Continuano a crescere gli infortuni sul lavoro
Tra il 2015 e il 2019 gli infortuni nel Paese sono aumentati dell’1,1%
Gli infortuni sul lavoro non calano in Italia.
Secondo gli ultimi dati dell’ultimo rapporto Istat “Il mercato del lavoro –
Una lettura integrata” nel 2019 sono stati 561.190. È un dato di fatto stazionario rispetto a quello degli anni precedenti.
Sono numeri in leggera diminuzione rispetto ai 562.940 del 2018 e ai 566.005 del 2017, ma in aumento nei confronti dei 560.899 del 2016 e dei 555.288 del 2015.
Nel complesso tra il 2015 e il 2019 vi è quindi un incremento dell’1,1%.
Se guardiamo, però, ai dati maggiormente nel dettaglio si nota come quelli effettivamente sul posto di lavoro in realtà diminuiscono, seppur di poco, del 0,8%. E sono stati nel 2019 457.811.
Gli altri, 103.379, sono stati infortuni avvenuti nel percorso di andata e ritorno dal posto di lavoro, in gran parte si tratta di incidenti stradali, e sono questi ad essere aumentati nei 4 anni considerati, del 10,4%.
Considerando un’altra differenziazione, quella riguardante il coinvolgimento o meno di un mezzo di trasporto, si nota che gli incidenti avvenuti quando questo non è coinvolto e sul posto del lavoro, non itinere, quindi gli infortuni propriamente detti, sono in realtà sostanzialmente stabili, calati solo del 0,5% rispetto al 2015.
Negli anni sono oscillati poco, tra i 438 e i 444 mila.
Notizie migliori provengono dal fronte dei morti per infortuni sul lavoro.
Questi sono effettivamente in calo da qualsiasi punto di vista. Dai 1.301 del 2015 sono scesi ai 1.179 del 2019. Si tratta di una variazione negativa del 9,4%.
C’era stato già un calo notevole in realtà nel 2016, quando erano diventati 1.159, ma erano di nuovo aumentati a 1.264 nel 2018, soprattutto a causa, spiega l’Istat, di incidenti plurimi, tra cui quello del ponte Morandi.
I morti per incidenti sul posto di lavoro e senza il coinvolgimento di mezzi di trasporto sono stati comunque solo una parte, poco più di metà del totale, 629.
Erano stati 737 nel 2015, ma erano diminuiti fino a 612 nel 2017.
A livello geografico come è ovvio la maggioranza degli incidenti sul lavoro avvengono nelle regioni con più occupati e soprattutto con più addetti dell’industria.
Sono stati nel 2019 102.056 in Lombardia, 76.014 in Emilia Romagna, 68.648 nel Veneto.
Quelli avvenuti in queste tre regioni e in Toscana rappresentano da soli più della metà del totale.
Anche a livello di morti è in Lombardia che se ne sono contati di più, 184, cui se ne aggiungono 114 in Emilia Romagna, 102 nel Veneto, e forse un po’ sorprendentemente 103 nel Lazio e altri 103 in Campania, regioni dove gli incidenti sono stati in realtà relativamente pochi.
Vuol dire che in queste zone abbiamo una maggiore incidenza di morti per infortunio.
A livello di trend, però, è la Lombardia che spicca con un incremento delle vittime in controtendenza rispetto al resto d’Italia. I 184 del 2018 hanno rappresentato il livello maggiore dopo i 187 del 2018 e una crescita del 4% sul 2015, a fronte di una riduzione nazionale del 9,4%. Importanti invece le riduzioni in Veneto e in Toscana.
Il numero ridotto di morti nelle singole regioni però fa in modo che a volte bastino pochi incidenti mortali per generare incrementi o decrementi percentuali anche importanti.
È meglio valutare il trend pluriennale più che il dato del singolo anno.
Mediamente la fascia di età più coinvolta in incidenti è quella tra 35 e 49 anni, tra cui se ne sono contati nel 2019 205.729, seppur in netto calo negli anni.
Mentre sono cresciuti quelli degli under 35 e di chi ha tra 50 e 64 anni.
Ed è soprattutto tra questi ultimi che sono stati registrati più morti, ben 540 su 1.179.
Tra i lavoratori più anziani è quindi più probabile quindi che un infortunio finisca con la morte della persona coinvolta.
Morti che nel 18,9% dei casi nel 2019 erano stranieri.
Percentuale in linea con la forte presenza di operai originari di altri Paesi nell’industria, nelle costruzioni e in agricoltura.
Secondo i primi dati sul 2020, che si fermano a settembre, si registra un forte calo degli infortuni, del 15,8%, come è facile immaginare viste le chiusure legate alla pandemia.
E tuttavia vi è un inquietante aumento dei morti, cresciuti del 18,6%.
Tra i 923 decessi denunciati però, spiega l’Istat, 319 sono legati a infezioni da Covid contratte sul lavoro segnalate all’Inail.
Senza contare queste il dato sarebbe in realtà diminuzione anche per quanto riguarda i morti.
I dati si riferiscono al periodo 2015-2020
Arnaud Daniels
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