La Coldiretti in soccorso dei circhi disoccupati da un anno
Per garantire la sopravvivenza degli animali dei circhi “disoccupati” a causa dell’emergenza Covid, con blocco degli spettacoli e le limitazioni agli spostamenti, gli agricoltori della Coldiretti Puglia hanno donato 500mila chili di fieno e mangime, assieme a latte, succhi di frutta, dolci, conserve, formaggi, passate di pomodoro, uova e olio extravergine d’oliva per le famiglie dei circensi.
È il bilancio della grande operazione di solidarietà degli agricoltori della Coldiretti nell’anno della pandemia verso centinaia di tigri, leoni, giraffe, zebre, ippopotami, elefanti, cavalli, vatussi e cammelli, struzzi, lama, pony, mucche irlandesi, rimasti di fatto senza sostentamento.
A soffrire anche i circhi acquatici, a cui le cooperative della pesca di Coldiretti Puglia hanno donato pesce azzurro, gamberetti bianchi, merluzzi, pupilli, totani, per alimentare delfini e squali.
A causa dell’emergenza Covid è cresciuto l’allarme per migliaia di animali per il blocco forzato degli spostamenti e degli spettacoli dei circhi, con la situazione del mondo dello spettacolo viaggiante, non più florida da anni, che è diventata drammatica con la pandemia a causa dell’impossibilità a lavorare, con la perdita di ogni tipo di introiti ma con la necessità di continuare a sostenere gran parte delle ordinarie spese di gestione, comprese quelle per gli animali.
Portare cibo agli animali del circo – precisa la Coldiretti Puglia – significa aiutare le famiglie di artisti circensi che con quegli stessi animali vivono e lavorano grazie a spettacoli che ogni anno divertono e fanno passare momenti di serenità a oltre un milione di persone tra grandi e bambini.
Sotto i tendoni delle carovane – spiega Coldiretti su dati Censis – si trovano tigri, leoni, cammelli, elefanti, ippopotami, cavalli, asini, cani, struzzi, giraffe, rinoceronti e zebre.
In tutta Italia sono almeno 70 le realtà attive che portano avanti una tradizione antica di secoli con la gestione di quasi duemila animali che vanno accuditi tutti i giorni.
La situazione del mondo dello spettacolo viaggiante non più florida da anni è diventata drammatica con l’emergenza coronavirus a causa dell’impossibilità a lavorare, con la perdita di ogni tipo di introiti ma con la necessità di continuare a sostenere gran parte delle ordinarie spese di gestione, comprese quelle per gli animali che solo per il mangiare costano oltre 2,7 milioni di euro all’anno.
Portare cibo agli animali del circo significa aiutare le famiglie di artisti circensi che con quegli stessi animali vivono e lavorano grazie a spettacoli che ogni anno divertono e fanno passare momenti di serenità a oltre un milione di persone tra grandi e bambini.
Salvarico Malleone
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