli. Un dirigente, un funzionario, se non chiude i bilanci in positivo quantomeno gli viene preclusa ogni forma di aumento e di miglioramento o addirittura gli si prospetta il fine rapporto lavoro, in sostanza vige la meritocrazia. In politica e nella pubblica amministrazione tali regole sono pressoché sconosciute. Il piccolo e medio imprenditore può e deve contare solo sulle proprie risorse ed energie, prevedere un sostegno o una collaborazione dai politici è da ingenui”.
Per il 2021 vi sono margini di ottimismo?
“Da credente devo essere necessariamente ottimista, la fede mi suggerisce positività e luce, anche nelle difficoltà occorre guardare avanti e metterci il doppio della determinazione. Bisogna organizzarsi sin da ora per il dopo covid per non farsi cogliere impreparati, il nostro Paese possiede le capacità e le potenzialità per tornare a ricoprire il ruolo che gli compete”.
Intanto in queste ore al Senato il premier Conte ha strappato la fiducia, è un modo di dire, con 156 voti, 140 contrari e 16 astenuti, i renziani.
Dato che 140+16= 156 ci chiediamo che tipo di maggioranza ha ottenuto?
Si naviga sempre più tra incertezze, confusione e incompetenza.
bruno galante
Commenti
Prepararsi a ripartire con più professionalità e tecnologia — Nessun commento
HTML tags allowed in your comment: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>